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ACC sempre nel caos, Big Ten rischia il flop

Autore: Stefano Bei
Data: 21 Feb, 2017

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Per la seconda settimana consecutiva, rimangono invariate le prime tre posizioni del ranking con Gonzaga sempre imbattuta (28-0) e sempre davanti a tutti. Perde 5 posizioni Baylor, dopo la sconfitta contro Kansas e contro Texas Tech, mentre Duke prosegue la sua risalita e adesso è alla numero 10.

Dal licenziamento di Mark Gottfried all’ingresso nel ranking di Wichita State, ecco tutto quello che è successo nella settimana.

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A ten bid league

Nell’ultimo bracket di Joe Lunardi, massimo esperto in materia di ESPN, ce ne sono 10 e probabilmente non sbaglia: sono 11 le squadre dell’ACC nelle prime 68 del ranking RPI, 12 in quello BPI e 12 in quello di Kenpom. Nel ranking di AP la situazione invece è questa

Certo, c’è il classico hype che di solito raggiunge i massimi in questo periodo della stagione quando molte altre conference sono già decise e invece nell’ACC ci sono almeno 3 squadre ancora in corsa per vincere la regular season. E’ così anche quest’anno con North Carolina, Duke, Louisville e anche Notre Dame molto vicine a due settimane alla fine con 3 o 4 partite ancora da giocare. Potevano essere di più ma Virginia e Florida State sono in discreta crisi: zero vittorie nelle ultime 4 per i Cavaliers che non segnano più e perdono 54-48 dopo un OT contro Miami, una vittoria nelle ultime 3 per i Seminoles che si rialzano battendo Boston College.

E’ invece in grande forma North Carolina, che ha distrutto proprio Virginia nell’ultima gara giocata, e guarda tutti dall’alto al basso con 11-3. Il calendario dei Tar Heels prevede però Louisville, Virginia e la gran chiusura contro Duke, altra squadra in grande forma che ne ha vinte 7 di fila anche se non tutte in modo convincente, come per esempio le ultime due in casa contro Clemson e Wake Forest. I Blue Devils hanno lo stesso record di Louisville (10-4) e calendario simile, mentre Notre Dame è quella più indietro (10-5) ma ha due partite abbordabili in casa (Georgia Tech e Boston College) e potrebbe arrivare all’ultima sul campo dei Cardinals con lo stesso record delle altre. E poi tutti a New York, per il torneo di conference dal 7 all’11 marzo.

Gottfried addio, ‘are you shitting me?’

C’è una squadra dell’ACC che all’inizio della stagione era data sicura al torneo e invece ora è fuori da tutti i ranking che abbiamo visto. NC State ne ha perse 7 in fila e ha perso anche l’allenatore: Mark Gottfried ha chiesto e ottenuto di restare sulla panchina dei Wolfpack fino alla fine della stagione, ma è già stato ufficialmente licenziato dall’athletic director Debbie Yow, la stessa manager che lo aveva assunto nel 2011. Fatale per lui la sconfitta contro North Carolina, terza spazzolata consecutiva con più di 20 punti di scarto, alle quali va aggiunto il -51 subito a Chapel Hill contro i Tar Heels, seconda peggior sconfitta nella storia dell’ateneo. Il record di 8-25 nell’ACC nelle ultime due stagioni, meglio solo di Boston College, ha cancellato i 4 anni precedenti conclusi sempre al torneo, con due Sweet 16.

Un disastro la difesa che con 80.5 punti concessi non è solo l’ultima della conference ma anche la 329/a nella nazione, pochi i rimbalzi presi (36.2 a partita) nonostante sia una squadra assolutamente dotata di centimetri, male l’attacco troppo dipendente da un freshman di grande talento come Dennis Smith che però si è dimostrato davvero leader solo nella vittoria al Cameron Indoor contro Duke, mentre scarso è stato il contributo di Omer Yourtseven. La stagione, però, non è finita e Gottfried ha provato a motivare così i suoi giocatori prima della partita contro Notre Dame.

“Bite that damn tire!”, ma NC State ha perso ancora. Però, però, che succede se adesso i Wolfpack svoltano e chiudono alla grande? Se l’è chiesto anche John Calipari, il più esplicito nell’esprimere solidarietà a Gottfried: “We’re firing coaches in midseason. Are you shitting me?”, ha detto il coach di Kentucky. No, non è una presa in giro, succede anche in America.

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Il supporting cast di Wisconsin

Nelle due sconfitte consecutive dei Badgers contro Northwestern e Michigan è stata chiara una cosa: se Ethan Happ stecca, sono dolori veri. Bronson Koenig ha spadellato (1/8) nella prima e ha poi saltato la seconda per infortunio mentre Nigel Hayes non ha fatto fatto granchè per aiutare il suo lungo sia quando era in serata storta, vedi Northwestern, o quando gli serviva una mano, vedi Michigan. Nello scontro al vertice della Big Ten contro Maryland, entrambi hanno dato un solido contributo all’ennesima partitona di Happ, sempre più go-to-guy. E Wisconsin è tornata a vincere. Koenig ha avuto una partenza lenta, segnando tutti i punti nel secondo tempo, mentre Hayes si è messo subito in mostra attaccando dal palleggio e cercando di facilitare gli schemi facendo da passatore dal post.

 

Risultato? Wisconsin ha sì perso 5 posizioni nel ranking, scendendo alla 16, ma si è ripresa il primo posto in conference, battendo i Terrapins 71-60.

E la Big Ten rischia il flop

Uno non fa in tempo a parlare bene di Michigan, che la squadra prima batte Wisconsin e poi va a perdere contro Minnesota. Quest’ultima invece sembra una squadra bipolare: ha vinto 3 partite di seguito battendo anche Purdue (attualmente prima nella conference assieme ai Badgers), poi ne ha perse 5 di fila e adesso ne ha vinte altre 5 di fila. La morale di tutto questo equilibrio è che ad oggi i Boliermakers e i Badgers sono gli unici un minimo sicuri di andare al Torneo e in ogni caso non avrebbero probabilmente una testa di serie molto alta. Per il resto, dai Wolverines a Maryland fino alla sorpresa Northwestern nessuno è sicuro di come andrà alla fine della stagione regolare. Ps. Nessuno si stupisca se a fine anno dovesse saltare la panchina di John Groce a Illinois.

Let Kyron be Kyron

Nella Big East dominata da Villanova, Providence ottiene la sua seconda vittoria consecutiva contro Xavier (75-63), dopo aver battuto una squadra alla numero 22 del ranking come Butler, due successi importanti per mantenere accese le speranze di  partecipare al grande ballo di Marzo. I Friars svoltano la gara nel secondo tempo, quando bucano con continuità la difesa 1-3-1 dei Musketeers grazie al tiro della media di Bullock e alle bombe di Lindsey.

Kyron Cartwright (Providence)

Kyron Cartwright (Providence)

In una seconda frazione in cui i padroni di casa flirtano con il 65% dal campo (quasi il doppio rispetto a una Xavier orfana di Trevon Bluiett), il protagonista della gara è sicuramente il junior Kyron Cartwright, giocatore di fondamentale importanza per l’attacco dei Friars. La combo-guard di Compton cattura 7 rimbalzi (di cui 3 offensivi, come quello che porta Providence sul 33 pari), crea per i compagni e segna. Fa e disfa (due facili layup sbagliati di seguito sul +9 dei suoi, per esempio), tutto a un ritmo pazzesco. Alla fine, mette a referto 17 punti e 5 assist e sul campo una fisicità che gli permette di fare quello che vuole, anche se i risultati non sono sempre quelli sperati.

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Chi entra… Wichita State

La decima vittoria consecutiva di Wichita State ha permesso agli Shockers di tornare dopo un anno di nuovo nella top 25 della nazione (ultima volta febbraio 2016). Il merito a chi va? A quel genio di coach Gregg Marshall e al suo basket fondato su solidi principi democratici: dieci uomini che giocano almeno 13 minuti a partita, con tre soli giocatori in doppia cifra di media (Markis McDuffie, Landry Shamet, Darral Willis Jr) e gli altri sette che mettono a referto almeno cinque punti a partita. Un sistema democratico che dà i suoi frutti sia in attacco che in difesa, con gli Shockers che sono nella top18 nazionale per efficienza su entrambi i lati del campo.

Shaquille Morris (Wichita State)

Tutto comincia nel proprio pitturato dove Wichita State, grazie all’atletismo e la taglia di giocatori come Shaquille Morris, Willis Jr e Rauno Nurger, fa diventare per  gli avversari una vera e propria impresa arrivare al ferro (41.7% concesso da due, quinti a livello nazionale). In attacco, poi, la palla gira costantemente con un gioco dentro-fuori capace di esaltare ogni partita un giocatore diverso, senza dimenticare l’ottima mano dalla lunga distanza degli Shockers (39.8% da tre, 13esimi in Ncaa) guidati dal cecchino Conner Frankamp. Con un record di 15-1 sono appaiati, insieme a Illinois State, in cima alla Missouri Valley e saranno decisive le ultime due partite di regular season per il titolo della MVC. La partenza di due leggende come VanVleet&Baker non è stata quella tragedia greca che tutti si aspettavano: a conferma di ciò date un’occhiata alla tabella qui sotto.

E chi esce…South Carolina

3 sconfitte nelle ultime 4 partite contro le non irresistibili Alabama, Arkansas e Vanderbilt (le prime due in casa) sono il motivo che non solo ha escluso South Carolina dalla top25 ma che, con grandi probabilità, l’ha estromessa dalla lotta per il titolo della SEC che ora rimane una corsa a due tra Kentucky e Florida. Un momento delicato per i Gamecocks che coach Frank Martin ha imputato a un problema di mentalità più che ad un aspetto tecnico-tattico. Certo è che la difesa, vero punto forte di South Carolina (terzi per efficienza in tutta la nazione), ha fatto registrare preoccupanti passi indietro nelle ultime uscite, specialmente per quel che riguarda la fase difensiva sul perimetro. Ad esempio nelle ultime due gare gli avversari hanno tirato dalla lunga distanza rispettivamente con il 36% e il 50% , un’enormità per una squadra abituata a concedere in stagione il 28.9% (secondi in tutta la Ncaa).

Frank Martin (South Carolina)

Allo stesso tempo, come afferma coach Martin, la squadra sta mostrando un preoccupante calo di concentrazione lungo l’arco dei 40 minuti come dimostrato dai parziali che subisce, dai problemi di falli del duo titolare in frontline (Silva e Kotsar) o dal black-out totale di P.J. Dozier che nelle tre sconfitte ha chiuso con 19/51 dal campo e un pessimo 2/11 ai liberi. Un trend negativo che non è riuscito a invertire nemmeno il senior Sindarius Thornwell che, nelle ultime 4 partite, sta viaggiando a 30 punti e 9 rimbalzi di media. La prossima partita sarà contro Florida, una buona occasione non solo per riscattarsi ma soprattutto per allontanare i fantasmi della passata stagione quando i Gamecocks chiusero con una serie di prestazione negative che ne segnarono l’esclusione dalla Big Dance.

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Coyotes in corsa

Vi avevamo parlato di loro in questo approfondimento poco dopo l’inizio di stagione, di come i Coyotes volessero fare la differenza anche in Division I dopo i trascorsi nelle divisioni inferiori. Il 19 ottobre, la CBS li aveva messi in 293/a posizione su 351 squadre, previsione che si è rivelata parecchio sbagliata. Non ci sono 193 squadre più forti dei Coyotes che hanno un record di 19 vittorie e 10 sconfitte per un ottimo 65%, 10-4 nelle partite della Summit League. Primi nella conference con lo stesso record di North Dakota State, i ragazzi di coach Craig Smith hanno vinto ben 13 delle 14 partite giocate fra le mura amiche e sono in striscia aperta di 4 vittorie grazie a un sempre più convincente Matt Mooney e al buon contributo della panchina. E adesso il torneo NCAA non sembra un miraggio come si poteva prospettare ad inizio stagione

A confermare quanto detto ci ha pensato direttamente Trey Burch-Manning che, contattato su Facebook, ci ha risposto così: “E’ stata una grande stagione con alti e bassi, ma tutto sommato è quello che ci si poteva aspettare da una squadra composta da 15 giocatori che non avevano mai giocato assieme. E’ stato divertente e siamo cresciuti, ma non siamo ancora al punto in cui vogliamo arrivare”.

Mike Daum dice 51

Restiamo in Summit League e passiamo dal North al South Dakota. Ve l’avevamo già detto e ora lo confermiamo: segnatevi questo nome, Mike Daum, perché è solo un sophomore e sta facendo impazzire la Ncaa. Il lungo bianco (205 cm) è il secondo miglior marcatore di tutta la Division I con 24,8 punti a partita, ma soprattutto è uno di quei giocatori tattici che fanno molto pallacanestro 2.0. Nella recente vittoria dei suoi South Dakota State in casa di Fort Wayne, Daum ha messo a referto 51 punti con 7/11 da 2pt, 7/18 da 3pt e 15 rimbalzi. Come detto, se siete stati attenti di lui vi avevamo già parlato a inizio stagione dicendo di tenerlo d’occhio e in effetti al suo secondo anno Daum sta lasciando il segno. Ah beh, ovviamente non serve dirvi che ad oggi è l’mvp a mani basse della conference.

Passo falso di Furman

Chi parteciperà al torneo della Southern Conference? Fino a pochi giorni fa la risposta unanime sarebbe stata Furman, squadra imbattuta da 10 partite e capace di imporsi in casa e in trasferta trainata dal junior Devin Sibley e dal senior Kris Acox. Questo fino a sabato, quando proprio in casa i Paladins sono stati letteralmente asfaltati da UNC Greensboro 73-52, affondati sotto le triple della guardia Francis Alonso (24 punti con 7/11 dall’arco). E adesso in testa è tornata la bagarre, con almeno un’altra squadra oltre a Furman e UNC a lottare per il primato, ovvero East Tennessee St. (dove gioca la guardia TJ Cromer, che forse meriterebbe più credito).

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