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Due quintetti pronti per l’Europa

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 12 Mar, 2018

Trecentocinquantuno squadre divise in trentadue conference. Intorno ai cinquemila giocatori. Il draft Nba ne prende sessanta, tra cui molti europei, e molti ragazzi finiscono nel dimenticatoio, iniziando a lavorare, usando la parentesi collegiale solo come storia da raccontare ai nipoti davanti al fuoco a Natale. Molti, invece, vanno in Europa. Dai campionati più importanti, a quelli secondari, non c’è una lega del Vecchio Continente in cui non ci sia un rookie proveniente dalla Ncaa. Abbiamo stilato due quintetti, uno più small ball, l’altro più forte fisicamente, di possibili prospetti per l’Europa, che con molta probabilità faranno un giro in Summer League, ma poi facilmente attraverseranno l’oceano.

Europe First Team

PG: Jevon Carter

Il play di West Virginia è perfetto per l’Europa. Due volte difensore dell’anno della Big 12, gran direttore d’orchestra in attacco, con una discreta percentuale da tre (38%). Appena sotto il metro e novanta, ma molto forte fisicamente. Oltre ad essere un ottimo rubapalloni, ha il sangue freddo quando la palla scotta.

SG. Keenan Evans

Protagonista di Texas Tech, una delle squadre sorpresa dell’anno, creativo nel cercare il ferro, sa inventarsi una giocata grazie alla grande velocità. Da rivedere il tiro da tre, in ribasso rispetto allo scorso anno (dal 43% al 31%). Difensore tenace grazie al mix di velocità e altezza, negli ultimi anni è cresciuto molto in questo fondamentale.

SF: Trevon Bluiett

Scorer implacabile nei quattro anni di Xavier. Dopo i primi anni da spalla, è emerso come prima opzione (19 punti di media), diventando una seria minaccia da tre (dal 32% del primo anno al 43% di questo). Potrebbe migliorare in difesa, non sempre concentrato ma se qualche squadra del Vecchio Continente è in cerca di un realizzatore, lui è il nome giusto.

PF: Yante Maten

Autentico dominatore della Sec, mantenendo l’alto rendimento mostrato lo scorso anno. Una vera bestia sotto canestro, tira col 64,5% e spadroneggia a rimbalzo, migliore offensivo e secondo in assoluto. Può rivelarsi una minaccia dal perimetro, sa tirare anche da 3 e può giocare anche da centro. Grande colpo per chi lo prende.

C: Shaquille Morris

Grandi miglioramenti negli ultimi due anni per il lungo di Wichita State, che ha trovato spazio e modo per incidere in un attacco molto bilanciato. Molto difficile da marcare sotto canestro, unisce forza fisica e agilità nel girarsi, non disdegna il tiro da tre. Non a suo agio a difendere fuori dall’area, poco mobile, ma sotto il canestro rimane un buon protettore (1.6 stoppate di media).

Europe Second Team

PG: Rob Gray

Houston è tornata al torneo e il merito è soprattutto suo. Volume scorer che ha imparato a selezionare meglio le proprio conclusioni, sempre sopra i 16 punti di media nella sua carriera. Quest’anno ha saputo anche coinvolgere di più i compagni dando via 4,7 assist di media. Leader assoluto.

SG: Marcus Foster

Passato dai radar Nba dopo il primo anno a Kansas State a solido prospetto per l’Europa, è uno scorer di livello che potrebbe fare sfracelli in Europa. Fisicamente è un tipo tosto da 190 cm per 90 chili e una gran mano, come dimostra il 44% da 3. Poco concentrato in difesa, si rifà ampiamente nell’altra metà campo.

SF: Gary Clark

La vera anima dei Bearcats, un concentrato di forza e esplosività, che sa sfruttare vicino al canestro, giocando anche in post. Sempre in movimento e ottimo rimbalzista, 8.2 di media migliore in AAC, può anche aprire il campo grazie al tiro da tre, 44% quest’anno, anche se di fondo rimane un torello sotto il canestro.

PF: Johnathan Williams

Salito alla ribalta lo scorso anno a Gonzaga, quest’anno si è confermato alla grande. Partendo sempre dal post medio o dal perimetro, Williams trova grande facilità nel segnare, avvicinandosi al canestro, sfruttando il tocco morbido. Tiro da tre poco esplorato, non troppo fisicato per essere un lungo, ma ha tutte le carte in regola per stare in Europa.

C: Angel Delgado

Il miglior rimbalzista degli ultimi due anni di Ncaa. Troppo grosso per essere arginato, troppo alto per essere sovrastato. Non gioca solo vicino al ferro, dove tira col 54%, ma sa usare anche il jumper da quattro metri. Un giocatore del genere deve avere spazio in un roster europeo.

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