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Alford ininfluente, Martin scomparso

Qualcuno ha visto Martin?

Dalla star di Butler ci si aspettava tanto e a quel “tanto” lui non è manco andato vicino. Kelan Martin ha bucato completamente la prima frazione di gioco, quella nella quale di fatto North Carolina ha posto più di una base sul passaggio del turno. I suoi 12 punti del secondo tempo (16 totali) sono arrivati troppo tardi, falsissimi e utili solo ad aggiustare un tabellino fin lì deludente.

Colpa di Motley? No, di coach Drew

Johnathan Motley è stato l’unico giocatore di Baylor a chiudere in doppia cifra (18 punti con 8/17 dal campo e 2/6 ai liberi) ma il suo tabellino risulta gonfiato da diversi canestri segnati a giochi oramai fatti (10 punti negli ultimi 7′ minuti di gara). Il lungo dei Bears è stato un assente eccellente, ma di sicuro non il colpevole della sconfitta. La prestazione di Motley sembra invece l’emblema della cattiva gestione di coach Scott Drew, incapace di proporre contromisure agli aggiustamenti tattici del suo collega Frank Martin, lasciando i suoi in balia della difesa di South Carolina.

La faccia di Lonzo

L’espressione è rimasta la stessa dall’inizio alla fine, mai una smorfia di disappunto, mai un urlo ai compagni, mai la sensazione che fosse davvero dentro la partita. Lonzo Ball si è fatto sgretolare minuto dopo minuto da De’Aaron Fox, fino a scomparire. E sì che aveva iniziato bene e la prima tripla tentata e segnata dopo 30 secondi sembrava fosse l’inizio di una grande serata anche per lui. Invece solo qualche meraviglioso passaggio dei suoi, cioè di un play che chiaramente ha una visione unica del gioco, ma poco altro: 8 assist ma 4/10 al tiro con 4 ferri e un airball da 3, dopo la prima segnata. È stato bello, peccato sia finita così.

Bryce addio

Il tabellino del primo tempo dice 0 punti. Vero, è stato un fantasma. Quello del secondo tempo, 13 punti. Falso, non è stato un fattore. Bryce Alford ha dato segni di vita solo nella prima parte della ripresa, quando ha segnato un paio di canestri difficili, poi è uno dei tanti che non ha opposto resistenza quando Kentucky ha accelerato. Bocciato, nella sua ultima e più importante partita al college.

Troppo poco Adebayo

Da un lato, ha giocato una partita sorprendente per controllo e lucidità, come testimonia il suo career high di 5 assist. Dall’altro non è possibile che un giocatore con il fisico di Bam Adebayo segni il suo primo e unico canestro a 3′ dalla fine della partita. Stavolta è andata bene così, per arrivare fino in fondo ci vorrà senz’altro qualcosa in più.

Iverson perché… perché… perché…

Piange un po’ il cuore a bocciare un giocatore dopo una partita come quella tra Florida e Wisconsin, disputata con tale intensità e agonismo che alla fine nessuno meriterebbe di stare dietro la lavagna. Dopodiché, qualcuno ci spieghi cosa diavolo pensava di fare Khalil Iverson nella giocata che ha cambiato la storia di Wisconsin al Torneo. Poteva schiacciare (ha un’elevazione pazzesca), poteva far passare il tempo. Invece ha scelto di rallentare e andare morbido con in mano il pallone più importante della gara. Prima Canyon Barry e poi Chris Chiozza lo ringrazieranno a lungo.

 

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