Il telecronista/commentatore della Espn Jay Bilas nel corso del secondo tempo a un certo punto ha detto: “Mi fanno ridere quelli che dicono che se Gonzaga fosse un team della ACC e non della WCC finirebbero con più sconfitte che vittorie. Ma li avete visti giocare?“. In effetti il big match della notte che vedeva affrontarsi la numero 1 del ranking (Gonzaga) in casa della numero 20 (Saint Mary’s) ha decretato senza ombra di dubbio che attualmente i Bulldogs, vincitori alla fine per 74-64, meritano di stare ai piani alti del ranking Ncaa e rimanere imbattuti con un record di 26-0. Ecco cosa è successo nella gara
The big man inside
Non vi fate ingannare dalle cifre, perché il tabellino di Przemek Karnowski, il centro di Gonzaga, dice 19 punti (in 25 minuti) con 9/13 al tiro (più 9 rimbalzi). Ma in realtà, senza stare a fornirvi i dettagli e chiedendo di crederci sulla parola, sostanzialmente Karnowski ogni volta che ha avuto la palla in mano in modo decente è andato a referto, facendo molto male alla difesa di Saint Mary’s e creando spazio per i compagni. Un killer nell’area, con peso per avvicinarsi di potenza ma anche mano per far male dai 3/4 metri. Si è dovuto fermare per un piccolo infortunio al piede destro a cavallo tra primo e secondo tempo. Ma la sostanza è che se il polacco è sano, è una tassa per gli avversari.
Una gara in rincorsa
Dal 2-0 iniziale, Saint Mary’s si è poi sempre trovata a rincorrere. I Gaels sono stati traditi dal tiro da 3 (26,7% per una delle migliori squadre dall’arco della nazione) anche a causa delle scelte di tiro, non sono mai riusciti a incidere sui due lati del campo. In particolare hanno sofferto i due piccoli della squadra, Emmett Naar e Joe Rahon. Il primo ha vissuto una serata incubo (5 punti, 2/11 al tiro e 4 palle perse) che ha messo in evidenza tutto il gap fisico nei confronti di guardie più strutturate. Rahon è stato più solido, forse quello più continuo nell’arco della gara (9pt, 8 rb, 6 ast) ma è risultato complessivamente poco incisivo.
Silas, come diavolo hai fatto?
Nella corsa per il giocatore più migliorato dalla scorsa stagione dovreste mettere tra i papabili Silas Melson, il junior che un anno fa era un semplice giocatore da rotazione e che invece si sta trasformando in una pedina fondamentale dalla panchina per Gonzaga. In tutta la WCC è secondo per rating offensivo e primo per eFG% e TS%. Un vero incubo per Saint Mary’s, visto che se si prendono in esame le due gare di andate e ritorno Melson ha segnato in totale 19 punti con 4/5 da 2pt, 3/3 da 3pt e 2/2 ai liberi. Se vi chiedete quali sono i segreti di Gonzaga, la stagione di Melson è tra questi.
Willams, Landale e gli altri
Non vi abbiamo ancora detto chi è stato il vero MVP della gara e cioè il lungo Johnathan Williams, che di recente abbiamo indicato come termometro per Gonzaga. La sua stat line è da manuale: 17 punti, 6/8 da 2pt, 1/1 da 3pt, 2/2 in lunetta, più 9 rimbalzi, 1 assist, 2 stoppate e 1 recuperata. E così, con Willams più Karnowski entrambi “on fire” non c’è nemmeno stato bisogno per coach Mark Few di scomodare i freshmen Zach Collins e Killian Tillie. Il giocatore più forte di Saint Mary’s invece, ossia Jock Landale, come all’andata è stato nuovamente gravato da falli giocando meno minuti del solito. Ha iniziato male ma nella seconda metà di gara è stato in effetti il migliore dei Gaels, chiudendo con 24 punti (8/14) e 8 rimbalzi. Serata-no invece per Josh Perkins di Gonzaga (confusionario nelle scelte, il che è grave per una PG) e Calvin Hermanson di Saint Mary’s, che ha tirato male rispetto alle sue medie.
The journey to the tourney
A Gonzaga restano quattro partite di stagione regolare, 3 delle quali in casa, l’ultima contro l’avversario potenzialmente più pericoloso, cioè BYU. La sostanza è che facendo due conti le probabilità che i Bulldogs chiudano con un record di 30-0 sono molto alte. Poi inizierà il torneo di Conference. È chiaro in ogni caso che ormai Gonzaga ha già strappato un biglietto per il torneo Ncaa e si tratta solo di capire con che testa di serie. L’anno più simile a quello attuale della loro storia è stato il 2015, quando chiusero la stagione regolare della WCC proprio perdendo in casa contro BYU. Poi però arrivarono a un passo dalla F4 perdendo contro la Duke che poi sarebbe stata campione Ncaa.