Tanti transfer, qualche europeo, un paio di ottimi prospetti per l’NBA e una rosa di dominatori d’area: la Top Ten dei centri per la stagione Ncaa 2025/26 è un viaggio tra certezze e promesse che puntano a realizzarsi.
10. Henri Veesaar
North Carolina – 9.4 PTS, 5.0 REB, 1.3 AST (ad Arizona) – 214 cm, 107 kg
Quando l’anno scorso Montejuvas Krivas è stato messo ko dall’infortunio, un altro 7-footer dell’est Europa ha trovato più spazio e mostrato ottime cose. L’estone ha aumentato notevolmente la sua stazza dall’arrivo negli Stati Uniti e ha chiuso la stagione con 9.8 punti e 5 rimbalzi in meno di 21 minuti di media. Il trasferimento a UNC può giovare al suo sviluppo: è un buon rimbalzista, ha piedi veloci e mani educate considerando il fisico che deve portare in giro, e in alcuni momenti si sono intravisti anche sprazzi di un buon gioco fronte a canestro. Per ora si guadagna da vivere da bloccante per i pick and roll e sfruttando i palloni che riceve in area, ma potrebbe diventare un profilo molto più completo e incisivo anche in difesa.
9. Graham Ike
Gonzaga – 17.3 PTS, 7.3 REB, 1.4 AST – 206 cm, 113 kg
Dopo un decennio ai vertici, l’anno scorso è arrivata una flessione per Gonzaga, seconda dietro Saint Mary’s in WCC e fuori al secondo turno del torneo. La risalita passa sicuramente dalla coppia di lunghi titolari e in particolare da Graham Ike, uno dei più anziani giocatori della nazione: tra la pandemia e l’anno di stop per trasferirsi nel 2022, il centro dei Bulldogs è al sesto anno di college. La sua esperienza si vede anche in campo: spesso porta a casa punti facili attorno al canestro perché sa leggere le situazioni in anticipo e usare il corpo per portarsi al posto giusto al momento giusto. In generale è un lungo solido, fastidiosissimo a rimbalzo (17.3 punti e 7.3 carambole catturate lo scorso anno) e letale in uscita dal pick and roll, oltre che un elemento di livello in difesa.
8. Zuby Ejiofor
St. John’s – 14.7 PTS, 8.1 REB, 1.6 AST – 206 cm, 111 kg
Il suo ritorno per l’anno da senior a St. John’s dopo il titolo della Big East è stato miele per Rick Pitino, che nel frattempo gli ha praticamente costruito un nuovo quintetto intorno pescando dal transfer portal. Dividerà il frontcourt con Bryce Hopkins – se i suoi problemi fisici dovessero essere definitivamente alle spalle -, ma il punto di riferimento rimane lui, dopo l’exploit dello scorso anno: 14.7 punti e 8.1 rimbalzi di media con il 58% dal campo. Pur non essendo dotato di grandissima elevazione, gioca con grande energia e sa sempre dove posizionarsi su entrambe le metà campo. Riesce ad usare molto bene il corpo tanto da bloccante quanto per farsi spazio sotto canestro, e lo scorso anno ha mostrato anche ottimi sprazzi con la palla in mano, sia da passatore che per andare a concludere personalmente. Questa potrebbe essere la stagione della sua consacrazione.
7. Flory Bidunga
Kansas – 5.9 PTS, 5.4 REB, 1.6 BLK – 208 cm, 107 kg
Flory Bidunga è approdato in Ncaa lo scorso anno mettendo subito in mostra le sue qualità principali: atletismo ed esplosività. Il congolese è un centro moderno, mobile, che alza l’intensità della partita con la sua grinta. Da freshman si è adattato molto rapidamente al gioco collegiale, migliorando vistosamente di settimana in settimana. Il suo talento è ancora grezzo, ma ha dimostrato di poter essere un ottimo riferimento in post, sia girando intorno al marcatore che allontanandosi per crearsi spazio e concludere. Nella metà campo difensiva porta grande intensità, ma a volte pecca un po’ nelle letture. In generale la sensazione è che il prossimo step del suo sviluppo debba essere quello di migliorare la pulizia delle giocate e il feel for the game.
6. Montejuvas Krivas
Ariona – 7.9 PTS, 4.5 REB, 1.1 AST – 218 cm, 118 kg
Per Krivas la scorsa stagione si è chiusa dopo appena 8 partite – abbastanza sottotono – a causa di un problema al piede che ha richiesto un’operazione chirurgica. Sul suo rientro però c’è particolare curiosità, e infatti Jon Rothstein l’ha inserito nella lista dei 20 giocatori da osservare per la prossima stagione, anche considerata l’ottima campagna di recruiting di Arizona. Il lituano è un centro vecchia maniera, un po’ macchinoso ma molto efficace in post basso. Se riesce a ricevere vicino al canestro, sa usare benissimo le finte e il piede perno per depistare il difensore e appoggiare due punti facili. Inoltre il gap di altezza anche sui pari ruolo gli permette di punire molto facilmente i cambi sul pick and roll; in difesa sa usare la stazza e l’istinto per compensare una rapidità non eccelsa. L’infortunio ha interrotto la sua crescita, ma ora ci si aspetta che riprenda dove ha lasciato, si conquisti il posto da titolare e sia un punto di riferimento per i tanti freshman dei Wildcats.
5. Jayden Quaintance
Kentucky – 9.4 PTS, 7.9 REB, 2.6 BLK (ad Arizona State) – 208 cm, 116 kg
Una testa di rasta disordinati e l’espressione di chi non ha voglia di scherzare, Quaintance ha avuto un ottimo impatto con la Big12 l’anno scorso a 17 anni appena compiuti, dominando sotto entrambi i tabelloni per Arizona State. Coach Hurley lo ha piazzato in mezzo all’area in difesa e lui ha risposto con delle ottime prestazioni da rim-protector (2.6 stoppate e 1.1 palle rubate a partita) sfruttando la stazza sia sul suo uomo che soprattutto in aiuto sulle penetrazioni. In fase offensiva per ora ha mostrato di avere margini di miglioramento: è una minaccia nel dunker spot, ma può ampliare il suo repertorio sia in termini di finalizzazione che di creazione per i compagni. Mentre recuperava dall’infortunio ai legamenti del ginocchio che lo ha costretto ad operarsi a marzo, ha sfruttato il transfer portal per andare a Kentucky: se i postumi dell’infortunio dovessero essere smaltiti totalmente e la sua crescita continuasse in maniera lineare, potrebbe fare le gioie di Mark Pope e di qualche squadra NBA nel 2026.
4. Alex Condon
Florida – 10.6 PTS, 7.5 REB, 2.2 AST – 211 cm, 104 kg
Fresco di titolo Ncaa (12 punti e 7 rimbalzi nella finale dello scorso aprile contro Houston), al suo ritorno l’australiano di Florida troverà un reparto guardie rinnovato: dal transfer portal sono infatti arrivati Boogie Fland e Xaivian Lee. Da junior potrebbe prendere definitivamente la leadership dei Gators, sfruttando soprattutto la fisicità e le braccia lunghissime unite a una rapidità di piedi molto sopra la media del ruolo. In difesa è un polipo, sempre posizionato bene e bravissimo nel leggere in anticipo le intenzioni degli avversari, mentre in attacco sa sfruttare in maniera creativa le sue leve. Che sia con la palla in mano o muovendosi per dare soluzioni ai compagni, la sua comprensione del gioco è cristallina e gli permette di infilare spesso sul tempo il diretto marcatore. Dopo due anni in forte crescita, i prossimi mesi saranno quelli della conferma, magari anche in ottica Draft NBA.
3. Trey Kaufman-Renn
Purdue – 20.1 PTS, 6.5 REB, 2.2 AST – 208 cm, 109 kg
Nei primissimi ranking Purdue veste i gradi di favorita (o quantomeno di una delle) anche grazie a quella macchina da punti che è Trey Kaufman-Renn, arrivato all’anno da senior. Nonostante i suoi movimenti non siano esattamente armonici, sono terribilmente efficienti: in campo sembra tarantolato, va a cercarsi la palla in qualsiasi punto e quando può puntare il ferro fermarlo è un’impresa, vista la sua rapidità sia in post basso che fronte a canestro. Matt Painter gli fa giocare tanti pick and roll per sfruttare la sua energia, e lui risponde sempre presente: l’anno scorso è sbocciato totalizzando 20.1 punti e 6.5 rimbalzi di media, e quest’anno potrebbe davvero dominare sui parquet di tutta la Big Ten, che non a caso l’ha inserito insieme al compagno Braden Smith nella rosa dei migliori stilata nella preseason.
2. Yaxel Lendeborg
Michigan – 17.7 PTS, 11.4 REB, 4.2 AST (a UAB) – 208 cm, 109 kg
Da senior, Yaxel Lendeborg ha sfruttato il transfer portal per passare da UAB a Michigan. Alla corte di Dusty May arriva dunque il quarto miglior rimbalzista dell’intera Ncaa nella scorsa stagione (11.4 di media), nonostante la statura non dominante per il ruolo. Checché ne dicano le statistiche, identificare Lendeborg come un lungo da carambole sarebbe però riduttivo: il nativo di Pennsauken è un giocatore dinamico, che attacca benissimo con la palla in mano e sa sfruttare il corpo per andare a chiudere al ferro. Non è raro vederlo guidare la transizione e portare a spasso la difesa avversaria, ma ha visione e range per essere utile anche con i piedi fuori dall’arco, oltre che nella propria metà campo. Ha chiuso lo scorso anno con grandi cifre e se riuscisse a avere un impatto anche solo simile in Big Ten sarebbe cruciale per i piani dei Wolverines.
1. JT Toppin
Texas Tech – 18.8 PTS, 9.4 REB, 1.5 BLK – 208 cm, 104 kg
Dimenticatevi i lunghi mobili che tirano da tre: JT Toppin sembra uscito direttamente dal basket degli anni ‘90, ma con un tocco di modernità che lo rende un fattore iper-determinante in una Texas Tech che sogna il colpaccio nella stagione alle porte. A guardare le sue partite, sembra davvero di vedere un 2k-Kevin Garnett, con quelle gambe lunghissime e la capacità di sfondare contro qualsiasi avversario e con qualsiasi angolo in post basso. In realtà, però, la sua voglia di lottare lo rende anche un grandissimo rimbalzista e in generale un difensore di livello, soprattutto quando può sfruttare l’istinto e le leve per arrivare in aiuto vicino al ferro. L’anno scorso ha sfiorato la doppia doppia di media in appena 27.3 minuti in campo e i Red Raiders si sono fermati alla Elite Eight. Se nella stagione da junior dovesse salire ulteriormente di livello, sognare sarebbe più che lecito.