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East – La furia di Purdue e il ritorno di Carr

Purdue March Madness 2022
Autore: Manuel Follis
Data: 19 Mar, 2021

Yale è durata 10 minuti, ma alla distanza è venuta fuori la forza di Purdue che ora affronterà Texas. Nell’altro match infatti i Longhorns hanno regolato più facilmente di quanto non dica il punteggio la pratica Virginia Tech trascinata da un Marcus Carr in grande forma.

#3 Purdue – #14 Yale 78-56
#6 Texas – #11 Virginia Tech 81-73

Una forza della natura

A fine partita il tabellino recitava 33 tiri liberi per Purdue e 11 per Yale. Un dato non frutto dell’arbitraggio ma della difficoltà per i Bulldogs di arginare i Boilermakers, in primis il super centro Zach Edey che è stato una spina nel fianco fin dai primi minuti di gara. Alla fine il gigante di Purdue ha chiuso con 16 punti con 8/10 ai liberi, 9 rimbalzi e 3 stoppate in 20 minuti.

Non si può dire che Yale non ci abbia provato, ma l’unico a tenere il ritmo degli avversari con costanza è stato Azar Swain (18 punti alla fine) con qualche sprazzo di EJ Jarvis. Troppo poco per Purdue che ha ruotato 10 giocatori con minutaggio in doppia cifra (nessuno sopra i 30 minuti) e ha avuto un Jaden Ivey nelle serate in cui è anche preciso da fuori (3/6 dall’arco). Per la star della squadra (e futura scelta NBA) alla fine 22 punti con 7/9 dalla lunetta e 4 rimbalzi.

Bentornato Marcus Carr

Coach Chris Beard lo ha atteso sostanzialmente per tutta la stagione e lui da vera diva ha aspettato il palcoscenico più importante per mettersi in mostra. Parliamo ovviamente di Marcus Carr, che al suo esordio alla March Madness ha giocato un match solido contro Virginia Tech, partendo da un’ottima difesa fino a un attacco molto più efficace di quanto mostrato in stagione. Lo step back con jumper a 2 minuti dalla fine è l’immagine più esemplificativa di una partita giocata in controllo. Per l’ex Minnesota alla fine 15 punti e ben 9 assist (massimo stagionale).

In generale è tutta Texas che è sembrata in palla, molto in linea con le squadre allenate da Beard, contraddistinte da grande aggressività, palle recuperate, punti in contropiede e lotta a rimbalzo. A metà del secondo tempo i Longhorns hanno messo a segno un parziale di 14-1 che è quello che ha effettivamente spaccato in due la gara. In più il tiro da tre quando entra aiuta sempre: 10/19 alla fine con Andrew Jones (protagonista nel primo tempo= che ha chiuso a 5/7.

Virginia Tech ha pian piano subito l’intensità degli avversari e non si è mai ripresa. Hunter Cattoor, l’eroe della finale del torneo della ACC contro Duke, ha messo punti a referto quando ormai la gara era andata e in generale tutta la squadra, terza in Ncaa per % da 3 punti, non ha trovato la luce dall’arco (4/12 finale). Merito anche della difesa di Texas che ha preparato al meglio la partita. Ora però c’è Purdue e sarà meno facile.

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