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DiVincenzo da 10: le pagelle della finale

Villanova guard Donte DiVincenzo, center, celebrates with teammates at the end of the championship game against Michigan in the Final Four NCAA college basketball tournament, Monday, April 2, 2018, in San Antonio. Villanova won 79-62. (AP Photo/David J. Phillip)

Villanova

Eric Paschall, 6.5 – Lontano dalla versione dominante vista con Kansas, in difesa fa sempre fatica quando Wagner lo attacca frontalmente dal palleggio. Sotto i tabelloni però risponde “presente” e, a inizio ripresa, è autore di un bel uno-due personale (tripla dal lato e 1-vs-1 vincente contro il tedesco) che proietta subito i Wildcats sul +14.

Omari Spellman, 6.5 – Porta atletismo, fisicità ed energia fondamentali sotto canestro, con 11 rimbalzi catturati fra cui 4 offensivi che hanno contribuito a infastidire lo spauracchio teutonico.

Mikal Bridges, 7 – Abbastanza evanescente nel primo tempo, dove subisce la verve offensiva di Abdur-Rahkman. Riesce però a rialzare la testa nel secondo (in cui segna 15 dei suoi 19 punti totali), risultando determinante nell’uccidere definitivamente la partita.

 

Jalen Brunson, 5.5 – Nonostante la partenza a razzo, non è stata proprio la sua miglior partita: anzi, dal punto di vista realizzativo, è stata la peggiore dell’anno (9 punti con 4/13 al tiro). I problemi di falli lo estromettono dal match a metà ripresa, quando se ne ritrova 4 a carico. Per fortuna sua e della squadra, i compagni sono più che sufficientemente quadrati da non subire il contraccolpo della sua assenza.

Phil Booth, 6.5 – Nella ripresa ci sono stati diversi giocatori che si sono alternati (bene) su Wagner e lui, insieme a Spellman, è senza dubbio quello che ha fatto il lavoro migliore, giocando sapientemente d’anticipo ed entrando nella testa del lungo avversario.

Collin Gillespie, 7.5 – Entra in campo e subito si attacca alle caviglie di chi gli capita a tiro mentre in attacco si rende utile con due viaggi in lunetta senza errori. Sedici minuti pulitissimi e importanti.

Donte DiVincenzo, 10 – Una partita semplicemente perfetta, nella quale ha giocato da protagonista proprio nei due momenti più complicati per Villanova, ovvero nella metà iniziale del primo tempo e in quella centrale del secondo. Devastante con le sue triple dal palleggio (5/7 da tre), in attacco riesce a non cedere il fianco ai suoi due difetti ricorrenti (percentuali nelle conclusioni al ferro e palle perse), è bravo nel servire i compagni e, come se non bastasse, fa la differenza anche in difesa, segnalandosi per una stoppata alla Konate (cioè a due mani). Mette insieme un career-high (31 punti) proprio nell’incontro più importante della sua vita, venendo eletto come Most Outstanding Player. Impossibile sognare qualcosa di meglio.

 

Michigan

Moritz Wagner, 5.5 – Un inizio da iradiddio (9 punti nei primi cinque minuti) per poi sparire piano piano. La svolta difensiva di Villanova nel secondo tempo gli nega o rende complicate tante ricezioni (vicino e lontano dal canestro), frustrandolo in maniera evidente.

Isaiah Livers, 6 – Solito match di bassa manovalanza e pochissimi palloni toccati in attacco.

Charles Matthews, 4 – La delusione della partita. Confusionario, pasticcione, impreciso. Rari bagliori di classe in mezzo a una serie di errori inedita in questo Torneo: chiude la serata con appena 6 punti segnati (3/9 dal campo, 0/4 ai liberi) e 3 perse.

Zavier Simpson, 7 – Un ottimo lavoro difensivo su Brunson e in attacco si spinge fin dove i suoi limiti glielo consentono (10 punti e 2 assist).

Muhammad-Ali Abdur-Rahkman, 8 – Il migliore di Michigan, unico a produrre tanto e con continuità in attacco. Ottime le letture sfruttate per attaccare il canestro (dove risulta infallibile), meno la mira dall’arco (2/7): è comunque protagonista di un incontro da 23 punti con 8/13 dal campo, 5/6 ai liberi e nemmeno un pallone perso.

 

Jordan Poole, 6.5 – Solo dieci minuti in campo con una prestazione al tiro non strabiliante (1/5), ma porta tanta energia e il suo impatto, in generale, è molto buono, soprattutto a metà primo tempo.

Duncan Robinson, 5 – Non riesce mai a prendere ritmo e a fare ciò che gli viene chiesto in primis, cioè segnare da fuori: nessun punto in 22 minuti (0/3 dall’arco).

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