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Golden State-Toronto in cinque domande

Autore: Sergio Vivaldi
Data: 30 Mag, 2019

Nella notte tra giovedì e venerdì inizieranno le Nba Finals. Per la prima volta in 8 anni non ci sarà LeBron James, per la prima volta in 5 anni i Golden State Warriors non affronteranno i Cleveland Cavaliers e non cominceranno la serie in casa, per la prima volta nella storia la Nba giocherà partite ufficiali in Canada a giugno. Se l’anno scorso la sfida aveva poco da dire su entrambe le contendenti, quest’anno la curiosità è tanta. Qualcuno immagina che queste saranno le finali più competitive dal 2016. Ci sono cinque domande fondamentali da cui dipenderà il risultato finale della serie.

Quando tornerà, se tornerà, Kevin Durant? E come cambieranno i Warriors con il suo ritorno?

Michele: La partenza con la squadra per Toronto può essere un segnale, ma non c’è da farci troppo affidamento. Comunque, anche senza di lui i Warriors hanno dimostrato di essere i più forti. Di sicuro, in mancanza del #35, Golden State tornerà a giocare come nei primi anni dell’era Kerr, con la palla sempre in movimento e Green a governare i ritmi dell’attacco. Ed è anche sicuro che la sua assenza sarebbe un grosso problema per Curry e compagni, sia in attacco che in difesa. In più, se dovesse dare forfait anche Cousins, le rotazioni in casa Warriors sarebbero molto ridotte, un vantaggio per la panchina dei Raptors. E se c’è una sola possibilità che Toronto vinca l’anello, questa passa dal rendimento dei suoi comprimari.

Paolo: Fuori sicuramente per Gara 1, ma è partito per il Canada con la squadra. Potrebbe non tornare del tutto o forse per gara 4/5. Molto dipenderà da come andrà la serie. Sicuramente, i Warriors diventeranno ancora più letali, diventeranno più clutch avendo il miglior scorer in isolamento della lega e, se Nurse decidesse di mettere Leonard sulle sue piste, potrebbero ricorrere alla Kawhi Island, cioè isolare in angolo il giocatore marcato da Kawhi, e giocare 4vs4 con Green, Curry e Thompson tra i quattro. Auguroni.

Sergio: indipendentemente dal risultato finale, un duello tra Durant e Leonard sarebbe spettacolare. E sarebbero forse gli unici due a marcarsi a vicenda per lunghi tratti di gara, magari rifiutando cambi difensivi. Sarebbe un duello vecchio stile. La presenza di Durant cambia i Warriors nella misura in cui il gioco diventa meno aggressivo, si nota un appiattimento sul talento, e sulla convinzione di superiorità (ampiamente giustificata) che questo genera. Con Durant a mezzo servizio – o comunque con qualche ruggine dopo un’assenza prolungata – potremmo rivedere la squadra dei playoff 2017, con Durant che gioca sugli scarichi e che sceglie l’isolamento solo nei minuti finali.

SC

Stephen Curry

Stephen Curry non ha mai vinto un premio di MVP delle Finals. Cosa dovrebbe succedere perché ottenga l’unico riconoscimento che ancora gli manca in carriera?

Michele: Potrebbero essere le finali di Curry. Soprattutto se Durant dovesse saltare gran parte della serie. In questo caso, i Warriors continuerebbero a giocare alla vecchia maniera e il numero 30 ne trarrebbe sicuro giovamento. In assenza di Kd, Curry si è caricato la squadra sulle spalle, dimostrando (ancora una volta) di essere un vero leader, soprattutto nella serie contro Houston. A differenza delle scorse stagioni, poi, le condizioni fisiche e mentali sembrano quelle giuste per imporre il suo gioco anche nelle Finals. Il titolo di Mvp è alla portata, devono assisterlo le percentuali.

Paolo: Partendo dal presupposto che Curry è uno dei pochi, se non l’unico, bipede senziente che gioca a basket a cui non frega assolutamente nulla dei premi individuali, bisogna solo lasciare che il naturale corso degli eventi abbia il suo svolgimento. O meglio, senza KD abbiamo visto cosa può essere l’attacco dei Warriors e cosa può essere lui. Potrebbe far stancare Leonard, correndo in giro per il campo come ha fatto contro suo fratello Seth o massacrare Lowry mettendolo su tutti i pick&roll oppure punire ogni cambio sistematico con i lunghi di Toronto. Steph è arrivato al suo massimo splendore e solo una vittoria di Toronto potrebbe togliergli il premio.

Sergio: siamo in acque inesplorate. Negli ultimi 8 anni l’MVP delle Finals è stato LeBron James o chiunque sia riuscito a limitarlo. Con Durant fuori per parte delle Finals, Curry ha sicuramente la grande occasione per essere votato MVP, e se dovesse registrare le stesse cifre messe a tabellino contro Portland sarà difficile portarglielo via. Ma non è per niente scontato che lo vinca. Se avessi avuto un voto, nelle Conference Finals avrei votato Draymond Green, che sta giocando la miglior pallacanestro in carriera.

KL

Kawhi Leonard schiaccia contro i Bucks in gara 6.

È la prima volta di Kawhi Leonard contro Golden State dopo l’infortunio provocato da Zaza Pachulia in gara 1 delle Western Conference Finals nel 2017. L’ex Spurs sta giocando a livelli mai visti finora in carriera. Che strategia useranno i Warriors contro di lui?

Michele: Molto dipenderà dalle sue condizioni fisiche. Se starà bene, potremmo assistere ad una serie for the ages. E’ plausibile una finale da 30 punti di media, con un importante sforzo difensivo nel caso Durant fosse della sfida. Da quando coach Nurse l’ha spostato in marcatura su Giannis, nelle finali di conference, Toronto ha vinto quattro partite di fila e Leonard ha continuato a dominare anche nella metà campo offensiva. Nella maggior parte dei casi sarà Green ad occuparsi di lui, uno dei migliori difensori della lega. Se riuscirà a coinvolgere i compagni e gli stessi risponderanno presente all’appello il suo impatto potrebbe essere letale per gli uomini della baia.

Paolo: Esclusa la possibilità di gambizzare la gamba sana, probabilmente Kerr userà la tattica Popovich contro i Suns di Stoudemire. Accetterà una serie da 30 punti di media della stella e tenterà di tagliare i rifornimenti ad essa. Togliere dalla serie i vari Lowry, Gasol e Green è imperativo per GSW. Molto passerà anche dall’impatto delle due panchine. Kawhi non sembra poter essere fermato, né da Thompson né da un Iguodala a mezzo servizio.

Sergio: Nelle Finals 2018 i Warriors hanno concesso 34 punti, 8.5 rimbazi e 10 assist di media in 4 gare a LeBron James. Indietro ancora di un anno, quando i Cleveland Cavaliers avevano una squadra migliore di quanto non dica il 4 a 1 finale, James chiuse con una tripla doppia da 33.6 punti, 12 rimbalzi e 10 assist. Kawhi si troverà marcato da Klay Thompson, Andre Igoudala e Draymond Green, e farà il suo, ma saranno i compagni – e la capacità di Leonard di coinvolgerli, aspetto del gioco nel quale è di molto inferiore a LeBron – a decidere la sfida.

DG

Draymond Green

I Raptors hanno avuto grosse difficoltà a segnare contro i Bucks ma, se fa fede quanto visto finora, playoff inclusi, la difesa dei Warriors fa meno paura di quella di Milwaukee. Per parte loro, Golden State non ha ancora affrontato una difesa efficace come quella di Toronto in questa stagione.

Michele: Per Golden State non sarà facile scardinare il muro difensivo dei Raptors. Atletismo e capacità di difendere su più giocatori caratterizzano la difesa di Toronto e questi aspetti potrebbero mettere in difficoltà i Warriors. Chi saprà impostare la sfida sul proprio ritmo avrà un vantaggio notevole: Leonard e compagni proveranno ad abbassarlo, al contrario di Golden State. I Raptors, invece, dovranno agire di squadra senza lasciare tutte le responsabilità a Leonard. In particolare nei momenti caldi dei match, quando troppo spesso viene richiesto all’ex Spurs di giocare la parte del supereroe.

Paolo: Le assenze di Iguodala e Durant hanno tolto a Kerr due dei migliori difensori del roster, quindi ci sta che la difesa soffra. Anche se, valutando i DefRtg delle varie lineup usate da Kerr, gli Hampton 5 hanno avuto un tremendo 110.8 di Def Rtg mentre il quintetto usato contro Portland, Curry-Green-McKinnie-Livingston-Looney, ha avuto un mostruoso Rtg di 63.2 con un NetRtg di 75.3 ed è un quintetto che può benissimo stare in campo contro Toronto. Se sul lato difensivo sono certo che GSW possa fare e farà di meglio, la difesa di Toronto è costruita per difendere su una Golden State a pieno regime. I picchi di rendimento di questi playoff di Lowry sono stati più difensivi, Green è sempre un difensore sopra il par, Kawhi è Kawhi, Ibaka e Siakam sono perfetti per reggere gli switch difensivi e Gasol può stare in campo grazie all’infortunio di Kevin Durant. Bloccare il P&R Curry-Green sembra impossibile, ma Toronto ha il personale per fermarlo. Aspettatevi Lowry a correre su Thompson e Danny Green su Curry.

Sergio: lo scontro tattico fra le due difese è forse l’aspetto che più mi affascina di queste Finals. Draymond Green in questi playoff è la sintesi tra Magic Johnson e Dennis Rodman, mentre Andre Igoudala si è limitato a tornare giovane. I Raptors non hanno incontrato finora un attacco allo stesso tempo così imprevedibile e con così tanta potenza di fuoco. D’altra parte, Toronto ha l’atletismo, il talento e la capacità di leggere il momento necessari per avere una minima possibilità contro i campioni in carica. L’improvvisazione è fondamentale. Esegui la stessa tattica tre volte di fila e Golden State troverà punti in un paio di quei possessi grazie al talento, mentre dalla quarta volta improvviseranno varianti allo schema offensivo per generare caos e così dal nulla arriva un parziale di 15 a 0. Qualcuno ha paragonato questa sfida alle Finals del 2004 tra Los Angeles Lakers e Detroit Pistons, e il paragone mi sembra interessante: difesa totale e un attacco appena sufficiente a superare l’ostacolo, contro una squadra in apparenza imbattibile ma con vulnerabilità specifiche a quella stagione. Per esempio, gli infortuni che limitano alcuni giocatori chiave, Durant su tutti, la tendenza di Golden State a perdere il pallone o i problemi di Stephen Curry a gestire una difesa particolarmente fisica.

DMC

DeMarcus Cousins è ancora in dubbio per gara 1.

Come abbiamo visto nelle Eastern Conference Finals con le prestazioni clamorose di Fred VanVleet, i comprimari possono spostare l’equilibrio della serie. Come si giocherà la sfida tra le seconde linee? Che dimensione darebbe DeMarcus Cousins alla panchina dei Warriors, nel caso in cui fosse in condizione di giocare?

Michele: Come detto, le (poche) speranze di vittoria per Toronto passano dalle prestazioni dei compagni di Leonard. Contro Milwaukee, oltre a VanVleet, il resto della compagine ha girato ad alti livelli. Il rendimento di Lowry sarà uno dei fattori della sfida; il finale di serie contro i Bucks lascia ben sperare sotto questo aspetto. La presenza di Cousins darebbe a Coach Kerr la possibilità di allungare le rotazioni con un innesto di qualità, aspetto importante visto il numero di giocatori a disposizione dei Warriors. Anche se giova ricordare che a Oakland giocatori del livello di Draymond Green o di Klay Thompson possono essere considerati dei comprimari. Difficile trovare di meglio in giro per la Nba.

Paolo: Se non fosse stato per la panchina e per qualche tripla di troppo di Van Vleet, Toronto sarebbe uscita. Ma è anche vero che se la panchina si fosse svegliata un po’ prima, Toronto avrebbe avuto vita più facile contro Philadelphia. Quindi scommettere sulla panchina di Toronto è come scommettere sul meteo di Roma in queste settimane. D’altra parte, il mantra super inclusivo di Steve Kerr ha fatto sì che quando Durant e Iguodala sono venuti a mancare, l’intera squadra ha fatto un salto di qualità, panchina inclusa. Livingston potrebbe essere all’ultimo ballo e vorrà giocarla alla morte e McKinnie e Cook possono giocare un ruolo interessante. Certo che a parità di rendimento, la panchina di Toronto batte quella di GSW. Ah, non rischierei Cousins in questa serie perché permetterebbe a Gasol di restare in campo ed essere incisivo.

Sergio: Sin dal momento in cui è stato firmato, era evidente a tutti che il ruolo migliore per DeMarcus Cousins sarebbe stato con la panchina, in quei quintetti che coach Steve Kerr ama tanto, con Klay Thompson unico tra i titolari in campo. Quintetti che hanno generalmente fatto malissimo senza l’ex Kings nel secondo e all’inizio del quarto periodo. Mentre i quintetti con la panchina dei Raptors hanno fatto bene, con un ritrovato Norman Powell, Fred VanVleet incapace di sbagliare un tiro e altri innesti più o meno importanti. Ma Cousins, tra un infortunio e l’altro, è sempre partito titolare e a Kerr piace l’impatto di Kevon Looney in uscita dalla panchina – idealmente con Igoudala, che è adesso titolare. Gasol ha un ruolo in questa serie: per tutta l’attenzione che si rivolge allo small-ball, i Warriors giocano la maggior parte dei minuti con un centro vero in campo, ma è vero che lo spagnolo si adatta meglio al gioco statico di Cousins che al dinamismo di Looney.

È il momento di fare un pronostico. Chi vincerà il titolo?

Michele: Con o senza Durant Warriors in 6 e Curry mvp.

Paolo: Vorrei scrivere Toronto in 7 con Kawhi Mvp e Van Vleet che tira il 97% da tre, ma mi limiterò ad essere banale con Warriors in 6 e Curry Mvp.

Sergio: i Warriors hanno vinto una gara in trasferta in ogni serie playoff giocata da prima che Steve Kerr sedesse in panchina. Ma questo è anche l’ultimo ballo della Oracle Arena, con la squadra che si trasferirà a San Francisco l’anno prossimo. Salutare con una vittoria in trasferta sarebbe scortese. Warriors in 6.

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