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Boston Celtics, sulle ali dell’entusiasmo

Autore: Giulio Scopacasa
Data: 29 Nov, 2019

Dopo un’ultima stagione, difficile sotto diversi aspetti per Boston, nel Massachusetts sembra essere tornato l’entusiasmo. Quando Al Horford, anima veterana del roster, ha preso un biglietto di sola andata per Philadelphia in estate, pochi avrebbero creduto ad una ripresa così netta. I problemi di spogliatoio sono scivolati nelle valigie di Kyrie Irving e la parziale eclissi delle giovani promesse della squadra è terminata. Anche Gordon Hayward era tornato ad essere convincente dopo una prima stagione post infortunio davvero complessa prima di essere nuovamente colpito dalla sfortuna. La rottura della mano lo terrà fuori per qualche mese, ma il suo rientro darà manforte alle fila dei Celtics già verso la metà della regular season. Per il momento un record di 13-4 sta garantendo alla squadra di Brad Stevens il secondo posto nella Eastern Conference. Andiamo ad analizzare quelli che sono i punti chiave dell’ottima partenza dei biancoverdi.

La difesa solida e Marcus Smart

Finora ciò che ha funzionato al meglio è stata l’organizzazione difensiva. I Celtics sono in lotta per il primo posto per defensive rating tra le squadre NBA, con 102.7 punti concessi per 100 possessi. Soltanto Jazz, Heat e Nuggets sono migliori a 102,6, una differenza quasi nulla. La versatilità di elementi come Jayson Tatum, Jaylen Brown, Daniel Theis e, soprattutto, Marcus Smart, ha permesso a Brad Stevens di ritornare a quel sistema che, nella propria metà campo con la difesa schierata, aveva portato Boston alle finali di conference due anni fa. Il vantaggio guadagnato da alcuni cambi sistematici in difesa si concretizza quando giocatori come Smart riescono a non andare sotto contro stelle del calibro di Antetokounmpo o Embiid. Il lavoro del coaching staff non si ferma soltanto a questo. La comunicazione tra compagni e lo sforzo di squadra sono migliorati esponenzialmente. La conseguenza di questi due aspetti può essere intravista in una statistica avanzata. Boston concede soltanto 13.3 punti da palla persa a partita, a dimostrazione della transizione difensiva elitaria. Come abbiamo detto, Marcus Smart è la vera e propria anima della squadra. Non si tratta soltanto del 99.5 di rating difensivo, ma delle doti di leadership che riesce a trasmettere sul parquet. Al momento si tratta di un giocatore indispensabile.

Complementari

Se l’anno scorso si è trattato del periodo più difficile della breve carriera di Jaylen Brown e Jayson Tatum, quest’anno sembra tutto essere tornato alla normalità, con i due che continuano lo sviluppo individuale in maniera ottima. Con le due ali in campo, il Net Rating dei Celtics, cioè la differenza tra punti segnati e subiti per cento possessi, è di 9.0. Senza di loro il rapporto tra assist e palle perse passa da 2.26 a 1.60, evidenziano la loro importanza. Il loro inserimento negli schemi della squadra è tornato elevato. Difensivamente riescono a gestire bene la politica dei cambi sistematici usata in diverse situazioni da Stevens, e in attacco nessuno sfigura. Lo usage di Tatum è passato da 21.8% la scorsa stagione, dove la maggior parte dei possessi era monopolizzata da Kyrie Irving, al 26.6% di quest’anno. Senza l’attuale giocatore dei Nets si sono abbassati anche i pick & roll giocati per partita, una delle giocate preferite da Kyrie, come spiegato perfettamente in questo articolo di The Shot.

Boston

Una lunga strada

Esaminando attacco e difesa di Boston, sono svariati i punti di forza e pochi quelli di debolezza. Con poco spazio salariale e di manovra a disposizione, basterà il roster attuale per arrivare fino in fondo? Sicuramente manca qualcosa per raggiungere il livello di alcune squadre più pronte della Western Conference. A est i Celtics sono una delle favorite insieme a Milwaukee, guidata dal solito Giannis, ai Raptors, orfani di Leonard ma comunque con un roster di livello e Philadelphia, sempre alla finestra durante i playoffs. Boston avrebbe bisogno che Kemba Walker alzasse l’asticella durante la seconda parte di stagione e, magari, che alla trade deadline, Danny Ainge porti in maglia verde un playmaker di riserva. Brad Wanamaker non sembra poter essere una soluzione realistica, a causa della sua incostanza. Carsen Edwards sta soffrendo in difesa e la giovane età non lo aiuta nelle scelte offensive. Lui, come Tremont Waters, ottimo in G-League, ha bisogno di tempo per sviluppare il proprio gioco. Per arrivare il più lontano possibile l’arma migliore di Boston è il coaching staff di Brad Stevens, che, finora, ha deluso ben poche volte.

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