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Acc-big Ten, Indiana sorprende unC

Thomas Bryant (Indiana)
Autore: Raffaele Fante
Data: 2 Dic, 2016

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L’Acc ha vinto il Challenge per 9-5 ma l’ultima vittoria della Big Ten è stata di quelle che contano, con Indiana che ha inflitto a North Carolina la prima sconfitta della stagione. Qui vi abbiamo parlato delle prime 8 partite, finite sul 4-4, vediamo come sono andate le altre che hanno visto le squadre dell’Acc vincenti in 5 gare su 6.

North Carolina – Indiana 67-76

  • Hoosiers Hysteria è termine di cui talvolta si abusa, ma questa volta descrive perfettamente il clima all’interno dell’Assembly Hall a Bloomington. Oltre 17.000 maglie rosse urlanti che hanno avuto eccome il loro peso nella prima sconfitta stagionale di North Carolina. “Il pubblico è stato fantastico – ha ammesso Roy Williams alla fine – Mi piacerebbe giocare di fronte a una folla così anche in casa, allo Smith Center, tutte le sere e non solo quando giochiamo contro Duke”.
  • Già caldina di suo, l’Assembly Hall è esplosa quando James Blackmon ha segnato in transizione la tripla del 26-9 dopo 11’. Enorme la differenza di energia con cui le due squadre hanno iniziato la partita, con gli Hoosiers semplicemente più bravi in tutto, dai rimbalzi (16-6) al gioco in velocità.
  • La vittoria di Indiana non ha un protagonista assoluto: tutto il quintetto è andato in doppia cifra, tutti hanno dato il loro contributo, nessuno si è risparmiato: per prendere un rimbalzo a 8’ dalla fine si sono buttati per terra in tre, Blackmon, Bryant e Morgan. E gli Hoosiers hanno recuperato il pallone.
  • C’è un buco grande come una casa invece nel quintetto di Roy Williams, che non ha un degno sostituto per Marcus Paige e il ruolo di SG è assolutamente scoperto: questa volta in quintetto è partito Nate Britt che però è e deve essere solo il cambio di Joel Berry, mentre Kenny Williams finora è andato in doppia cifra una sola volta in stagione. I freshman Woods e Robinson? Un punto in due, ripassare.
  • Non ha funzionato davvero neanche il frontcourt di UNC, in grado di garantire in stagione un margine di +17 di media a rimbalzo ai Tar Heels. Sempre in campo con due centri, i Tar Heels hanno iniziato molto peggio e poi hanno pareggiato il conto dei rimbalzi, ma hanno subito per tutta la partita quello che è stato forse il mismatch decisivo.
  • Se la vittoria di Indiana è merito di tutti, è indubbio che OJ Anunoby abbia fatto impazzire la difesa dei Tar Heels e in particolare Isaiah Hicks. Nel video qui sotto potete vedere la schiacciata in contropiede con cui ha chiuso la partita, ma che gli è costato anche un infortunio alla caviglia che potrebbe tenerlo fuori a lungo.
  • Ottima anche la partita di Justin Jackson, l’unico tra i Tar Heels sempre pericoloso in attacco, ma quando North Carolina è riuscita a riavvicinarsi sul 61-57 a 5’ dalla fine, una difficile tripla di Blackmon li ha ricacciati indietro. Ecco, Tom Crean la guardia realizzatrice (finalmente) ce l’ha.

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Louisville – Purdue 71-64

  • La vittoria contro Purdue riporta Louisville al primo posto come miglior squadra per efficienza difensiva, che quest’anno vede un testa a testa con Virginia, senza altre vere contendenti per la prima posizione. Al di là della posizione nel ranking difensivo, il match contro i Boliermakers ha certificato un dato: giocare (e segnare) contro i Cardinals è un vero incubo.
  • Se ne sono accorti i due migliori giocatori di coach Matt Painter, i prospetti Nba Caleb Swanigan e Vince Edwards. Non ingannino i punti di Swanigan (14), la maggior parte dei quali segnati nel finale di gara. A 5 minuti dalla fine il duo aveva più palle perse (9) che punti a referto. Molto meglio l’altro Edwards, il freshman Carsen.
  • A proposito dei finali di partita, dopo 35 minuti in cui Purdue non era riuscita a cavare un ragno dal buco, il pressing messo in campo per recuperare punti ha messo paura ai Cardinals. I quali stanno prendendo l’abitudine di farsi rimontare nel finale. Un’abitudine pericolosa.
  • Donovan Mitchell e Deng Adel mettono un’energia incredibile in campo, ma stanno tirando sempre peggio. Il primo si salva perché poi, all’improvviso, nei momenti clutch porta la sua percentuale di tiro vicino al 90%. Il secondo nemmeno quello.
  • Tony Hicks è vivo! E ha giocato addirittura più minuti di VJ King. Perché ci sorprendiamo? Perché il transfer che sembrava dovesse essere il braccio destro di Quentin Snider, senza alcun motivo fisico, era stato relegato in panchina e aveva accumulato tre DNP consecutivi. Cosa è successo? Nessuno lo sa, ma ha giocato i suoi 13 minuti come uno che sa che al primo errore la sua casa esploderà con tutti i familiari all’interno.
  • La vera nota positiva per Rick Pitino è la partita giocata da Ray Spalding, il lungo magrolino ha chiuso con 11 punti (5/5 dal campo) e 9 rimbalzi, ma è in difesa dove ha giocato una partita in alcuni momenti mostruosa.

 

 

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Virginia – Ohio State 63-61

  • Quanta fatica per i Cavaliers per restare imbattuti (7-0): la difesa non ha funzionato come al solito e ha concesso ben 61 punti a Ohio State. Pochi per tutti, ma non per una squadra che nelle prime 6 gare ne ha concessi 40 di media. 10/11 in stagione nei liberi ma 0/2 a 10 secondi dalla fine per Marial Shayok che ha così concesso ai Buckeyes il pallone della vittoria, ma il tiro di JaQuan Lyle è finito corto sul ferro.
  • Buona partita comunque per Ohio State che deve risolvere però due grossi problemi: tiri liberi e palle perse. Anche in questa partita i palloni regalati sono stati tantissimi (20 contro 10 di UVA, 8 solo di Lyle) ma contro una difesa del genere ci può stare. E’ andata molto meglio del solito ai liberi (80% contro il 60% stagionale), ma non è bastato.
  • Su Mamadi Diakite abbiamo già scritto che ci sono speranze di farne un giocatore utile a vari livelli. Il suo stint in capo a metà del primo tempo con l’autostoppata sul ferro che si è inflitto da solo ci ha fatto però vacillare.
  • E’ stato in quel momento che Jae’sean Tate ha dato la prima scossa alla partita, seguito da CJ Jackson che con due triple ha portato i Buckeyes a doppiare i Cavaliers sul 32-16. Il record di Thad Matta a Ohio State quando la sua squadra ha più di 15 punti di vantaggio? 214-1. Diventato 214-2.
  • Virginia ha iniziato il secondo tempo con un atteggiamento decisamente diverso: pronti via e parziale di 15-2 con Matta colpevole di aver chiamato time out almeno con un minuto di ritardo.
  • Il terzo problema per Ohio State si chiama centro, perché non è che il freshman Micah Potter assomigli per ora a qualcosa di affidabile e Trevor Thompson ha centimetri ma è giusto un cambio decente.
  • In realtà Matta è stato tradito dai suoi giocatori più esperti: Tate ha segnato il suo 14/o e ultimo punto all’inizio della ripresa e poi è scomparso, e Marc Loving, unico senior del quintetto, ha giocato una partita anonima.
  • London Perrantes ha invece spiegato cosa vuol dire essere un leader, segnando 15 dei suoi 19 punti nei secondo tempo, compresa la tripla che ha dato ai Cavaliers la parità sul 55-55 a 4’ dalla fine. Nel video qui sotto, potete vedere i possessi che hanno deciso la gara:

 

Miami – Rutgers 73 – 61 

  • Miami batte con poche difficoltà una Rutgers con poca energia, infrangendo il sogno non solo di un grande upset, ma anche di portarsi sul 7-0, che sarebbe stato un record per gli Scarlet Knights. Gli Hurricanes dominano praticamente tutta la gara ma senza mai scappare veramente fino alla seconda metà dell’ultima frazione, a causa di un numero elevato di palle perse ben capitalizzate da Rutgers.
  • Mattatore della serata il freshman Dewan Huell, alla prima vera prova da top recruitment: 14 punti e 7 rimbalzi (di cui 5 offensivi) in 25 minuti, protagonista con canestri e giocate altamente spettacolari nel parziale di 17 a 0 a zero che spacca la partita.
  • E Rutgers? “Probabilmente non siamo ancora pronti per questo tipo di partite”, dice coach Pikiell a fine gara. I suoi sono apparsi stanchi: persa la battaglia a rimbalzo (30 contro i 44 di Miami) e pochissima precisione dalla lunga, con zero triple segnate nel primo tempo e con Miami molto abile a collassare in area contestando ogni tiro vicino a canestro (chiedere al 4 su 12 di Freeman). Gli Scarlet Knights rimangono in gara contenendo le palle perse e con una difesa a zona che va a imbrigliare l’attacco di Miami, ma la superiorità degli Hurricanes esce prepotentemente nell’ultima parte di gara.
Ncaa Basketball - Miami Hurricanes

“Are we ready for this kind of game?” Rutgers coach Steve Pikiell said. “Probably not.”

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Virginia Tech – Michigan 73-70

  • “Abbiamo giocato duro, con molta intensità. Questo è il carattere di questi ragazzi”. Le parole di coach Buzz Williams riassumono alla perfezione la partita di Virginia Tech che, nonostante un primo tempo dove è stata sotto anche di 15, e a -10 a 7:23 dalla fine (52-62), non si è arresa dando il via a un parziale di 21-8 che le ha consegnato la vittoria.
  • I protagonisti del parziale? Due panchinari di lusso: Zach LeDay e Seth Allen. Il primo ha messo 15 dei suoi 18 punti finali nel secondo tempo mentre il secondo, dopo un primo tempo da soli 3 punti, a 1:46 dalla fine ha dato con un sottomano il primo vantaggio della partita agli Hokies (68-67), per poi infilare una tripla per un personale parziale di 5-0 che ha dato la vittoria ai suoi.
  • Un primo tempo perfetto non è bastato a Michigan che ha buttato via la partita dopo una prima parte di gioco chiusa con il 55.2% dal campo e 7/14 da tre. Tutto frutto di un attacco efficiente con Derrick Walton Jr. capace di trovare sempre i tiratori dei Wolverines sul perimetro e una difesa feroce, che ha costretto gli avversari a 9 palle perse trasformate in 18 punti.
  • Nel secondo tempo l’attacco di Michigan si è totalmente inceppato, così come le abilità balistiche dei suoi tiratori (3/13 da tre) con la difesa di Virginia Tech capace di isolare Zak Irvin, che nel primo tempo ne aveva messi 15 e che ha chiuso la partita con 23 punti.

Le due giocate decisive di Seth Allen

 

Clemson – Nebraska 60-58

  • Terza sconfitta consecutiva per Nebraska dopo quelle con UCLA e Virginia Tech. Quella subita sul campo di Clemson sa un po’ di beffa: avanti nel punteggio per tre quarti di partita (anche a +9 a 5’57” dal termine del primo tempo), i Cornhuskers subiscono la rimonta dei padroni di casa, restano a contatto ma non riescono a concretizzare il sorpasso, con Jaron Blossomgame che dice “no” a Glynn Watson Jr. e al suo tentativo di penetrazione a 18″ dalla fine. Lo stesso Watson non riesce a trovare il canestro sul rimbalzo offensivo e Anton Gill ne spreca un secondo commettendo un’ingenua infrazione di passi.
  • Partita dagli attacchi tutt’altro che brillanti e non priva di passaggi confusi, specialmente nel primo tempo. Percentuali dal campo pessime (39.7% Nebraska, 36.7% Clemson nonostante un bel 7/15 dall’arco) e un discreto numero di palle perse (17 a testa) per entrambe le squadre in un incontro illuminato – a intermittenza – solo dalle giocate di Tai Webster e Glynn Watson Jr. per i Cornhuskers e Jaron Blossomgame per i Tigers.
  • Nel bene o nel male, Blossomgame rappresenta il destino di Clemson. Giocatore con stazza e talento che non hanno pari nel roster e per questo imprescindibile – both sides – per coach Brad Brownell. L’ala di Alpharetta ha chiuso la sua partita con 15 punti (5/13 dal campo, 5/7 ai liberi), 4 rimbalzi, 2 assist e 3 stoppate in 35 minuti. Soprattutto, ha risolto l’incontro con la già menzionata “banana” su Watson e tenuto in piedi i suoi nel primo tempo, quando erano in grande difficoltà nella metà campo offensiva. Il senior, però, ha avuto successo principalmente nei pressi del ferro e continua a non trovare la vena giusta col jumper, né dalla media né dall’arco, dove sta faticando oltremodo: 0/2 contro Nebraska, 16.7% in questo inizio di stagione. L’eccellente 44.6% da tre punti della scorsa annata sembra ora un pallido ricordo. Blossomgame sembra destinato a una chiamata al primo giro del prossimo Draft ma dovrà aggiustare la mira se non vuol veder calare – e di molto – le sue quotazioni.
  • Glynn Watson Jr. ha rappresentato, in questo match, la nota più positiva in casa Nebraska. L’esterno è stato il miglior marcatore dell’incontro con 20 punti ed è giocatore di gran carattere che non ha esitato nel caricarsi la squadra sulle proprie spalle nel momento più delicato della serata, ovvero durante la rimonta di Clemson nella seconda metà della ripresa. Da circoletto rosso la sua tripla in catch and shoot per il 58 pari a 1’36” dal termine così come un bellissimo fadeaway, infilato un paio di minuti prima, in faccia a un Avry Holmes difensivamente impeccabile in quel frangente. Il sophomore sta mostrando dei gran bei numeri ma, per salire di livello, dovrà essere molto più continuo. Nelle prime sette partite di questa stagione, è andato in doppia cifra quattro volte, segnando sempre almeno 20 punti. Nel mezzo, però, alcune prove assolutamente da dimenticare come l’1/9 al tiro contro LA Tech o l’1/11 contro Virginia Tech. Scendere dalle montagne russe sarà la chiave di tutto.

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