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Kansas resiste, Louisville affonda

Frank Mason (Kansas)
Autore: Stefano Russillo
Data: 7 Feb, 2017

 

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Gonzaga resta la n.1 del ranking che vede Oregon fare un grande balzo in avanti e salire alla 5, proprio dietro a Louisville, che ha giocato uno dei due big match della notte contro Virginia. Kansas ha festeggiato il ritorno di Carlton Bragg ma ha faticato per battere Kansas State, partita vinta grazie al solito Frank Mason. E ancora il ritorno di coach K e un focus su Missouri Valley Conference e Ivy League.

Ecco tutto quello che è successo nella settimana che passerà alla storia anche per la notte degli upset.

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Un big match molto poco big

Virginia contro Louisville doveva essere il grande incontro della notte, peccato che a causa di 4 assenze pesantissime i Cardinals siano riusciti a resistere solo 20 minuti. Alla fine del primo tempo il punteggio diceva 34-32 grazie a una buona difesa e alla circolazione di palla non ottimale dei Cavaliers. Nella ripresa però la squadra di Tony Bennett ha serrato i ranghi e con un parziale di 22-5 nei primi 10 minuti ha sostanzialmente trasformato un “big match” in una Caporetto (71-55 il finale).

Per Virginia ha funzionato il duo formato da London Perrantes e Isaiah Wilkins, con quest’ultimo autore di 13 punti con 5/7 dal campo, 11 rimbalzi e 5 stoppate. In casa Louisville hanno ovviamente pesato le assenze inattese di Deng Adel (secondo realizzatore della squadra) e Mangok Mathiang per violazioni delle regole dell’università. La morale è che queste assenze sommate a quelle degli infortunati Quentin Snider e Tony Hicks hanno tolto 35 punti di media a una squadra che ne segna normalmente 79 nella ACC. Assenze che hanno pesato, visto che i Cardinals hanno perso nonostante sole 5 palle perse (minimo stagionale).

 

Come ha preso coach Rick Pitino la sospensione? “Non voglio nemmeno sentire il suo nome. Non lo pronunciate. Arrivederci e buona serata” ha risposto ai cronisti che gli chiedevano di Mathiang. La risposta insomma è che non l’ha presa bene. L’unica consolazione è la grande partita del freshman VJ King che nella prima gara con molti minuti a disposizione ha risposto presente risultando alla fine nettamente il migliore dei Cardinals con il suo career high di 24 punti.

Kansas che fatica!

Ha faticato, e non poco, Kansas per battere i rivali di Kansas State (74-71) in una partita dove si è notata la stanchezza dei Jayhawks, nonostante il ritorno dopo la sospensione di Carlton Bragg. Partita iniziata subito in salita per i ragazzi di coach Bill Self che hanno perso subito tre palloni in avvio, subendo un parziale di 20-6 da parte dei Wildcats e del loro attacco in transizione, guidati da un ottimo Dean Wade (20 punti) che ha saputo mettere in difficoltà in difesa Josh Jackson portandolo spesso a giocare in post. Se ha avuto qualche problema in difesa, il freshman cinque stelle di Kansas è stato, insieme al sempre presente e onnipotente Frank Mason (21 punti), il faro dell’attacco di Kansas che ha chiuso il primo tempo sul +2 (con un parziale di 25-9) e ha aperto la ripresa con queste due triple in back to back dello stesso Jackson (che nelle ultime 5 gare sta tirando 11/19 da oltre l’arco).

 

I problemi di falli del freshman (quarto fallo arrivato a 9 minuti dal traguardo) hanno, però, dato vita alle speranza di Kansas State che ha messo la testa avanti a 4 minuti dalla fine con il solito Wade, prima di capitolare sotto le giocate di Mason e Mykhailiuk. Kansas State si conferma, però, squadra solida e difficile da affrontare, una di quelle che a marzo non vuoi incrociare sul tuo cammino.

 

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 “It’s so good to be back”

Sangue polacco, Accademia di West Point, allievo di Bobby Knight, ufficiale dell’esercito. Mike Krzyzewski non è conosciuto per essere il più caldo e sensibile degli allenatori, anzi. Invece il suo ritorno sulla panchina dopo 7 (oh, mica 70) partite saltate per un’operazione alla schiena è stato il momento più emozionante finora della stagione di Duke anche per lui. I tifosi del Cameron Indoor lo hanno accolto così

 

“I felt like crying when they were doing the introductions because you forget how lucky you are until something is taken away from you and I’ve been so damn lucky”, ha poi spiegato. E qui potete vedere la sua espressione commossa

 

Duke ha battuto Pitt 72-64 per la vittoria n.500 in casa di coach K. Che alla fine ha salutato così i tifosi dei Blue Devils.

 

“What a week”: giovedì ci sarà il big match della Tobacco road contro North Carolina, il giorno dopo un’altra partita contro Clemson. E lunedì prossimo l’allenatore più vincente del college basketball compirà 70 anni.

Maryland anche tu!

Nel pazzo Saturday night del college basket (ve ne abbiamo parlato qui) anche Maryland è stata vittima dell’”epidemia dell’upset dilagante” contro Purdue (72-73), dopo una partita sempre in testa nella quale i Terrapins si sono ritrovati anche sul +12 a 13 minuti dalla fine. A partire da quel momento i Boilermakers son stati protagonisti di un parziale di 11-0 guidati dalle scorribande di Carsen Edwards, le triple di Dakota Mathias ma soprattutto dall’ennesima doppia-doppia (20esima stagionale) di un Caleb Swanigan da 26+10.

Parziale che non solo ha riaperto la partita, ma che ha dato il via a sette minuti finali nei quali il basket giocato è stato poco o nulla: Maryland, infatti, ha smesso di segnare dal campo mettendo punti a referto soltanto dalla linea della carità, soprattutto con Melo Trimble (22 punti finali frutto di 14/15 ai liberi nonostante un 4/15 dal campo). Il junior ha, però, mancato (con Swanigan fuori per falli) il jumper del possibile ko a 8 secondi dalla fine, dando la possibilità a Purdue di giocarsi l’ultimo possesso che, grazie a un ingenuo fallo di Justin Jackson, ha dato due tiri liberi, entrambi trasformati con freddezza, a Edwards per il +1 Boilermakers.

Partita finita? Per nulla affatto con Isaac Haas che ha ben pensato di dare un’altra possibilità ai Terrapins con questi passi clamorosi

 

Con 0.5 sul cronometro, e grazie al regalo del centrone di Purdue, il freshman Kevin Huerter (11+9) è riuscito a costruirsi questo tiro che ha portato uno Xfinity Center tutto esaurito ad un passo dal delirio.

 

Nota di riguardo per i due centroni dei Terrapins Dood e Cekovsky che, nonostante la solita prova monstre di Swanigan, sono comunque riusciti a limitare mister doppia-doppia e a chiudere il proprio pitturato grazie anche a 10 stoppate combinate.

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Donte, non Ryan

Sono bianchi, hanno origini italiane e sono due shooting guard ma NON diremo che Donte DiVincenzo assomiglia a Ryan Arcidiacono, se non altro perché il campione Ncaa è stato sin dal primo anno padrone di Villanova e titolare fisso di Jay Wright. Il redshirt freshman cresciuto dai Salesiani nel Delaware sta però diventando sempre più importante per i Wildcats: l’anno scorso giocò 8 partite per poi rompersi il piede destro e saltare il resto della stagione, infortunio dal quale è completamente guarito e infatti non ha saltato finora nessuna delle 24 partite giocate da Villanova.

L’infortunio al ginocchio di Phil Booth – che sarà molto difficile rivedere in campo – lo ha aiutato a trovare spazio ma finora se l’è meritato tutto e, dopo aver dato la vittoria ai Wildcats con il tap in decisivo contro Virginia, ha segnato il suo career high di 20 punti nell’ultima partita contro St John’s. Intendiamoci, in quella prima vinta sul campo di Providence è stato quasi invisibile perché 1) deve migliorare in molti aspetti del gioco e 2) soffre i classici alti e bassi del freshman, ma Villanova prosegue tranquilla la sua marcia nella BIg East anche grazie ai suoi 7.5 punti dalla panchina. Difende, sa tirare e sa correre in campo aperto, come ha dimostrato anche a Federico Mussini:

 

Bacon e Florida State da record

Partita dei record quella di Dwayne Bacon e soci nella dominante vittoria contro Clemson (109-61) della scorsa domenica. I Seminoles hanno stabilito due record di squadra: vittoria con il maggior scarto di punti (48) da quando sono entrati nella ACC, nel 1992, e il raggiungimento delle 20 W stagionali più veloce nella storia del programma. A sublimare una partita dominata in ogni aspetto del gioco, dall’attacco (66.1% dal campo, 26 assist) alla difesa (35 punti messi a segno dalle 22 palle perse dei Tigers e il 37.5% al tiro concesso agli avversari), ci ha pensato Dwayne Bacon che, con 29 punti (18 nel primo tempo), ha pareggiato il suo career high.

Oltre metà dei punti sono arrivati dalla linea da tre, con un 6/9 che va a rafforzare il 39% stagionale. Proprio il tiro dalla lunga distanza era stato uno dei motivi che aveva spinto Bacon a tornare al college per il suo anno da sophomore, dopo la stagione da freshman chiusa con un rivedibile 28.1%. A quanto pare la scelta, controcorrente, sta avendo i suoi effetti sul numero 4 che non solo si sta dimostrando uno dei maggiori candidati all’ACC player of the year (Kennard permettendo) ma che ormai è stabilmente proiettato al primo giro di tutti i mock Draft.

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I padroni della MVC…

In settimana si è giocato il big match della Missouri Valley Conference che ha visto Illinois State affrontare in trasferta Wichita State dopo aver vinto all’andata per 76 a 62. In realtà è difficile parlare di un match che sostanzialmente non c’è stato perché gli Shockers non hanno mai (letteralmente mai, fino all’ultimo possesso) tolto il piede dall’acceleratore, finendo per vincere 86-45 quasi a voler lanciare un segnale su chi siano i padroni della conference. Va detto che ai redbirds mancava MiKyle McIntosh, l’altro pilastro offensivo insieme a Deontae Hawkins, ma questo non basta a spiegare la debacle.

Molto merito per la vittoria ovviamente è di Wichita State che ha una formazione che sarà davvero temibile l’anno prossimo (non ci sono senior nel roster) ma che potrebbe creare problemi a qualche big già quest’anno. La forza della squadra allenata da Gregg Marshall è il collettivo: 10 giocatori stanno in campo almeno 13 minuti, 7 dei quali tirano con almeno il 46% dal campo, altri 7 tirano i liberi con almeno il 70% e altri 7 hanno una percentuale da 3pt superiore al 37%. Indovinate quante altre squadre possono vantare un’eclettismo simile? Bravi, esatto: nessuna.

… e quelli della Ivy League

Grazie a un mezzo suicidio di Harvard nei minuti finali, Princeton ha espugnato per 57-56 il campo dei rivali portandosi al record di 5-0 nella conference. I Crimson hanno pagato un brutto inizio (non è una novità, avevano iniziato male anche il match precedente contro Penn) e l’inesperienza, visto che sono 336esimi per età su 351 squadre. Non solo, tra i primi 5 marcatori della squadra ci sono 3 freshmen, Bryce Aiken, Seth Towns (segnatevi questo nome) e Chris Lewis e un sophomore (Corey Johnson). Eroe per Princeton il “solito” Steven Cook, guardia che ad oggi è il miglior giocatore dell’intera conference, che ha segnato il canestro della vittoria e ha chiuso con 19 punti, 6/7 da 2pt, 2/5 da 3pt, 9 rimbalzi, 3 assist e 5 recuperate.

 

 

L’ennesima maratona di Eastern Washington

Partita dei record in Big Sky fra Eastern Washington e Portland State, coi primi che hanno agguantato il successo casalingo per 130-124 dopo ben tre tempi supplementari. Si tratta d’un nuovo primato per la conference sia per punti segnati da una singola squadra che nel totale d’un incontro (254).

Fra le fila degli Eagles, i protagonisti assoluti sono stati i due leading scorer della squadra, Jacob Wiley (19.8 punti di media) e Bogdan Bliznyuk (19.2) che hanno terminato il match con ben 45 punti a testa, col primo (18/23 da due e 9/12 ai liberi) che ha anche tirato giù ben 17 rimbalzi e il secondo (14/29 al campo e 17/20 dalla lunetta) che ha sfiorato la tripla doppia con 10 rimbalzi e 9 assist. Wiley è reduce da una striscia personale impressionante: prima di sabato, aveva messo a segno 34 punti contro Montana State e 38 contro Sacramento State. Le sue recenti prestazioni gli sono valse il premio di Player of the Week non solo della sua conference, ma di tutta la nazione.

La Eastern Washington di quest’anno, tra l’altro, ha davvero una bizzarra propensione ad allungare i propri match oltre i “normali” 40 minuti: prima della maratona con Portland State, ha disputato tre incontri finiti dopo un supplementare (vittorie con Denver e Morehead State, sconfitta d’un punto con Montana State) e due con doppio OT, sempre contro Seattle (la squadra dei nostri Scott Ulaneo e Mattia Da Campo) e sempre con un successo finale.

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