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la giovane Kentucky guarda tutti dall’alto

Hamidou Diallo - Kentucky
Autore: Manuel Follis
Data: 8 Lug, 2017

Ooops, they did it again. Come facciano coach John Calipari e la sua Kentucky a settare un nuovo record ogni stagione è quasi un mistero. Il colpo di scena è avvenuto all’inizio di maggio quando Kevin Knox ha annunciato che avrebbe giocato per i Wildcats. Colpo di scena perché banalmente nessuno l’aveva nemmeno lontanamente pronosticato.

C’erano in corsa Missouri, dove sembrava (ma a sto punto evidentemente erano false piste) che Knox volesse andare per far coppia con Michael Porter Junior, North Carolina fresca vincitrice di titolo Ncaa e poi c’era Duke, la favorita (87% di probabilità per le crystal ball di 247 Sports) dove Knox avrebbe avuto minuti a profusione.

Invece no. Stando ai racconti e ai commenti delle radio del Kentucky, persino il coaching staff dei Wildcats si è sorpreso quando Knox ha annunciato che avrebbe giocato a Lexington. Una scelta che catapulta UK in testa alla classifica per il miglior recruiting della classe 2017 (ma è una non-notizia, vince quasi ogni anno) e che in più plasma un roster da Nba per la prossima stagione. Attenzione, da Nba non per talento, quello non manca mai a Kentucky, da Nba per altezza/atletismo/versatilità. Cioè stiamo dicendo da Nba 2.0.

 

Vediamo un po’ che cosa si prospetta per Kentucky.

Attualmente il roster comprende Wenyen Gabriel (6-9) e Sacha Killeya-Jones (6-10). Il primo è a metà tra l’ala piccola e l’ala grande e l’anno scorso ha un po’ deluso a rimbalzo mentre dall’arco, pur prendendo pochi tiri (63 in totale), ha finito sporcando le percentuali ma restando abbondantemente sopra il 30%. Il secondo è un lungo che però l’anno scorso è sostanzialmente stato escluso dalle rotazioni (n.e. da fine gennaio).

La classe di incoming freshman comprende invece due PG (Quade Green e Shai Gilgeous-Alexander), una SG (Jemarl Baker) e poi 4 giocatori che per altezza e versatilità fanno impressione. I lunghi designati sono Nick Richards (6-11) e P.J. Washington (6-8, ma muscoloso, anche se ai mondiali U19 sta mostrando buona versatilità) mentre Jarred Vanderbilt (6-8) e l’ultimo arrivato Knox (6-9) sono due giocatori che possono giocare dentro e fuori. Soprattutto Knox è il prototipo dell’ala piccola moderna tanto che, se dovesse assestarsi su percentuali accettabili da 3, c’è chi dice che potrebbe scalare verticalmente posizioni al prossimo draft.

Cosa manca? Manca “solo” Hamidou Diallo che alla fine ha deciso di non proporsi al draft. Anche in questo caso è stata una sorpresa, perché lo stesso coach Cal spiegava chiaramente che non credesse che Diallo sarebbe tornato a UK (dove l’anno scorso non ha mai giocato, ma si è solo allenato per sei mesi). Invece è successo, e quindi torna a Lexington un atleta che ha lasciato a bocca aperta tutti alla combine di Chicago (seconda maggior prestazione di sempre in elevazione).

 

Un quintetto, per fare un esempio, Diallo-Baker-Gabriel-Knox-Washington schiererebbe un reparto guardie (Diallo-Baker) ben sopra l’1,90 (ed entrambi con fisico da pro) e tutti gli altri ampiamente sopra i 2 metri, con possibilità di cambi difensivi su ogni giocatore, caratteristica che è già una tendenza della difesa di Calipari, ma che quest’anno avrebbe la squadra più versatile di sempre per provare a essere ancora più efficace sui due lati del campo.

Attenzione però, perché i Wildcats versione 2017-2018 saranno anche la squadra più giovane di sempre. Coach Cal l’ha detto subito: questa sarà una sfida, non ho mai avuto un roster complessivamente così giovane. In squadra i più anziani saranno due sophomore che l’anno passato hanno avuto uno poco minutaggio (Gabriel) e l’altro ha fatto solo panchina (Killeya-Jones). Nonostante da anni UK schieri quintalate di freshmen in campo, nella sua storia i Wildcats non hanno mai avuto un roster così giovane. Il che, per fare strada al Torneo, è sempre un bel problema.

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