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Da Arizona State a TCU, ecco le sorprese

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 15 Dic, 2017

Chi comincia bene è a metà dell’opera. Certo, ma nel college basket la questione è tutt’altro che semplice: le squadre sono tantissime, l’equilibrio è enorme – e cresce di anno in anno, come illustrato da Seth Davis recentemente – e arrivare alla fine del primo mese con tante vittorie, se non addirittura da imbattuti, è roba veramente per pochi fortunati. Audaci e fortunati. Oggi vi parliamo di dieci squadre fra cui tre del gruppetto delle sei ancora senza sconfitte. Cosa le accomuna? Il fatto di essere andate decisamente oltre le previsioni d’inizio stagione. Ve le presentiamo sotto forma di un ranking stilato in buona parte dando peso alla qualità delle avversarie sconfitte.

1. Arizona State

9-0, Pac-12

Nessuno immaginava che, da squadra con record perdente, i Sun Devils potessero trovarsi ora alla #5 della AP Poll e con due scalpi eccellenti (Xavier e Kansas). Merito d’un attacco travolgente fatto di ritmi sostenuti, percentuali alte (58.6% da 2, 42.7% da 3) e poche perse (22° miglior TO% della D-I). I senior Tra Holder, Shannon Evans e Kodi Justice stanno giocando il miglior basket della loro carriera: Holder (21.2 punti, 5.2 assist) è in stato di grazia e incanta fra incursioni inarrestabili e un tiro da tre con un rilascio tanto rapido quanto efficaci ne sono i risultati (46.3%). Gli esterni sono il cuore pulsante, ma non si deve ignorare Romello White, lungo da 16.1 punti e 9 rimbalzi che sta dando ad ASU la presenza in area che prima mancava. Ah, c’è anche un freshman tutto pepe come il piccolo Remi Martin. La Pac-12 non sarà un monologo d’Arizona: la rivalità sull’asse Tucson-Tempe sarà decisiva come mai prima.

 

2. TCU

10-0, Big 12

Era lecito aspettarsi progressi dai vincitori dell’ultimo NIT, ma iniziare con un dieci su dieci è altra cosa, specialmente se fra le W si contano nomi come SMU e Nevada. Attualmente è difficile trovare un attacco più pericoloso di quello degli Horned Frogs: cinque giocatori in doppia cifra, percentuali dal campo altissime (61 di eFG%, 4° in D-I) e, pur sapendo colpire in contropiede, il meglio spesso si vede a difesa schierata dove eccellono grazie a ottime spaziature che non di rado premiano le tante minacce schierate lungo l’arco (43.1% col picco incarnato da Desmond Bane, cecchino da 55.8%). Tanta coralità ma anche un elemento che svetta: Kenrich Williams, ala estremamente versatile e unico nella Big 12 in doppia-doppia di media (14.2 punti e 10.1 rimbalzi cui aggiunge 3.7 assist e 2.7 recuperi). Volevate un’antagonista di Kansas? Bene, sappiate che non c’è solo West Virginia.

 

3. Tennessee

7-1, SEC

L’anno scorso avevano chiuso una stagione da record 8-10 nella SEC lasciando intravedere cose interessanti per il domani. Ora il futuro è arrivato e sembra proprio mantenere quelle promesse. I giovani Volunteers hanno fatto un figurone al Battle 4 Atlantis (perdendo solo con Villanova) e convinto senza troppe riserve nei successi con Purdue e NC State. Squadra efficiente (specialmente in difesa), senza fronzoli, con nessuna lineup particolarmente ricorrente ma con un chiaro protagonista: Grant Williams, 4 undersize d’energia travolgente e bravo a riempire tante caselle statistiche (16.1 punti, 7.3 rimbalzi, 2.6 assist, 1.9 stoppate). Quest’anno la SEC ha il potenziale per spedire tante squadre alla Big Dance e Tennessee, che manca dal 2014, potrebbe anche finirci con un seed discretamente alto.

 

4. Texas Tech

8-1, Big 12

I Red Raiders sembrano sulla buona strada per tornare al Torneo NCAA. La motion offense di Chris Beard non è ancora a puntino ma sono comunque arrivati successi che fanno curriculum (Northwestern, Nevada). Il secondo ha esaltato la tenacia della squadra (vittoria all’OT dopo una rincorsa infinita) e le capacità d’impatto della panchina. Non un fatto scontato: c’è un quintetto di senior ma, attorno, molta inesperienza. Keenan Evans (17.7 punti, 3.6 assist) sta giocando a livelli altissimi mentre Zach Smith fatica a decollare (contribuisce in tanti aspetti ma con soli 6.9 punti di media). Poco male, perché i freshmen Jarrett Culver (10.3 punti) e Zhaire Smith (9.6) rendono oltre le previsioni, col primo che, insieme al nostro Davide Moretti, sta mettendo una pezza al problema della pericolosità dall’arco. Per ora, bene così: la sensazione però è che il meglio debba ancora arrivare.

 

5. Northern Iowa

8-2, Missouri Valley

Due sole sconfitte (North Carolina, Villanova) cui fanno da contraltare quattro vittorie con avversari validi, a volte più quotati (SMU, NC State, UNLV, UT Arlington) grazie a una delle migliori difese in circolazione, la terza in D-I sia per punti subiti (57.3) che per percentuali dal campo concesse (35.7%). L’attacco di UNI non è la cosa più emozionante che ci sia: non produce molto, predilige ritmi lentissimi (Virginia è l’unica con meno possessi a partita) e si poggia in buona parte sulla tecnica e l’esperienza di Bennett Koch, lungo capace di costringere il prospetto da lottery Brandon McCoy a una mesta figura (30 punti per il primo, 9 per il secondo). La non-conference dei Panthers si chiuderà con altri due impegni ostici, Iowa State e Xavier. Con loro, l’upset alert è sempre considerevole.

 

6. Florida State

9-0, ACC

Sembrava destinata alla mediocrità dopo gli addii a Isaac, Bacon e Rathan-Mayes ma questa FSU sembra far presagire ben altro. L’anima difensiva è ancora più accentuata e diverse seconde linee di ieri sono diventate i protagonisti di oggi, in primis Terance Mann che, a sostanziale parità d’impiego, ora segna quasi il doppio ed è il leading scorer (15.6 punti, 64.5% dal campo). A parte lo smacco inflitto ai rivali di Florida (+17 in casa loro), il calendario non ha davvero messo alla prova i Seminoles: il match con Oklahoma State e l’inizio della stagione in ACC ci diranno di che pasta sono fatti.

 

7. Creighton

7-2, Big East

Via Watson, Patton e Huff, non era scontato che i Blue Jays continuassero ad essere competitivi. Le vittorie su Northwestern e UCLA han dato fiducia a un gruppo uscito a testa alta nelle uniche due sconfitte (Baylor, Gonzaga). Guidata da Marcus Foster e Khyri Thomas (35.1 punti in due), Creighton ha un attacco ordinato ed è complicata da contenere in area grazie anche all’esplosione di Martin Krampelj: 12.6 punti e 8.1 rimbalzi per lo sloveno che giocava appena 6′ da freshman.

 

8. Arkansas

7-2, SEC

Il mix dell’ottimo inizio Razorbacks? Esperienza, atletismo e campo inespugnabile. Due W importanti (Oklahoma, Minnesota), un solo flop (-26 a Houston). Arkansas sa correre ma resta efficiente (12° per TO%), i senior sono l’ossatura e la guardia Jaylen Barford il riferimento principale (19.9 punti e 3.2 assist). Occhio a Daniel Gafford, freshman di 2.11 metri: per lui contro i Gophers 16 punti e 6 stoppate in 21′. Batterli davanti ai 19mila della Bud Walton Arena sarà dura per tutti.

 

9. Boise State

10-1, Mountain West

11° DRtg della D-I, gran difesa perimetrale, poche seconde opportunità date e 40% da 3: se si trasla il concetto di 3&D da giocatore a squadra, si arriva vicini alla truppa di coach Rice. Con Chandler Hutchinson leader (15.3 punti, 8.8 rimbalzi, 4.2 assist) e Justinian Jessup a bruciare retine (53.2% da 3), i Broncos hanno macinato vittorie, compresa quella che ha terminato la striscia di 46 W in casa di Oregon. Con Nevada che si affaccia sotto i riflettori, la MW potrebbe tornare ad avere due squadre al Torneo NCAA: Boise State è lì, pronta a ballare.

 

10. Loyola-Chicago

10-1, Missouri Valley

I Ramblers stanno vivendo il miglior inizio di stagione dal lontano ’65, con tanto di upset sul campo di Florida. Il loro segreto: spaziature, ricerca del tiro migliore e quindi grandi percentuali, soprattutto dall’arco (46.2% da tre, 3° in D-I). Con quattro upperclassmen in doppia cifra e la felice aggiunta dell’utile Cameron Krutwig sotto le plance, hanno buone dosi d’equilibrio ed esperienza: a inizio gennaio, recuperati due titolari infortunati, saranno anche profondi.

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