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Una settimana da Dusan Ristic

Autore: Stefano Russillo
Data: 30 Gen, 2018

 

La reazione di Sean Miller dovrebbe essere quella di un coach dopo un errore di un proprio giocatore. Quella reazione, invece, è arrivata dopo che Dusan Ristic si è preso questa tripla clutch nella vittoria di Arizona contro Utah.

 

Perché coach Miller reagisce così? Beh, il centrone serbo non è di certo noto (usando un eufemismo) per essere un tiratore da tre, 0/5 in stagione prima della partita contro gli Utes, 3/3 in quella che lo stesso settepiedi ha definito “my best game in Arizona”.

La miglior partita della sua carriera a Tucson, arrivata al termine della miglior settimana della sua carriera con i Wildcats. Prima i 15 punti+8 rimbalzi nella vittoria contro Colorado, poi il career high da 23 punti (e 7 rimbalzi) contro Utah.

Arrivato quattro anni fa in Arizona con l’etichetta del centro europeo dalle mani educate pronto a fare gola ai vari GM dell’Nba, Ristic non ha mai mantenuto le (alte) aspettative intorno al suo potenziale. Un 2,13 con ottimi fondamentali, dominatore del gioco in post, capace di metterla anche con la sinistra, un range affidabile dalla media e buona comprensione del gioco è materiale sempre più raro nel basket moderno. A Dusan, però, è mancata sempre una componente fondamentale: la fiducia in se stesso. Quella fiducia che ha mostrato nella partita contro Utah quando, oltre alla tripla contestata (e senza apparente logica) che ha deciso la partita, è stato anche l’autore dei 7 punti finali di ’Zona negli ultimi due minuti di gioco.

 

In questa stagione Ristic ha finalmente compreso il suo ruolo: quello del comprimario di lusso in una squadra che ha già i suoi big three: mister clutchness Allonzo Trier, DeAndre Ayton a.k.a. “il centro più forte di tutto il college basket” e l’x-factor Rawle Alkins. Quarto in squadra per possessi giocati dopo i tre sopracitati, il senior serbo sta facendo registrare i migliori numeri in carriera alla voce punti segnati (11.3), rimbalzi (6.6), assist (0.8), percentuale ai liberi (78.8%) e offensive rating (120.1). Statistiche migliorate nelle partite di conference dove segna 13.3 punti con 7.1 rimbalzi con il 57.8% dal campo situandosi nella top10 della Pac12 per % effettiva dal campo, true shooting percentage e % di rimbalzo difensivo.

 

Come spiegarsi i suoi costanti miglioramenti di stagione in stagione? Ristic è un lavoratore, l’aggettivo più comune tra i suoi compagni quando si tratta di descrivere il serbo. Ogni off-season, sin dal suo arrivo a Tucson, l’ha dedicata a migliorare un aspetto del proprio gioco: prima la difesa, poi la mobilità, poi massa muscolare e forza fisica e infine, quest’ultima estate, il proprio gioco offensivo, sforzi ripagati con l’inserimento in preseason nel Kareem Abdul-Jabbar watch list, ovvero tra i migliori centri del college basket.

Ha passato i mesi estivi in Serbia dividendosi tra gli allenamenti settimanali a Belgrado e i week-end di relax nella sua Novi Sad dove Ristic è una vera e propria star con un fans club dedicato che non si fa problemi ad alzarsi in piena notte per seguire live le partite di Arizona, spesso trasmesse in diretta nazionale sulla tv serba.

 

L’Nba è probabilmente un miraggio ma nel vecchio continente ci sarà la fila quest’estate per lui, visto che si tratta di uno dei migliori europei dell’Ncaa e che quella combinazione di centimetri e skill-set sulla carta vale un club di Euroleague.

I più felici per un suo ritorno in Europa? Ovviamente i tifosi di Novi Sad che non dovranno più aspettare le quattro di notte per vedere il proprio beniamino, reagendo certamente in maniera diversa rispetto a coah Miller quando Dusan piazzerà una giocata decisiva.

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