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Sì, no, forse: gli italiani tentati dalla Ncaa

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 24 Mag, 2018

Nonostante gli addii – o forse, gli arrivederci – di Scott Ulaneo e Andrea Bernardi, il numero di italiani in Division I rimane alto ed è destinato a crescere ancora. Al momento, sono dodici i nostri connazionali ai nastri di partenza della prossima annata, compresi quattro debuttanti: un redshirt freshman (Francesco Badocchi, Virginia), due matricole vere e proprie (Pietro Agostini a Kennesaw State e Michael Anumba a Winthrop) e un transfer da junior college (Ethan Esposito, Sacramento State).

Le novità, però, non finiscono qui: vediamo nel dettaglio le situazioni di recruiting di giocatori che potrebbero o dovrebbero passare in Division I nell’arco delle prossime due stagioni.

Class of 2018

È piuttosto paradossale, ma la situazione degli italiani eleggibili dalla prossima stagione è meno articolata e definita rispetto a quella di chi potrà passare in D-I nel 2019. Almeno per ora, visto che anche d’estate c’è margine per novità e sorprese.

Al momento, l’unico praticamente certo di sbarcare in Ncaa è Edoardo Del Cadia: un giocatore che, come il già citato Anumba, si appresta a compiere una tratta piuttosto inusuale per i giocatori di casa nostra: dall’Italia agli Stati Uniti passando per il Regno Unito. Figlio d’arte, 19 anni compiuti lo scorso marzo, Del Cadia è un’ala dal fisico tosto (2.03 metri per 100 chili) e dalle qualità molteplici: mano educata, fondamentali solidi, capacità di avere impatto in entrambe le metà campo.

Per un motivo o per un altro, ha trovato diverse porte chiuse quando si è accostato a club italiani di livello, il che lo ha indotto a cercare una strada diversa. Sfiorato l’approdo nel mondo delle high school americane nel 2015, la svolta per lui è arrivata l’anno seguente, col passaggio alla Myerscough Basketball Academy, nel nord-ovest dell’Inghilterra. Lì si è da subito messo in evidenza nella EABL, ricevendo le prime attenzioni da parte di università di Division I (fra le interessate dell’epoca, vale la pena citare Virginia Tech) oltre che da Montverde, pur decidendo alla fine di restare un altro anno nel Lancashire. Durante l’ultima annata, Del Cadia si è imposto fra i migliori prospetti del Regno Unito, il che di certo non guasta in ottica Ncaa.

 

Le squadre che nel tempo si sono inserite nel suo percorso di recruiting sono una ventina, con gradi d’interesse che variano dal semplice sondaggio all’offerta di borsa. A oggi, Del Cadia ha ristretto il cerchio a sei college: fra questi, il nome che spicca di più è quello di Missouri, ma qui il discorso si complica. Cuonzo Martin si è detto molto interessato al giocatore ma disposto a offrire una borsa solo dopo un incontro faccia a faccia – incontro che finora non è avvenuto, non riuscendosi a incastrare con gli impegni del ragazzo. Nel frattempo, il recruiting di Mizzou è andato avanti per la propria strada e il ritorno a sorpresa di Jontay Porter (dato per certo nelle ultime ore) precluderebbe del tutto questa opzione a Del Cadia, per via del limite di scholarship annuali. Insomma, in linea teorica, l’unica strada che condurrebbe ai Tigers, sarebbe quella di un approdo nel 2019 dopo un anno di junior college.

Gli altri college da lui preferiti appartengono al mondo delle mid-major: East Tennessee State (SoCon), Florida International (C-USA), James Madison (CCA), Kennesaw State (A-Sun) e Mount St. Mary’s (NEC). Fra questi, dovrà scegliere quali visitare in via ufficiale (non più di cinque, da regolamento). La selezione finale dovrebbe avvenire fra una o due settimane.

Fra i papabili di questa classe, c’è anche Guglielmo Caruso, da sempre uno dei ’99 più in vista del panorama italiano. Per lui, gli USA hanno sempre rappresentato un’opzione attraente: l’anno scorso, infatti, aveva valutato la possibilità di fare un anno di high school, salvo poi passare al Cuore Napoli e disputare la sua prima stagione in Serie A2, chiusa con cifre molto buone (9.1 punti, 5.5 rimbalzi e 1.5 stoppate in 23.2 minuti) che, però, non sono bastate per scongiurare la retrocessione della squadra. Il suo campionato è appena terminato e per ora il futuro prossimo sembra aperto a molte possibilità – magari proprio una permanenza a Napoli, in caso di ripescaggio.

 

Un altro nome finito su qualche taccuino è quello di un ex compagno di Caruso alla PMS e suo avversario proprio nell’ultima serie dei play-out di Serie A2. Si tratta del playmaker Federico Zampini, contattato da alcuni college durante la scorsa estate ma che, al momento, è orientato verso la permanenza in Italia.

C’è infine chi è in tutt’altra direzione sulla rotta Italia-USA. Pietro Giovanardi, dopo tre anni a Long Island Lutheran, ha infatti deciso di tornare a casa. L’esterno riminese aveva suscitato interesse fra molti college di Division II ma, per lui, giocare in D-I era la condizione sine qua non per restare negli Stati Uniti.

Class of 2019

Qui il discorso si fa più interessante, con diversi giocatori proiettati verso la Division I, in alcuni casi ricevendo offerte da high major.

Il nome più importante è quello di Federico Miaschi, una delle guardie di più alto livello nel panorama giovanile italiano. Il giocatore, appena 18enne, ha messo a segno diverse belle prestazioni con la Virtus Padova durante la sua prima stagione in Serie B, viaggiando a quota 9.3 punti, 2.9 rimbalzi e 1.2 assist in 23 minuti. Poco più d’un mese fa, ha fatto la parte del leone con la nazionale U18 che ha vinto la medaglia di bronzo al Torneo Albert Schweitzer, risultando come top scorer della manifestazione (22.8 punti di media) e venendo inserito nel miglior quintetto.

«In questo momento non so ancora niente sul futuro – ci ha raccontato – ma credo sia giusto considerare tutte le proposte e valutare insieme alla mia società di appartenenza, la Reyer, il percorso migliore per la mia crescita. Riguardo i college, si sono fatti avanti in molti sopratutto dopo il torneo di Mannheim, in particolare Oral Roberts, Texas Tech e UT San Antonio e con altri avrò modo di parlarci. Il mio sogno è comunque quello di tornare, quando sarò pronto, a giocare con un ruolo da protagonista alla Reyer.»

 

Se Miaschi potrebbe anche finire per non spostarsi dall’Italia, ci sono diversi altri giocatori che si trovano già negli Stati Uniti e che hanno la Division I come obiettivo principale.

Mattia Acunzo, ala di 2.03 metri per 96 chili, anche lui dell’annata 2000, si è tolto diverse soddisfazioni negli ultimi mesi, dal titolo vinto con la sua high school, Kennedy Catholic, a un aprile nel circuito AAU buono abbastanza da far salire il numero di offerte ricevute. Ci sono diverse squadre interessate e che stanno alla finestra (anche due high major, Maryland e Wisconsin) e cinque college che hanno offerto una borsa: Appalachian State (Sun Belt), Canisius (MAAC), Toledo (MAC), Wright State e Youngstown State (entrambe della Horizon). La penultima elencata è l’unica università che ha visitato finora, in via non ufficiale. Acunzo ha davanti a sé un’estate di tornei con gli ITPS Wildcats che dovrebbe portargli altre offerte, quindi di visite ufficiali non se ne parlerà prima di luglio.

 

C’è poi chi ha già conseguito il diploma superiore e si sta facendo notare nei junior college, dove passerà un anno da sophomore prima di salire di livello. Tomas Woldetensae avrebbe dovuto esordire in D-I già nell’ultima stagione, ma era stato stoppato da un problema di eleggibilità relativo a uno degli anni di studio compiuti in Italia prima di trasferirsi a Victory Rock Prep. Ciò non gli ha impedito di cambiare piani e passare a Indian Hills, una delle migliori squadre in assoluto della NJCAA nella scorsa annata (record 33-1).

La combo guard mancina ha disputato una stagione buona (8.8 punti, 2.5 rimbalzi e 3.1 assist col 39.4% da tre), abbastanza da far lievitare le sue quotazioni e indurlo a defilarsi dall’impegno preso con UMKC, avendo ricevuto molte offerte interessanti, anche da parte di squadre delle sei grandi conference.

 

La squadra di Andrea Lo Biondo (Miles) non era della stessa caratura (record 10-21), ma ciò non gli impedito di farsi notare. Ala-centro di 2.06 metri, Lo Biondo ha chiuso la stagione sfiorando la doppia-doppia di media (13.5 punti e 9.3 rimbalzi), oltretutto con buone percentuali (57.9% dal campo col 35.9% da tre, oltre al 75.3% ai liberi).

Ha ricevuto delle offerte dalla D-I, ma ha comunque deciso che farà anche il secondo anno di JuCo. La lista delle squadre interessate è già sostanziosa e dovrebbe allungarsi ulteriormente dopo le due tappe del JA32 (torneo organizzato da JUCO Advocate) che disputerà a luglio. Queste le squadre che finora si sono fatte avanti per il varesino: Dartmouth (Ivy), Houston Baptist (Southland), IUPUI (Horizon), Marshall (C-USA), North Dakota (Summit), South Alabama (Sun Belt), UC Riverside (Big West), UIC (Horizon), Wagner (NEC).

 

Un altro lungo che ha ben figurato è Thomas Binelli. L’ex Bergen Catholic ha messo su buone cifre a Monroe College (record 20-11), confermando una volta di più le sue doti di cecchino dalla linea da tre (10.6 punti e 3.9 rimbalzi di media, 43.3% dall’arco con 4.8 tentativi a partita). Cinque le università di D-I che si sono interessate a lui in tempi recenti: Fairleigh Dickinson (NEC), Iona (MAAC), Little Rock (Sun Belt), San Diego (West Coast) e Stony Brook (AmEast).

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