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JT Toppin, il faro di una Texas Tech spenta

JT TOppin
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 18 Dic, 2025

JT Toppin è una presenza dominante in campo, con pochi eguali nel college basketball. Una doppia doppia di media (21.8 punti, 11.4 rimbalzi), ma non solo. Un prospetto 4 stelle passato sotto traccia, finito a New Mexico – sotto la guida di Richard Pitino, conquistando il premio di freshman dell’anno nella Mountain West per poi salire di livello a Texas Tech, dove la sua crescita e il contributo immediato lo hanno reso uno dei protagonisti della squadra e uno dei migliori giocatori del college basketball. Quest’anno si sta confermando come uno dei migliori lunghi dell’NCAA e uno dei migliori prospetti in vista del Draft 2026.

Un attaccante completo

JT Toppin è particolarmente efficace nel pick and pop da bloccante. Nonostante una tecnica di tiro un po’ meccanica, è una minaccia credibile da dietro l’arco. Una delle sue qualità più interessanti è la capacità di non limitarsi al tiro dopo il pop; sa ricevere dall’handler, mettere palla a terra e attaccare il close out grazie a un ball handling molto solido per il suo ruolo e un primo passo molto rapido. In queste situazioni riesce spesso a battere il lungo avversario e ad arrivare fino al ferro, dove conclude con sicurezza utilizzando la sua prediletta mano mancina.

 

Il classe 2005 è un giocatore estremamente affidabile di pick and roll, dove abbina una tecnica nell’esecuzione dei blocchi ad una grande velocità nel roll. Dopo il blocco, è in grado di rollare velocemente verso il ferro. La sua esplosività gli consente di convertire un alto numero di possessi con schiacciate, risultando una presenza continua ed affidabile nella metà campo offensiva. Toppin beneficia notevolmente nel giocare con playmaker in grado di servirlo con i giusti tempi, come il tedesco Christian Anderson. Quando è affiancato da questo tipo di giocatori, il suo impatto come finalizzatore nel pick and roll cresce in maniera significativa.

Texas Tech lo coinvolge quasi sempre come prima arma offensiva, utilizzando schemi per isolarlo in post-up. In queste situazioni, Toppin sfrutta la sua struttura fisica importante per guadagnare profondità vicino a canestro, utilizzando non più di tre palleggi per arrivare a soluzioni ad alta percentuale vicino al ferro. Per questo è un prospetto di grande interesse in quanto combina in maniera rara rapidità di piedi, struttura fisica e sensibilità in post, può concludere con efficacia sia con la mano forte che con la mano debole.

Una presenza sotto canestro

JT Toppin è una presenza che si fa sentire in area, grazie anche ai suoi 206 centimetri per 107 kg: la sua apertura alare e l’ottimo atletismo gli permettono di intimidire le penetrazioni avversarie e proteggere il ferro con continuità. In questa stagione sta viaggiando a 1.4 stoppate di media a partita, un dato che dimostra la sua capacità di essere un punto di riferimento difensivo sotto canestro per la propria squadra. A rimbalzo, invece, è proprio un punto fermo. per la sua squadra.

Con 6.2 rimbalzi difensivi di media a partita, garantisce solidità e controllo dell’area, limitando seconde opportunità agli avversari. La sua combinazione di tempismo, rapidità e fisicità gli consente di imporsi sotto canestro. Nella pallacanestro moderna i rimbalzi offensivi rappresentano un indicatore fondamentale della presenza fisica e mentale di un giocatore all’interno della partita. In questo aspetto JT Toppin eccelle: la sua aggressività vicino al canestro è una delle sue qualità più riconoscibili. In questa stagione sta registrando una media di 5.2 rimbalzi offensivi per gara, confermandosi un fattore costante nel creare seconde opportunità per la propria squadra. Grazie alle sue lunghe leve, è in grado di rubare palloni e quest’anno sta mantenendo una media di 1.4 per partita.

I margini di miglioramento

JT Toppin è considerato da scout e analisti come uno dei prospetti che giocano da interni più interessanti in vista del prossimo Draft, con una scelta al primo giro che appare sempre più certa ogni giorno che passa. Per completare la sua transizione offensiva verso l’NBA, un aspetto chiave sarà l’evoluzione del tiro da tre punti.

Questa stagione Toppin sta tirando con appena l’11.1 % da dietro l’arco: una percentuale troppo bassa per essere credibile ed efficace in un contesto perimetrale come quello NBA. Migliorare la fiducia nel proprio jumper e acquisire credibilità come tiratore gli permetterebbe di ampliare il bagaglio tecnico, diventare più difficile da marcare e aprirsi maggiori spazi per attaccare il ferro con conclusioni più semplici.
Un’ulteriore area di miglioramento è sicuramente la percentuale ai tiri liberi: nelle tre stagioni di college basketball che ha finora giocato, Toppin ha tirato con il 60.1% e questa stagione è fermo a un terribile 46.2 % , un dato che limita la sua efficienza offensiva e permette alle difese di spendere falli senza troppe conseguenze.

Altro dato da migliorare è quello delle palle perse. Questa stagione Toppin ne sta perdendo una media di 2.8 a partita, un dato difficile da ignorare dagli scout. Limare questa statistica entro la fine della stagione potrebbe essere di grande aiuto in vista del draft.

Da capire anche come l’NBA vorrà impiegarlo: il ruolo da 4 sembra più consono alle sue caratteristiche e – se messo in quelle condizioni – la sua transizione verso il gioco NBA potrebbe risultare decisamente più lineare. Non a caso, rispetto alla scorsa stagione in cui la Final Four è stata sfiorata, i Red Raiders sono altalenanti (attualmente sono 8-3) proprio sotto canestro dove manca una validissima spalla bi-dimensionale come Darrion Williams. Per raggiungere il suo potenziale al livello superiore, il fattore chiave potrebbe essere il fatto di giocare affiancato ad un centro.

Articolo di Giuseppe Invernizzi

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