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MM 2022 | #6 Texas Longhorns

Timmy Allen - Texas
Autore: Raffaele Fante
Data: 14 Mar, 2021

La squadra

L’altra faccia del Texas: tutto quello che è riuscito a Mark Adams alla guida di Texas Tech, non è riuscito a Chris Beard nel suo primo anno a Austin: nessun amalgama tra transfer e zoccolo duro dei Longhorns, nessuna continuità di rendimento dei giocatori chiave, nessun veterano che ha migliorato il suo gioco. E così da favorita per il titolo nella preseason, Texas è ora una squadra che potrebbe non superare il primo weekend del torneo, perché anche il finale di stagione regolare della big12 con 4 sconfitte su 7 partite ha detto che di punti deboli ce n’è più di uno e contro le vere big non vince mai.

Funziona la difesa che concede meno di 60 punti a partita e basta. Marcus Carr doveva essere il leader nonché l’attaccante più pericoloso e invece ha solo dimostrato la sua incapacità a giocare da playmaker. E in assenza di un costruttore di gioco degno di questo nome, l’attacco di Texas fa sostanzialmente pietà, con gente che palleggia ore o che prende tiri improbabili mentre i lunghi attendono invano un pallone giocabile. Ma anche in quel reparto, non c’è un solo nuovo arrivato che abbia rispettato le attese: da Christian Bishop a Tre Mitchell a Dylan Disu, non ce n’è uno che abbia disputato un’annata sufficiente.

Eppure di talento ce n’è a pacchi, di giocatori in grado di far canestro anche perché, oltre ai 7 transfer, ci sono anche Courtney Ramey e Andrew Jones che di punti ne hanno sempre segnati. E invece hanno contribuito anche loro alla confusione generale con troppa gente che vuole il pallone in mano. Cambierà tutto al torneo? Difficile, ma il seed basso li rende ovviamente una mina che potrebbe finire in fretta sul cammino di altre big. E in partita secca, si sa, meglio non sottovalutare il talento dei Longhorns

Tre Mitchell - Texas

Tre Mitchell – Texas

I giocatori chiave

Timmy Allen – Sr – F – 198 cm – 95 kg

Finora non nominato perché meno deludente degli altri, ma nonostante sia il miglior marcatore della squadra, anche lui ha portato in Texas la versione sbiadita del gran bel tuttofare che era a Utah. Giocatore pulito e ordinato in grado di fare bene tante cose, è finito spesso ai margini delle partite un po’ per colpa sua un po’ per demeriti altrui. Ma può e deve fare meglio, sia dal punto di vista della leadership che come terminale offensivo, altrimenti per i Longhorns sarà notte buia molto rapidamente.

 

Marcus Carr – Sr – G – 190 cm – 90 kg

C’è poco da fare, il cammino di Texas passa parecchio anche da lui. Difficile che venga pervaso improvvisamente dallo spirito di John Stockton, più facile che trovi finalmente una serata di grazia in attacco. Perché alla fine questo è: uno scorer che ha bisogno della palla in mano non per darla ai compagni ma per infilarla nel canestro, anche quando conta. Questo è sempre stato a Minnesota e questo non è mai stato a Texas. Ma ha ancora il Torneo a disposizione per chiudere meglio la sua carriera al college.

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