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Duke domina nel giorno degli upset

Autore: Redazione BasketballNcaa
Data: 22 Mar, 2019

 

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EAST

#1 Duke – #16 North Dakota State 85-62

Dopo 10 minuti di partita moltissimi tifosi di Duke hanno iniziato a temere per la loro squadra e per i loro bracket e in generale il primo tempo, chiuso con un allungo finale, sul +4 non lasciava tranquilli i fan dei Blue Devils. Nell’intervallo Zion Williamson deve essersi detto “vabbè dai, ci penso io” e il secondo tempo è iniziato col talento del South Carolina che si è abbattuto come un tornado sulla difesa di North Dakota State. Troppo per chiunque, figuriamoci per i Bison. Williamson ha chiuso con 25 punti, uno meno di RJ Barrett, anche lui in partita (ma meno decisivo) che ha fatto segnare 26 alla fine. In generale, quando Duke (la peggiore squadra per percentuali dall’arco del Torneo) tira bene da 3 (8/19 alla fine), per gli avversari la storia si complica.

 

#4 Virginia Tech – #11 Saint Louis 66-52

Il piano partita di Saint Louis era arginare la forza dal perimetro di Virginia Tech. Ha funzionato, ma solo in parte, visto che gli spazi aperti dall’attacco degli Hokies hanno concesso una serie di comode penetrazioni al ferro. E così, dopo soli 10 minuti di gara, la formazione allenata da Buzz Williams, tra difese per lanciare il contropiede e layup, aveva già un vantaggio in doppia cifra. Insomma, partita in ghiaccio presto, controllata poi grazie all’esperienza di una squadra della ACC (i Billikens non sono mai tornati davvero sotto). Nickeil Alexander-Walker (20 punti, 7/11 e 1/2) ha lavorato più come finalizzatore che come regista e il lungo Kerry Blackshear è stato un incubo sotto canestro (11/12 ai liberi). Saint Louis ha anche provato ad alternare le difese, ma c’è stato poco da fare.

#5 Mississippi State – #12 Liberty 76-80

La cabala della March Madness dice che l’incrocio 5-12 è il più incerto e storicamente più prolifico per gli upset. L’anno scorso le numero 5 erano tutte passate indenni mentre quest’anno molte sono cadute. Tra queste Mississippi State, sorpresa da Liberty quando pensava di avere la partita in tasca, sul +10 a 7 minuti dalla fine e col lungo Reggie Perry finalmente entrato in partita. Niente da fare, a quel punto si è acceso Caleb Homesley, che ha scelto il giorno giusto per registrare il career high a 30 punti. 22 di questi sono arrivati nella ripresa, 11 nei 7 minuti finali tra cui 3 triple che hanno galvanizzato Liberty e impaurito i Bulldogs. Il 12/25 da 3 finale la dice lunga sul quanto e dove sia stata decisa la partita

 

#8 VCU – #9 UCF 58-73

Tre minuti che cambiano il volto del Torneo. Dopo 17′ del primo tempo VCU e UCF erano sul 24 pari. In quel momento un parziale di 10-0, frutto peraltro di due triple (una apertissima, l’altra complessa) hanno dato ai Knights un vantaggio risultato poi decisivo per la vittoria finale. Il lungo Tacko Fall (229 cm) è stato in campo solo 28 minuti, nei quali però ha prodotto 13 punti, 18 rimbalzi e 5 stoppate, lasciando un segno indelebile sulla gara. D’altronde il più alto dei Rams è 203 cm ed è ovvio che questo abbia creato un netto vantaggio per UCF, con Vcu che ha anche provato a raddoppiare Fall, bravissimo però a creare spazio per i compagni, in primis per BJ Taylor, che ha chiuso con 15 punti

 

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SOUTH

#1 Virginia – #16 Gardner-Webb 71-56

C’è voluto un tempo a Virginia per togliersi la scimmia UMBC dalla spalla e archiviare la pratica Gardner-Webb. I Cavaliers che hanno perso 9 palloni di media in tutta la stagione, ne hanno persi 8 nella sola prima frazione. Nella ripresa hanno cambiato registro cavalcando De’Andre Hunter (23 punti con 9/16 al tiro, 6 rimbalzi e 2 stoppate) in attacco, ma soprattutto hanno stretto le maglie in difesa e per Gardner-Webb – che c’ha sperato più che crederci di essere la nuova UMBC – si è oscurata la vallata.

#2 Tennessee – #15 Colgate 77-70

Ha faticato, e non poco, Tenneessee contro una Colgate coriacea. Dopo aver chiuso il primo tempo sul +12, sembrava cosa fatta per i Volunteers ma il tiro da tre (15/29 di squadra) e un Jordan Burns in formato Curry (32pts e 8/13 da oltre il perimetro) hanno tenuto in vita i Raiders fino ai minuti finali nonostante l’uscita prematura, per problemi alla vista, del loro leader e Patriot POY Rapolas Ivanauskas. Con un Grant Williams impalpabile e il trio di guardie Bone-Turner-Bowden chiamato a fare gli straordinari (43 punti combinati), è toccato a Admiral Schofield togliere le castagne dal fuoco con due triple clutch negli ultimi due minuti dopo aver litigato un’intera sera con i ferri della Ntionwide Arena.

 

#4 Kansas State – #13 UC Irvine 64-70

Il primo upset della giornata arriva per mano di UC Irvine che, dopo un primo tempo equilibrato contro una Kansas State orfana di Dean Wade, ha preso il largo nella seconda metà di gioco del 2º tempo trascinata dal mostro a tre teste in backcourt: Hazzard-Leonard-Cartwright. Il terzetto ha combinato per 48 dei 70 punti di squadra, mettendo a segno le triple decisive che hanno spezzato il ritmo della partita. Assente ingiustificato per i Wildcats Barry Brown Jr. che ha litigato tanto con gli arbitri (come il duo Sneed-Diarra) e segnato poco (5 punti, 2/9 al tiro), tirando al vento il pallone che poteva tenere in vita i suoi a 38 secondi dalla fine. Fondamentale per gli Anteaters un Elston Jones tanto decisivo al centro della difesa a zona di coach Turner quanto efficiente in attacco.

 

#5 Wisconsin – #12 Oregon 54-72

Un primo tempo da copione con due delle migliori difese della nazione che hanno concesso poco ai rispettivi attacchi e un secondo tempo con un’unica squadra in campo. Oregon trascinata da un Payton Pritchard sempre più leader (19+9 assist) sorprende Wisconsin grazie a una grande seconda frazione di gioco: 47-29 il parziale con la coppia King-White a colpire da fuori (31 punti in due) e Kenny Wooten a fare la voce grossa sotto i tabelloni tanto in difesa (4 stoppate) quanto in attacco con la schiacciata di pura energia che ha dato il là ai suoi a 12 minuti dalla fine. Chiude a testa alta la sua carriera collegiale Ethan Happ: ultimo dei Badgers ad arrendersi (12+8reb).

 

#7 Cincinnati – #10 Iowa 72-79

Due filosofie di gioco opposte: la difesa di Cincinnati ha retto per tre quarti di partita poi Iowa e il tiro dalla lunga distanza hanno avuto la meglio (11/22 da tre) grazie anche a un insospettabile difesa a zona che ha messo in difficoltà l’attacco ragionato di Cincy. Luka Garza con una prestazione da 20+7reb l’Mvp di serata ma fondamentale è stato l’apporto del duo di esterni Bohannon-Wieskamp e i 10 punti (tutti decisivi) di Nicholas Baer in uscita dalla panca e chiamato agli straordinari visti i problemi di falli della stella Tyler Cook. Continua la maledizione dei Bearcats: da 7 anni non superano la prima settimana di Torneo, complice anche la prestazione deludente del loro go to guy Jarron Cumberland (18punti ma 7/17 al tiro).

 

#8 Ole Miss – #9 Oklahoma 72-95

La partita tra sorprese ha sorriso ad Oklahoma che ha sopraffatto piuttosto nettamente Ole Miss. Un dominio quello dei Sooners che hanno sciorinato un gioco fluido e mostrato onnipotenza offensiva (58% da 2, 46% da 3, 80% ai liberi), facendo registrare il season-high in punti e quattro uomini con 18+. I Rebels hanno pagato lo stentato avvio (0-12 dopo 3′) ed hanno rincorso per tutto il match. Nel finale, presi dalla frenesia di recuperare, hanno abusato del tiro da tre senza avvicinarsi.

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WEST

#3 Texas Tech – #14 Northern Kentucky 72-57

Texas Tech passa il primo turno con una vittoria su Northern Kentucky dallo scarto finale abbastanza netto ma che è stata messa in sicurezza solo durante la ripresa. Chiuso il primo tempo sul +4, i Red Raiders hanno continuato a seguire lo spartito di sempre seguendo la richiesta di coach Chris Beard, ovvero quella di gettare un po’ più di aggressività in campo.

Come al solito, i texani hanno costruito il proprio successo a partire dalla difesa. Su 27 vittorie conquistate quest’anno, questa è la 16a conseguita concedendo meno di 60 punti e la 18a tenendo gli avversari al di sotto di 0.9 punti per possesso. I Norse non potevano avere scampo con un 37.1% dal campo accompagnato da pochissimi viaggi in lunetta (6/8 ai liberi).

Jarrett Culver è stato la star di giornata con una prova da 29 punti, 8 rimbalzi e 7 assist. Inarrestabile in avvicinamento a canestro (quest’anno ha un allucinante 68.9% al ferro), ha deliziato gli spettatori con uno dei suoi soliti spin move, oltre a risultare preciso negli jumper presi (3/5 da tre) e molto attento e puntuale nel dare via la palla, specie in transizione. In una parola: perfetto.

 

Davide Moretti ha chiuso la gara in doppia cifra (10 punti, 5 rimbalzi, 2 assist) per la 19a volta nelle ultime 21 partite, facendo ampiamente il suo dovere in entrambe le metà campo. A livello di curiosità statistica, salta all’occhio il suo 0/4 da tre. L’ultima partita che il Moro aveva disputato senza segnare almeno una tripla risaliva a ben tre mesi fa, contro Duke.

 

#6 Buffalo – #11 Arizona State 91-74

Buffalo trita Arizona State e stacca il biglietto per il secondo turno. Una vittoria nata dall’attacco che dopo un avvio diesel non si è più fermato. 51% dal campo, 37% da tre, 15 assist e un domino a rimbalzo che ha dato via al primo parziale. Una vittoria simbolo delle migliori caratteristiche dei Bulls: hanno spinto in transizione alla ricerca di canestri facili e veloci, le spaziature in attacco sempre perfette, un leader come CJ Massinburg, 18 punti per lui, e un Nick Perkins che ha chiuso il centro dell’area e segnato ogni qualvolta è arrivato sotto canestro.

Una delle giocate più ricorrenti della partita

 

A proposito di Massingburg, il capitano di Buffalo è a 28 punti dal diventare il miglior marcatore della storia dei Bulls, quindi avrà una motivazione ulteriore per scrivere una grande storia al torneo. É stata la vittoria dell’allievo contro il maestro. Nate Oats era l’assistente di Bobby Hurley sulla panchina di Buffalo tra il 2013 e il 2015 e quando Hurley si è trasferito ad Arizona State, proprio Oats, che faceva l’insegnante di matematica fino al 2012, è diventato head coach. “It was not fun really” il commento di Oats dopo la partita. Arizona State era partita bene, trovando punti sotto canestro facilmente, ma appena Buffalo ha chiuso l’area non sono riusciti a trovare altre soluzioni offensive. 

 

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MIDWEST

#1 North Carolina – #16 Iona 88-73

Quando Iona ha segnato la decima tripla nel solo primo tempo per andare sul +7, Roy Williams ha iniziato a perdere la pazienza. Tutto si aspettava tranne che un giocatore dal 28% in stagione come Randy McGill gli sparasse un bel 7/9 da 3. E soprattutto non si aspettava che i suoi ragazzi iniziassero il torneo in pantofole: “Ci ha detto che stavamo giocando in modo inaccettabile”, ha detto Cam Johnson, il primo a dare la sveglia nella ripresa assieme a Luke Maye che ha smesso di litigare con il canestro. McGill è rimasto l’unico dei campioni della Maac a segnare nel secondo tempo e così i Tar Heels sono riusciti a ribaltare una partita molto complicata per 20’. Ottima la partita di Nassir Little (19 punti in soli 17’), ma nel complesso troppo grandi e grossi i lunghi di UNC per i Gaels, doppiati secchi a rimbalzo (52-26). E con il 63% dal campo nel secondo tempo, Roy Williams ha mantenuto immacolato il suo record al primo turno.

 

#3 Houston – #14 Georgia State 84-55

Tutto secondo copione per i campioni della AAC che hanno immediatamente preso il largo contro una Georgia State appannata dall’arco – 26.1% contro il 38.8% del resto della stagione -. L’unico che ha provato a tenere in piedi la baracca dei Panthers è stato come sempre D’Marcus Simonds, ma la sua voglia di vincere lo ha portato a strafare chiudendo con un pessimo 8/21 al tiro. Niente di nuovo anche sotto il sole texano dove Corey Davis Jr si è confermato il faro della squadra (26 punti, 7 rimbalzi, 6 assist). I Cougars hanno iniziato al meglio il loro Ballo, hanno dimostrato di essere tosti e di non regalare niente a nessuno: se l’obiettivo è quello delle Final Four, la strada è quella giusta.

#6 Iowa State – #11 Ohio state 59-62

“Per fortuna a quest’ora non ci sono bambini che guardano questa partita perché i fondamentali qui sono finiti fuori dalla finestra”: il commento della Espn rende piuttosto bene l’idea di una partita che ha avuto giusto un grande equilibrio fino alla fine, ma pochissima buona pallacanestro in mezzo. E ancora una volta dopo aver vinto il torneo della Big12, Iowa State ha deluso al torneo, facendosi eliminare da una tutto sommato modesta Ohio State. Ai Buckeyes sono bastati due giocatori: sotto canestro Kaleb Wesson ha fatto quello che ha voluto (21+12) e Keyshawn Woods ha vinto il duello con le guardie di Steve Prohm. Non è bastato il solo Maryal Shayok (23 punti) per i Cyclones che hanno avuto comunque la tripla del pareggio, mandata da Nick Weiler Babb sul ferro. Giusto così.

 

#8 Utah State – #9 Washington 61-78

Quella tra Aggies e Huskies è stata una partita pari sino a quattro minuti dall’intervallo, quando Washington ha piazzato il primo parziale con quattro canestri consecutivi perfettamente divisi tra Noah Dickerson e Matisse Thybulle. Il più atteso era decisamente il secondo, ma Dickerson si è preso la scena finendo la partita con una doppia-doppia da 20 punti e 12 rimbalzi. Per Utah State non c’è stato molto da fare, le percentuali al tiro da tre parlano da sole (35% contro il 58% degli avversari), ma è stato l’attacco in generale a non funzionare a dovere. L’unica nota negativa nella serata degli Huskies è stata l’espulsione di David Crisp per falli quando sul cronometro mancavano ancora otto minuti, una disattenzione che non dovrà ripetere al prossimo turno.

 

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