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Kentucky non si ferma più, UNC ritrova Maye

BasketballNcaa - Luke Maye - North Carolina
Autore: Andrea Mauri
Data: 7 Feb, 2019

Il crollo di Michigan State, orfana di Joshua Langford, la rivincita di Louisville, il ritorno di Tre Jones ed uno splendido PJ Washington con Kentucky che non perde più. Sono loro i protagonisti di questi ultimi quindici giorni, e vediamo nel dettaglio come stanno le dieci squadre più seguite del college basketball.

Chi sale

North Carolina (18-4, 8-1) 

Il rematch contro Louisville è stato la svolta non solo per aver vendicato la sconfitta di qualche giorno prima, ma soprattutto per la prestazione da tre di Cameron Johnson, a dimostrazione che la brutta prestazione contro Virginia Tech è stato un solo passaggio a vuoto. Ottimi segnali li ha dati anche il match contro NC State. La vittoria non è mai stata in discussione, ma ciò che fa sorridere i Tar Heels è il ritorno offensivo di Luke Maye che ne ha messi 30 conditi dal solito apporto determinate a rimbalzo per la quinta doppia-doppia da quando è rientrato in campo.

Kentucky (19-3, 8-1) 

L’highlight di queste due settimane per i Wildcats non può che essere la vittoria contro Kansas, confezionata in un secondo tempo magistrale da parte di UK e in particolare di PJ Washington che ha messo a segno 14 dei suoi 20 punti negli ultimi venti minuti di gara. Il sophomore è finalmente inserito nei meccanismi di squadra e lo dimostrano anche le prestazioni contro Vanderbilt, Florida e South Carolina. Non sono da dimenticare Reid Travis e Keldon Johnson, entrambi in doppia-doppia con i Jayhawks. Se Kentucky riesce a prendere il controllo delle due aree è difficile che perda. E da 9 partite infatti vince sempre.

Duke (20-2, 8-1) 

I Blue Devils sono la dimostrazione di come sia ancora possibile vincere senza sfruttare a dismisura il tiro da tre. Grazie alla loro intensa difesa, i ragazzi di Coach K riescono a sfruttare il loro atletismo per portare a casa punti facili in contropiede ed il ritorno di Tre Jones non può che aiutarli sotto questo punto di vista. Senza di lui, Duke, ha concesso 229 punti in tre partite contro Syracuse, UVA e Pittsburgh, mentre da quando è tornato nessuna squadra è andata oltre i 61 punti a partita. Chiedere a Shamorie Ponds e Ky Bowman, giocatori da oltre 20 punti a partita, fermati entrambi a 11 da Jones. Parlando del lato offensivo, RJ Barrett e Zion Williamson continuano nel loro show itinerante, seppure Zanos abbia sbagliato una reverse per la prima volta in stagione.

Chi scende

Indiana (13-9, 4-7)

Agli Hoosiers non può bastare la vittoria contro Michigan State per vedere davvero la luce, perchè non si possono dimenticare le precedenti 7 sconfitte di fila. Contro gli Spartans Romeo Langford ha vissuto una partita da protagonista con 19 punti e l’infortunio di Juwan Morgan, il faro della squadra, sembra già rientrato. Contro Iowa ci sarà la prova del nove, e si capirà se quella vissuta in Michigan è stata la notte della svolta per coach Archie Miller e i suoi ragazzi.

UCLA (12-11, 5-5)

Le vittorie contro Arizona e Washington State avevano illuso su un possibile ritorno al vertice dei Bruins grazie alle ottime prestazioni difensive e personali di Kris Wilkes (career high da 34 punti contro i Wildcats) e Moses Brown, tornato a far sentire la sua presenza all’interno dell’area. Dopo le due win, però, sono arrivate altre due sconfitte contro Washington e Colorado. Soprattutto quella contro i Buffaloes ha fatto capire che non ci sono possibilità di ripresa. UCLA è stata in balia degli avversari per tutti e quaranta i minuti, inseguendo per tutta la partita – fatta eccezione per 34 secondi – anche per colpa di una difesa che più molle non si può, al punto che Colorado per più di una volta ha usato tre passaggi per fare il giro dell’arco e ognuno di quei passaggi poteva essere un tiro comodo.

Michigan State (18-5, 9-3)

Si pensava che la squadra di Tom Izzo potesse assorbire degnamente l’infortunio di Joshua Langford, ma così non è stato. Gli Spartans sono andati incontro a tre sconfitte di fila contro Purdue, Indiana e Illinois e, più che l’attacco, è stata la difesa a non funzionare. Il punto forte delle squadre di Izzo non funziona in questa stagione e lo fa ancora meno senza Langford, che sarà fuori per la stagione. La sconfitta contro una squadra modesta come i Fighting Illini è troppo per chi, meno di quindici giorni fa, si candidava a possibile sorpresa per il Torneo. Fa storcere il naso anche l’impietoso dato dei tiri liberi nella sconfitta contro Indiana: 8 su 22.

 

Kansas (17-6, 6-4)

Tre sconfitte nelle ultime quattro, due molto pesanti non tanto nel punteggio quanto per il morale contro Kentucky e Kansas State. Proprio il match contro i Wildcats era quello del possibile aggancio in testa alla Big12 e invece la sconfitta relega i Jayhawks una partita e mezza dal primo posto della classifica. Nel mezzo la vittoria contro Texas Tech in una partita preparata magistralmente da Self che ha portato tanti punti in transizione e le triple di Lagerald Vick, tornato infuocato per una sera dopo alcuni passaggi a vuoto. La squalifica di Silvio De Sousa resta un brutto colpo da digerire, ma ciò che deve preoccupare coach Bill Self è il rendimento orribile della squadra lontano da Lawrence (1-6).

Stabili

Gonzaga (21-2, 8-0) 

La regular season della WCC sembra ormai una formalità e la vittoria di trenta punti su BYU, la sua prima inseguitrice, ne è la dimostrazione. Gli Zags però non sono da sottovalutare in ottica torneo perché restano una squadra solida in difesa capace di colpirti in contropiede. Inoltre, coach Mark Few sta dosando con il contagocce Killian Tille e Geno Crandall, tornati a disposizione ma ancora non utilizzati a pieno ritmo. La loro freschezza potrebbe essere una delle chiavi per fare strada al Torneo, intanto Rui Hachimura sta assicurando l’ennesimo titolo di conference.

Villanova (19-4, 10-0) 

Continua il momento d’oro di Nova che non conosce la sconfitta da quasi due mesi ed ha messo in fila undici vittorie. Gli avversari non sono stati di certo proibitivi e l’overtime contro Creighton è il motivo per cui non sono nuovamente tra le squadre in salita. Tuttavia, i Wildcats non possono che essere soddisfatti del loro cammino netto in Big East, soprattutto perché ad un mese dall’inizio del grande ballo sembrano aver trovato il terzo violino: Collin Gillespie. Il sophomore ha messo insieme solide prestazioni in questi quindici giorni condite dal career-high contro Georgetown ed al momento è l’unico a metterla con regolarità da tre. Da segnalare anche la prestazione di Saddiq Bey, eroe di giornata contro i Bluejays.

Michigan (21-2, 10-2)3-1

Contro Iowa è arrivata la seconda sconfitta stagionale e per la seconda volta quest’anno la difesa dei Wolverines ha concesso più di settanta punti. A determinare la sconfitta è stato l’apporto dalla panchina degli Hawkeyes e i problemi di falli dei ragazzi di John Beielin che non sono riusciti a contenere i lunghi avversari. Tuttavia, come accaduto per quella contro i Badgers, anche questa sconfitta sembra episodica e già contro Rutgers Michigan si è ripresa anche grazie all’apporto di Ignas Brazdeikis, sempre più perno offensivo e leader della squadra.

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