Fra le HBCU (Historically Black Colleges and Universities) ci sono parecchi bravi coach che però fanno notoriamente fatica a salire di livello in quanto ad opportunità di carriera. Robert Jones, capo allenatore di Norfolk State, non avrà questo problema: in questi giorni sta ricevendo diverse telefonate da delle mid-major, fra cui spicca il nome di UMass. Questo perché il 42enne ha appena portato i suoi alla seconda qualificazione al Torneo NCAA consecutiva (nonostante fosse costretto a un restyling profondo del roster), in nove anni alla guida degli Spartans era già riuscito anche a strappare un invito al NIT e ha registrato una sola stagione con record perdente. Per un college della MEAC, non sono risultati di poco conto.
La squadra della Virginia ha messo insieme una stagione talmente buona (record 24-6 e campo di casa rimasto inespugnato) che, pur provenendo da una conference debolissima, viene quasi il dubbio che meritasse un seed appena più alto. Norfolk State ha alcune interessanti individualità in attacco ma i suoi successi partono da una difesa che concede pochissimo dall’arco (29.3% da tre subito in stagione, dodicesimo miglior dato della Division I). Magari non basterà al cospetto di Baylor al primo turno, ma state sicuri che daranno l’anima pur di non fare da vittima sacrificale.

Kris Bankston
- JOE BRYANT – Sr. – PG/SG – 185 cm, 100 kg
Dove va lui, va Norfolk State. Era l’unico titolare rimasto dall’annata scorsa e gli era stato chiesto di compiere un salto di qualità ulteriore. Anzi, di quantità, visto che il leading scorer della squadra non era lui e c’era gran bisogno che iniziasse a ricoprire queste vesti. E’ andata a finire con la combo guard a guidare la squadra non in una ma in ben tre voci statistiche diverse: punti (16.8), assist (3.3) e recuperi (1.4). La sua versatilità realizzativa e la sua capacità di caricarsi l’attacco sulle proprie spalle sono state spesso una manna dal cielo per i suoi.
- KRIS BANKSTON – Sr. – C – 203 cm, 104 kg
Per atletismo e giocate ad alta quota, citofonare Bankston. Che infatti a quanto pare ha cominciato addirittura ad attirare l’interesse di un paio di squadre NBA di recente. Il transfer da Little Rock era stato fermato da degli infortuni in passato, ma quest’anno ha scritto un capitolo tutto nuovo della propria carriera sostanzialmente a suon di schiacciate fragorose (clamoroso il suo 77.6% di realizzazione al ferro), benché sia anche capace (ma abbastanza riluttante) nell’allontanarsi dall’area.