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Tante in bilico, la bolla della March Madness

Autore: Riccardo De Angelis
Data: 12 Mar, 2019

(Prima versione: 8 marzo – Articolo aggiornato il 12 marzo)

 

Si allarga, si restringe, si contorce: la bolla delle squadre in corsa per un invito al Torneo NCAA è caotica come non mai quest’anno. La difficoltà nel decifrare la situazione deriva in parte dall’appeal generalmente scarso che contraddistingue le squadre della “bubble” di quest’anno. Il problema più grande, però, è che si brancola nel buio in quanto a previsioni possibili.

Sappiamo che il comitato del Selection Sunday darà molto peso ai responsi del NET – ovvero il metric introdotto quest’anno dalla NCAA – ma, non avendo precedenti coi quali orientarci, non è dato sapere né quanto né come effettivamente questo strumento verrà usato come punto di riferimento. Fra i quattro Quadrant che “gerarchizzano” le vittorie conseguite in stagione, quanta distanza verrà posta, per esempio, fra Q1 e Q2? Verranno penalizzate le high-major con record vinte-perse sotto al .500 nella propria conference?

Sono cose che scopriremo solo domenica 17 marzo. Nel frattempo, ecco una panoramica delle situazioni in bilico, conference per conference, in ottica March Madness.

ACC

La ACC è abituata a essere la conference con più squadre al Torneo. Di formazioni che possiamo considerare come sicure, se ne contano un bel po’. Sette, per la precisione: Virginia e Duke sono possibili seed #1 (anche se le probabilità dei Blue Devils hanno cominciato a scricchiolare ultimamente), poi ci sono North Carolina, Louisville, Florida State, Virginia Tech e Syracuse.

Fra le incerte, NC State ha già raggiunto quota 20 vittorie in stagione e sembrava indirizzata verso un posto al Torneo, pur con un seed presumibilmente basso. I Wolfpack però hanno deciso di fare harakiri perdendo in casa con una debole e rimaneggiata Georgia Tech.

Clemson è in una situazione persino più critica rispetto a quella di NC State: stesso record nella ACC (9-9) ma con meno successi stagionali (19) e un bilancio ancor meno attraente in quanto a vittorie Q1 (1-9 contro 2-8) e Q2 (6-3 contro 6-0). Entrambe le formazioni sono riuscite a non complicare la loro situazione all’ultima di regular season (NC State ha vinto largamente in casa di Boston College mentre Clemson ha superato Syracuse sul proprio parquet) e molto si deciderà nello scontro che le vedrà l’una contro l’altra al secondo turno del torneo di conference: chi perderà, dovrà probabilmente accontentarsi di partecipare al NIT. E passare quel turno potrebbe anche non bastare.

L’espressione abbastanza eloquente di coach Kevin Keatts nella partita persa con Georgia Tech

Big 12

Una conference di sole dieci squadre ma talmente d’alto livello da poter contare cinque formazioni strasicure di partecipare alla March Madness. La Texas Tech di Davide Moretti è proiettata verso un seed alto (forse una #3 o anche qualcosa di più in caso di raggiungimento della finale nel torneo della Big 12). Kansas, Kansas State, Baylor e Iowa State sono certe di poter contare su un at-large.

Texas e Oklahoma non sono ancora sicure ma non è esagerato dire che abbiano un piede dentro al tabellone. Poi c’è TCU che, fino a pochi giorni fa, si trovava in una situazione ad alto rischio. La sorprendente vittoria in casa di Texas (KenPom concedeva loro un 25% di probabilità) all’ultima di regular season potrebbe però essere decisiva ai fini di una chiamata nel Selection Sunday. Se eviterà passi falsi con West Virginia al primo turno del torneo di conference, potremmo benissimo ritrovarci una Big 12 con 8 squadre su 10 al Torneo NCAA.

Big East

Villanova e Marquette sono sicure di un posto da parecchio tempo e, alla luce dei risultati della scorsa settimana, ci sentiamo di poter affiancare loro Seton Hall come certezza quasi assoluta. Pur contando su successi in non-conference indubbiamente pesanti (Kentucky in campo neutro e Maryland in trasferta), la situazione dei Pirates era alquanto in bilico ma ora, avendo chiuso la stagione regolare battendo Wildcats e Golden Eagles, non dovrebbero avere problemi nel guadagnare un at-large.

Per il resto, il caos è assoluto. La Big East manderà presumibilmente quattro squadre al Torneo ma è complicato intravedere quale possa essere la quarta.

St. John’s è 2-0 contro Marquette e 1-1 sia con Villanova che con Seton Hall ma sconta una non-conference tanto vincente quanto debole in termini di qualità delle avversarie affrontate. Il suo curriculum è fra quelli da tenere in considerazione ma il fatto di aver perso quattro delle ultime cinque gare disputate non depone in suo favore. Pur presentando una situazione (leggermente) migliore rispetto a squadre ancora in corsa come Xavier, Creighton e Georgetown, i Johnnies avranno bisogno di fare strada al torneo di conference. Marzo è pazzo, specialmente in questa Big East, quindi non c’è nulla che si possa dare per scontato.

34 punti contro Marquette e poi 20 contro Villanova: Myles Powell è il Messia di Seton Hall.

Big Ten

Conference di livello davvero eccellente quest’anno e che può tranquillamente mandare otto squadre alla March Madness. Le attuali prime cinque in classifica sono assolutamente intoccabili: Michigan, Michigan State e Purdue possono ambire a delle teste di serie molto alte (fra #2 e #3) ma anche Wisconsin e Maryland dovrebbero finire per avere dei seed buoni.

Iowa si è complicata la vita ultimamente, perdendo cinque delle ultime sei gare disputate (e l’unica vittoria è arrivata in casa contro Indiana dopo un overtime). Nonostante ciò, i dubbi sulla loro partecipazione al Torneo continuano ad essere pochi.

Minnesota è un’altra squadra che può sentirsi abbastanza al sicuro (in buona parte grazie al recente colpaccio contro Purdue) ma che non ha ancora posto il sigillo finale sul proprio curriculum. Evitare passi falsi con Penn State e quindi accedere ai quarti di finale del torneo della Big Ten dovrebbe bastare per un at-large.

Fino a poco tempo fa Indiana sembrava morta e sepolta sotto un record 4-12 nella Big Ten. Gli Hoosiers sono però reduci da quattro vittorie di fila e possono vantare un curriculum più che discreto in quanto a vittorie Q1 (6-9) grazie a ben due successi contro Michigan State e a quello in casa con Wisconsin, senza dimenticare vittorie di valore contro Marquette e Louisville durante i primi due mesi della stagione. Lo scontro con Ohio State al secondo turno del torneo sa decisamente di spareggio. I Buckeyes, infatti, avevano cominciato la stagione alla grandissima (vittorie in trasferta con Cincinnati e Creighton) ma sono in caduta libera da ormai un mese (appena due successi negli ultimi otto match) e hanno un bisogno disperato di aggiungere almeno un’altra vittoria al loro curriculum.

Riusciremo a vedere Romeo Langford al Torneo?

SEC

Ovvio aspettarsi Tennessee, LSU e Kentucky al Torneo con seed alti. Poi ci sono Auburn e Mississippi State che, pur non incantando, hanno fatto il necessario per essere intoccabili già da tempo. La sorpresa Ole Miss – squadra data ultima nei preseason poll della SEC – è entrata definitivamente nel novero delle sicure facendo il proprio dovere in casa di Missouri nell’ultima partita di stagione regolare.

La recente sconfitta al supplementare con LSU brucia parecchio, avendola privata di un 2-0 contro i Tigers che sarebbe stato clamoroso, ma Florida può ancora coltivare speranze di accesso alla March Madness. Vietato sbagliare con Arkansas al torneo di conference.

Fino a qualche giorno fa, Alabama era inclusa fra le “last four in” nei bracket di ESPN, CBS e FOX. La sconfitta patita con Arkansas però l’ha fatta slittare in maniera unanime fra le “last four out”. Il record perdente nella conference (8-10) non aiuta nel far fare loro bella figura ma le vittorie casalinghe con Kentucky e Mississippi State sono pur sempre di quelle che pesano. I Crimson Tide potrebbero farcela, se dovessero battere Ole Miss al secondo turno del torneo della SEC. Non è detto però che possa bastare.

Pac-12

La conference ha passato un’annata disastrosa e ora presenta un’unica formazione sicura di un posto al ballo (Washington). Arizona State è l’unica altra squadra che può puntare a un invito ma la sua situazione è fra le più difficili da decifrare. Il curriculum dei Sun Devils è a dir poco pazzo: buoni record nei Quadrant 1 e 2 (rispettivamente 3-3 e 8-2) ma anche ben quattro sconfitte fra i Quadrant 3 e 4. Vietati ulteriori passi falsi, o addio March Madness.

Bobby Hurley (ASU)

Bobby Hurley ritratto mentre cerca di capire che cosa diavolo stia combinando la sua squadra quest’anno

American Athletic

La vera sesta potenza di quest’anno. La AAC avrà almeno tre partecipanti alla March Madness: Houston, Cincinnati e UCF. Inoltre c’è Temple che ha un buon curriculum e che ha notevolmente alzato le proprie chance di at-large battendo UCF all’ultima di stagione regolare. Occhio anche a Memphis come possibile “ladra di seed”: la squadra di Penny Hardaway è in crescita e giocherà il torneo di conference in casa.

West Coast

Nient’altro oltre all’imbattuta e intoccabile Gonzaga. San Francisco doveva essere la seconda forza della conference, ma ha finito per buttare via le residue chance di at-large chiudendo la regular season con tre sconfitte e facendosi addirittura eliminare da Pepperdine al torneo di conference.

Poi c’è Saint Mary’s, la creatura strana partorita dagli algoritmi del NET. Il metric vuole molto bene ai Gaels. Fin troppo, vista la sproporzione lampante che c’è fra la loro posizione nel ranking (#37) e la bassa qualità delle vittorie ottenute. Nella WCC: 0-2 con Gonzaga, 1-1 con San Francisco, 1-1 con BYU. Il punto più alto della non-conference? Una vittoria netta in casa di New Mexico State, ovvero una squadra discreta (diciamo anche ottima nel panorama mid-major) ma certamente non di quelle che, se battute, dovrebbero cambiare il volto di un curriculum stagionale. Cosa farà il Comitato con loro? Seguirà ciecamente le indicazioni del NET o valuterà la situazione più nel dettaglio? Lo scopriremo solo domenica 17.

Mountain West

Nevada è al sicuro anche se finirà per non avere il seed altissimo che ci si poteva aspettare fino a un paio di settimane fa. Utah State, una delle più grandi sorprese di quest’anno, avrà probabilmente un at-large in tasca se eviterà brutte sorprese al torneo di conference. Attenzione a Fresno State come possibile guastafeste.

Neemias Queta festeggia la vittoria su Nevada abbracciando un tifoso

Mid-American

Buffalo ha l’at-large in tasca e la MAC potrà mandare una seconda squadra solo se qualcuno dovesse rovinare la festa ai Bulls strappando la vittoria finale al torneo di conference. Le maggiori indiziate? Toledo e Bowling Green.

Atlantic 10

Stagione al ribasso nell’A-10, conference abituata a mandare tre squadre al Torneo ma che quest’anno conta solo su VCU come at-large più o meno sicuro. Attenzione al torneo di conference perché ci sono diverse formazioni capaci di andare fino in fondo e conquistare un automatic bid. Noi puntiamo sulla sempre ottima Davidson: può ripetere il colpaccio compiuto l’anno scorso.

Southern, Atlantic Sun, Ohio Valley

Wofford è l’unica squadra insieme a Gonzaga capace di rimanere imbattuta nella propria conference: il suo posto al ballo era già assicurato prima che i Terriers facessero doppietta vincendo anche il torneo della Southern.

FurmanUNC Greensboro hanno disputato stagioni abbastanza colme di vittorie da dover essere almeno valutate dal Comitato. Il problema però è che le mid-major sono storicamente snobbate in casi simili. Il tutto è inoltre complicato dalla presenza di altre due candidate a un at-large bid, ovvero Belmont e Lipscomb. Le due runner-up nei tornei della Ohio Valley e dell’Atlantic Sun presentano curriculum solidi almeno quanto quelli delle due squadre della SoCon. Fra queste quattro, è difficile che ne vedremo più di una al Torneo NCAA.

 

Siete ancora qui? Avete letto tutto? Bravissimi, vi vogliamo bene. Meritate davvero un premio adeguato alla vostra meravigliosa nerditudine in materia di college basketball. Buon ascolto!

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