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March Madness, le pagelle dei primi turni

Autore: Manuel Follis
Data: 20 Mar, 2018

Finito il primo turno, è tempo di dare le pagelle a squadre e personaggi protagonisti della March Madness. Non tutti, solo quelli che si sono meritati una citazione o un giudizio. Per iniziare, diamo un 10 agli sceneggiatori del Torneo 2018, perché è ormai abbastanza chiaro che ci sia qualcuno che sta scrivendo le trame delle partite. Buzzer beater, rimonte, eventi mai accaduti nella storia del college, sta succedendo un po’ di tutto. Ma così ogni partita è uno spettacolo. Bravi.

Diamo un bel 7 a Villanova (8 a Mikal Bridges e 7 a Donte DiVincenzo) che, zitta zitta, mentre molte altre big se la passavano male, è arrivata alle Sweet 16 in carrozza (ma occhio coach Wright che gli sceneggiatori son lì in agguato) e poi un 7 pieno anche a Duke (6 a Grayson Allen, 8 alla coppia Carter-Bagley) e Kentucky (8,5 a Shai Gilgeous Alexander e 7,5 a Knox) su cui all’inizio della Big Dance si nutrivano dubbi e che invece finora hanno sofferto il giusto. Due altre grandi invece, cioè Kansas e Gonzaga, si beccano un 6,5 perché hanno faticato un po’ più del previsto per raggiungere le semifinali di conference.

E i voti alti? Arrivano. Diamo 10 alla gara di giovedì tra Nevada e Loyola-Chicago che sarà seguitissima perché proietterà una delle due alle Elite 8, ma diamo 9 sia ai Ramblers che hanno vinto due gare su due con un buzzer beater (9,5 ai due autori Donte Ingram e Clayton Custer) sia ai Wolf Pack, che invece ne hanno vinte due su due in rimonta (contro Cincinnati erano a -22 a 11 minuti dalla fine). Parlando di giocatori, i gemelli Martin hanno conquistato i tifosi (8,5), ma il killer da fuori Kendall Stephens (8) e il finto-lungo-cazzuto Jordan Caroline (7,5) meritano menzione. Ah scusate, a Loyola un 10 con lode (santa, ovviamente) va alla suora Jean.

Cody e Caleb Martin – Nevada

Si beccano un 6, per motivi diversi, Michigan che è arrivata alle Sweet 16 grazie a un buzzer, ma sembrava già eliminata (5 a Mo Wagner finora), Syracuse che ringrazia un Oshae Brisset da 8,5 e che gioca il basket peggiore, ma con le unghie è riuscita a vincere ben 3 match (viene dal turno preliminare) e Purdue che anche causa infortuni (9 a Isaac Haas che voleva giocare con un gomito rotto) se l’è cavata per il rotto della cuffia contro Butler (7/8 a Dakota Mathias per la tripla della vittoria). Per tutte le altre, ovvero Kansas State, Florida State, Texas A&M, West Virginia, Texas Tech e Clemson un 7 pieno e meritato perché il raggiungimento delle Sweet 16 è già un traguardo tale da giudicare la stagione positiva a prescindere.

Tra i giocatori, in ordine sparso, 8,5 al generale Jevon Carter di West Virginia, che ha condotto i suoi senza sbavature, 7,5 a Bobby Brown che si è caricato Kansas State sulle spalle nonostante l’assenza di Dean Wade e 9 ai lunghi di Texas A&M, in particolare Tyler Davis e Robert Williams che hanno spiegato pallacanestro a quelli di North Carolina.

Passiamo alle note dolenti. Voto 2 ad Arizona e 3 a Virginia per l’eliminazione a sorpresa e senza storia dal Torneo. Per i Cavaliers giudizio leggermente più alto per la grande stagione disputata. Oggi non fa molta notizia, ma a inizio anno nessuno aveva pronosticato Virginia nemmeno tra le prime 25. L’epilogo però è stato triste e mesto. Deandre Ayton si salva e prende 6,5, mentre per le guardie dei Wildcats il voto è un 5, ma dovete dividerlo per 3 (Jackson-Cartwright, Trier e Alkins). Un secco 3 se lo becca anche Wichita State, subito fuori contro Marshall. “Solo 3” per mancanza di hype e sangue blu. E 4/5 a Landry Shamet, lezioso nel momento più tosto dell’anno.

Parker Jackson-Cartwright – Nevada

Leggermente meglio, ma sai che soddisfazione, hanno fatto Cincinnati e North Carolina e Michigan State (voto 4,5). La prima è quella che si è fatta rimontare i 22 punti (6 complessivo per il leader Gary Clark ma 4,5 a Jacob Evans, sparito nel momento clou), l’altra quella che si è fatta massacrare sotto canestro da Texas A&M. Parlando dei Tar Heels, Joel Berry becca un 5/6 per l’impegno, Luke Maye 5 perché siamo buoni buoni. No anzi, non lo siamo e il voto scende a 4,5. Infine Michigan State ha attaccato la zona di Syracuse come peggio non poteva esponendo Miles Bridges (5, perché almeno ci ha provato) e Jaren Jackson (4, ininfluente) a una pessima figura.

Oklahoma si merita un 5,5 per la prestazione opaca con cui è stata eliminata da Rhode Island e siccome ci sta molto simpatico diamo 6,5 a Trae Young, che però non ha chiuso la stagione lasciando il segno. Quanto ai Rams, 6 perché han fatto quello che dovevano fare, con 5 al centro Berry e 7 al ritrovato EC Matthews. Altra PG che ha lasciato il torneo è Collin Sexton (7) che però non è riuscito nell’impresa con Alabama (6,5) ma davanti hanno trovato la corazzata Villanova. Anche per Texas 5,5 perché ha buttato via una partita che sembrava vinta, ma ha pagato l’assenza per falli di Mo Bamba (6/7) e il caos di Kerwin Roach (6).

EC Matthews – Rhode Island

Buffalo e Marshall si meritano un 7 perché ci hanno fatto sognare regalandoci l’upset. Sarebbe stato anche di più se avessero passato due turni. 8 alla coppia Wes Clark – CJ Massinburg, che hanno giocato dando più di quanto ci si aspettasse e 8,5 a Jon Elmore un realizzatore che fa reparto da solo, a tratti immarcabile. Ovviamente 10 all’impresa di UMBC, 10 al play KJ Maura che è alto la metà di Michael Porter Junior e pesa la metà di un polpaccio di Ayton. 10 Jairus Lyles, commovente nel non voler mollare di un centimetro. Hanno scritto una pagina di storia, il 10 è meritato e va al di là dei tabellini.

A proposito, abbiamo nominato Michael Porter, il talento tanto atteso cui diamo un 6 politico perché ingiudicabile la sua prestazione con Missouri mentre è giudicabile suo fratello Jontay che paga l’emozione da March Madness e, nonostante una buona stagione, stecca la gara più importante e si becca un 5 (stesso voto della squadra).

Ma siamo solo all’inizio, siamo sicuri che ci aspettano altre grandi partite. E a questo punto, il finale è davvero difficile da prevedere.

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