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ACC, la rivincita di Duke

Autore: Manuel Follis
Data: 12 Mar, 2017

Il torneo di conference della ACC anche quest’anno è stato più che combattuto e non a caso dal 2011 nessuna squadra è mai riuscita a vincere per due anni di seguito. È andata così anche nell’edizione 2017 visto che i campioni in carica di North Carolina, vincitori della stagione regolare, non sono nemmeno riusciti ad arrivare in finale. I Tar Heels sono stati sconfitti dagli acerrimi rivali di Duke, che hanno poi conquistato il titolo battendo Notre Dame in finale per 75-69. Ecco cosa è successo nel torneo.

  • I Blue Devils sono stati criticati nel corso della stagione, hanno avuto problemi disciplinari, infortuni, hanno mostrato incostanza. Eppure nel corso del torneo della conference, cioè quando contava, Duke ha sfoderato tutto il talento di cui dispone, mostrando peraltro grande carattere visto che è riuscita a rimontare contro Louisville, North Carolina e anche in finale contro Notre Dame. Adesso la squadra, che non vinceva il torneo della ACC dal 2011, sembra carichissima per il il gran ballo.
  • MVP del torneo è stato votato Luke Kennard, ma è sembrato più un riconoscimento per la stagione meravigliosa e un risarcimento per aver dato il titolo di mvp della ACC a Justin Jackson. In realtà il nostro mvp è Jayson Tatum, che ha mostrato progressi strepitosi (22 punti di media nel torneo) oltre a giocate come questa.

 

  • L’altra grande vincitrice del torneo è Notre Dame, che ha mostrato solidità, sangue freddo e capacità d’esecuzione da top team, riuscendo a fare strada portata sulle spalle di uno straordinario Bonzie Colson (mvp di tutte le gare da lui giocate), che ad oggi è il giocatore di tutta la Ncaa che ricava di più sul campo dal suo mix di fisico/talento. Quando, contro Duke, il supporting cast è venuto a mancare (Farrell/Vatsuria/Beachem 3/17 dall’arco complessivo) il solo Colson non ha potuto reggere le sorti degli Irish.
  • Pittsburgh ha riscattato una stagione regolare pessima, chiusa con un record di 3-13 vincendo 61-59 su Georgia Tech, grazie al “solito” Michael Young (17 punti), mentre Jamel Artis (l’altra punta della squadra) non è mai riuscito a recuperare lo smalto di gennaio. Coach Kevin Stallings l’anno prossimo dovrà ricostruire il programma quasi da zero, visto che 4/5 del quintetto sono freshmen.
  • Shelton Mitchell (Clemson) ha giustiziato NC State, facendola uscire al primo turno e confermando quindi la stagione da incubo che ha portato all’esonero di coach Mark Gottfried. Il sophomore dei Tigers ha chiuso la stagione in crescendo e potrebbe essere il nuovo leader dopo la partenza del senior Jaron Blossomgame.

 

  • Probabilmente la gara contro Clemson è stata una delle ultime del freshman da draft Dennis Smith. Tutte le proiezioni e “gli esperti” continuano a considerare la PG una scelta da top 10, ma ci permettiamo sommessamente di dire che se affronterà la Nba con lo spirito con cui ha affrontato l’esperienza al college, la strada sarà in salita.
  • Il finale di stagione di John Collins, il lungo di Wake Forest, è stato esaltante (di lui vi abbiamo già parlato nel dettaglio). Nella vittoria contro Boston College (quasi scontata) ha chiuso con 19 punti, 12 rimbalzi e 11/15 dalla lunetta ed è andato in doppia-doppia (15+10) anche nella sconfitta contro Virginia Tech.

 

  • Virginia non può permettersi che London Perrantes metta a referto pochi punti come ai quarti contro Notre Dame, quando succede le speranze di vittoria si riducono a un lumicino. I Cavaliers hanno un record di 15-6 quando il play va in doppia cifra, viceversa il record è 6-4.
  • Florida State è la squadra che utilizza di più la panchina e che distribuisce di più la produzione offensiva tra i membri della squadra. Questo però significa anche che quando la palla scotta manca un leader cui affidare i palloni difficili. In ogni caso nella sconfitta contro Notre Dame da segnalare la strepitosa prova del junior Braian Angola-Rodas. Quanto al freshman delle meraviglie Jonathan Isaac (qui la sua storia) quando non segna almeno si rende utile a rimbalzo (12 e 15 nelle due gare del torneo).
  • Coach Rick Pitino ha dato la colpa della sconfitta di Louisville contro Duke (sprecando 12 punti di vantaggio) ai tiri liberi, che in effetti sono stati un disastro 15/26, ma a dire la verità la squadra è tutta la stagione che gioca nello stesso modo: grande energia, ma poca testa (tiri liberi sbagliati e falli ingenui) e poca qualità. Coach ci ascolti, il dato fondamentale è la percentuale da 3 punti, non quella dai liberi. Se la squadra tira almeno con il 30% dall’arco ha un record di 21-0, quando sta sotto questa soglia il record diventa 3-8. Contro Duke? 4/21 pari al 19%. Ps. La gestione dei Cardinals dell’ultimo possesso della partita è stata così brutta che non si può spiegare.

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