Home 9 NBA 9 Brooklyn Nets nella Bolla: ce la faranno a rilanciarsi in vista del 2021?

Brooklyn Nets nella Bolla: ce la faranno a rilanciarsi in vista del 2021?

Autore: Andrea Brambilla
Data: 21 Lug, 2020

I Brooklyn Nets stanno decisamente attraversando un periodo di transizione della loro storia recente. Dopo anni a rifarsi della trade del 2013 con i Celtics il GM Sean Marks era arrivato al doppio colpo della passata free agency, firmando la coppia Irving-Durant. L’aggiunta di DeAndre Jordan sembrava la ciliegina sulla torta e l’assenza di Durant avrebbe reso la stagione in corso un mezzo successo, necessario per far integrare i nuovi arrivati (era arrivato anche Taurean Prince via trade da Atlanta) al core attualmente esistente, in vista di un 2020-21 puntato a vincere il titolo.

Le cose, però, sono andate diversamente da quanto ci si aspettava: Irving ha tenuto il ruolo di seminatore di zizzannia che aveva a Cleveland e, soprattutto, a Boston. Nonostante alcune buone performance, è stato costretto a fermarsi per un’operazione alla spalla. Coach Kenny Atkinson, artefice dei buoni Nets dell’anno passato e dell’esplosione di D’Angelo Russell, è stato licenziato. La pandemia, poi, ha fatto il resto.

Ora, i Brooklyn Nets si preparano ad affrontare la bolla di Orlando, ma la loro partecipazione ai playoff potrebbe essere messa in discussione. In attesa di vederli di nuovo in azione, ecco cinque punti salienti tramite i quali guardare ai Nets, affrontando gli spinosi argomenti del futuro prossimo e remoto.

 

Una sfiga colossale

In passato, la sfortuna è stata prerogativa di altri team: i Clippers e Portland ne sanno qualcosa, gli Spurs l’hanno vissuta l’anno passato. Ufficializzata la ripresa, i Nets contavano come assenti solo Nic Claxton (operato alla spalla), Durant e Irving a causa dei rispettivi infortuni. Il 23 giugno, poi, la doppia tegola: Spencer Dinwiddie e DeAndre Jordan positivi ai tamponi per il Covid-19. Jordan comunica di non partecipare alla bolla di Orlando, Dinwiddie resta in dubbio.

Pochi giorni dopo è il turno di Wilson Chandler, che fa opt out  per stare vicino ai figli e alla nonna. Al secondo tampone (anch’esso positivo), Dinwiddie decide di rinunciare: accusa infatti febbre, dolori al torace e fatica a respirare. Non vale la pena partecipare ad Orlando per aggravare le condizioni di salute. Ma dato che le sfortune non vengono mai da sole, si aggiunge la positività e l’opt out di Taurean Prince. Il roster dei Brooklyn Nets è davvero ridotto all’osso e, subito dopo una serie di firme riparatorie, anche Michael Beasley (ultimo arrivato in casa Nets) risulta positivo al COVID e lascia Orlando senza nemmeno avere allacciato le scarpe. Perché le sfortune non vengono MAI da sole…

Rimpiazzi lampo

Sean Marks decide di correre ai ripari. Assolda fino al termine della stagione Donta Hall (matricola undrafted del 2019 e che ha militato in GLeague e ai Pistons), Tyler Johnson, Michael Beasley e Jamal Crawford. A poco sono servite le avances di Iman Shumpert, disposto a tornare a Brooklyn dopo aver avuto un buon impatto in maglia Nets a inizio regular season, quando Chandler era stato sospeso 25 partite per squalifica causa doping. Peccato, anche perché Beasley dovrà scontare 5 partite di sospensione per avere violato i protocolli antidroga della NBA. Dopo gli iniziali interessi per Cousins e la trattativa per portare Amir Johnson abbastanza avviata, Brooklyn ha scelto di puntare su Lance Thomas per rinforzare il front court. Tutti questi giocatori hanno una chance più unica che rara di mettersi in mostra e diventare asset dei Nets 2020-21.

Per Beasley si tratterà di riprovare in ottobre. Appena firmato e appena arrivato alla bolla di Orlando, infatti, è risultato positivo al test del Covid e costretto a lasciare la bolla, senza nemmeno un allenamento con il nuovo team.

La grande opportunità di Crawford e Beasley secondo Shams Charania di The Atlethic

Jamal, non dovevamo rivederci più?

La firma che più affascina è, certamente, quella di Crawford. Arrivato ai 40 anni, il tre volte sesto uomo dell’anno non aveva ancora trovato un team disposto a puntare su di lui in uscita dalla panchina. Eppure, parliamo del più anziano giocatore a segnare più di 50 punti, l’unico ad averne segnati altrettanti con quattro maglie diverso e sarà bello vedere, ancora per qualche partita, il fenomeno di Seattle. Anche perché, come da lui dichiarato, in offseason dovrà vedere le offerte. Se non ne arriveranno (o se non saranno appetibili), sarà il momento di appendere le scarpe al chiodo.

39 anni e non sentirli: i 51 punti di Jamal Crawford in maglia Suns (9 aprile 2019)

I Nets nella Bolla

Brooklyn si trova attualmente settima a Est. Ha mezza partita di vantaggio sui Magic (ottavi e senza Isaac e Aminu, infortunati) e sei sui Washington Wizards (attualmente noni, senza Beal e Bertans e con due giocatori positivi al tampone poco prima di partire). L’attacco passerà dalle mani di Jarrett Allen, e Vaughn ha chiesto le firme fatte apposta per alleggerire il carico di fatica nei suoi confronti. Grande attesa per Caris LeVert: autore del record per punti fatti tra quarto quarto e supplementare (contro i Celtics), è la seconda opzione offensiva alle spalle di Allen. Dovrà dimostrare a Marks che può essere lui il terzo violino dietro Durant e Irving, senza rinunciare a Dinwiddie. La squadra sarà comunque chiamata a lottare: se il settimo posto potrà essere facile preda dei Magic meno decimati, Brooklyn dovrà farsi valere contro una Washington che, stando a coach Scott Brooks, è venuta in Florida per vincere nonostante le defezioni.

Il record di LeVert contro i Celtics (3 marzo 2020)

Il roster dei Nets nel 2021

Grande incognita dell’offseason. Saranno liberi Joe Harris e Chandler, mentre Garrett Temple ha una team option e starà ai Nets decidere se esercitarla o meno. Unica certezza della vicenda è che, finalmente, il 1 luglio Brooklyn ha esaurito la stretch provision nei confronti di Deron Williams. I dubbi, invece, avvolgono il futuro dei Nets: nuovo coach (godfather – offer a Popovich, poi smentita) o tenere Vaughn? Come trattenere Joe Harris? Chi tenere dei giocatori firmati per giocare nella bolla? Soprattutto, Dinwiddie andrà ceduto per prendere una terza stella o resterà nel core per aiutare il team con la sua leadership?

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