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Gonzaga ringrazia Timme e batte Michigan State

drew timme

A volte la differenza tra due squadre la fa un giocatore solo: è il caso di Drew Timme, leader, anima e assoluto trascinatore di una candidata al titolo come Gonzaga che però al momento sembra avere una sola arma per arrivare fino in fondo. Che è invece quello che manca a Michigan State, alla ricerca di un giocatore in grado di segnare negli ultimi minuti di una partita che gli Spartans hanno a lungo comandato e che potevano anche vincere.

Finisce sul ferro il tiro chissà poi perché da 3 di Jaden Akins e così Mark Few evita di perdere l’imbattibilità stagionale già alla seconda partita con gli Zags che la sfangano per un punto.

Che è stata strana come la location assolutamente particolare dove si è disputata: dopo un decennio l’Armed Forced Classic, tradizionale omaggio alle forze armate americane, è tornato sul ponte di una nave e la USS Abraham Lincoln ormeggiata nel porto di San Diego è stato il ‘palazzo dello sport’ per il primo big match della stagione del college basket. Le luci del tramonto del primo tempo e il vento dell’oceano Pacifico non sono l’abituale contorno di una partita di pallacanestro e, oltre alla ruggine dell’inizio stagione, i giocatori hanno dovuto fare i conti anche con difficoltà naturali tutt’altro che banali.

Il ponte dell’Abraham Lincoln

Ne è comunque venuta fuori una partita piacevole soprattutto nel primo tempo che ha mostrato ancora i limiti di Gonzaga che già si erano visti nella brutta sconfitta contro Tennessee. Disattenzioni in difesa, scarsa efficacia del contropiede, backcourt poco pericoloso e lento inserimento dei nuovi arrivati, con Malachi Smith ed Efton Reid inutili se non dannosi. Però Mark Few ha Drew Timme, colui che dà la sveglia, si porta dietro tutti e risolve: 22 punti e 13 rimbalzi con il senior degli Zags che ha litigato solo con i tiri liberi (4/10) ma che con il gioco del basket fa sempre pace, dopo un primo tempo complicato come quello di tutti i suoi compagni.

 

All’intervallo Michigan State è infatti avanti di 7 punti che diventano poi 12 dopo l’inizio di un secondo tempo ancora pieno di palle perse (18 alla fine, di cui 11 solo nei primi 20′), con Mady Sissoko che sembra un lungo decente e gli Spartans che nel complesso giocano tutti con più attenzione e durezza rispetto agli Zags. Nonostante l’orrenda partita di Joey Hauser (2 punti con 0/5 al tiro e tanti problemi di falli), Tom Izzo cava fuori il meglio dal suo non eccelso roster, a cui manca però proprio il go to guy che salvi tutto quando la palla scotta.

Malik Hall, AJ Hoggard e Tyson Walker sono giocatori affidabili ed esperti che possono garantire agli Spartans un’onesta stagione e anche l’ingresso nel ranking. Drew Timme è invece la star degli Zags che può riprovare a portare i suoi compagni alle Final Four. Ma sarà il caso che si diano una sveglia anche da soli perchè non sempre il loro leader potrà salvarli.

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