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MSU e UNC in alto, UCLA e Indiana nel baratro

Autore: Andrea Mauri
Data: 24 Gen, 2019

Non ci sono più imbattute in NCAA, ma le favorite continuano a macinare vittorie. C’è chi scopre nuovi elementi in grado di dare un apporto decisivo, chi ritrova dei giocatori fondamentali – vero Gonzaga? – e chi finalmente trova chi stava aspettando, leggasi North Carolina.

Vediamo come stanno le dieci squadre più importanti del college basketball dopo il primo mese dell’anno nuovo.

Chi sale

Michigan State (17-2, 8-0)

Ultima imbattuta nella Big Ten, la squadra di coach Izzo sembra girare a meraviglia. Contro Maryland si è vista una difesa asfissiante che, dopo aver tenuto a soli undici punti Carsen Edwards di Purdue, ha limitato a 55 punti la #13 del ranking. Nick Ward, Joshua Langford e Cassius Winston stanno continuando a guidare la squadra, quest’ultimo da vero e proprio leader emotivo e tecnico, ma nelle ultime uscite anche il freshman Aaron Henry ha trovato il giusto spazio per farsi vedere.

Villanova (15-4, 6-0)

Sette vittorie in fila nell’ultimo mese, unica imbattuta nella Big East, Nova si è rialzata dopo le due sconfitte consecutive contro Penn e Kansas. Phil Booth è ormai il punto fisso, seppur contro Butler ha avuto una leggere flessione al tiro, ed Erich Paschall è il suo partner in crime. I due senior sono le guide della squadra a cui deve ancora aggiungersi un terzo uomo per dare credibilità all’intero sistema. Contro St John’s e Creighton si era intravisto Jahvon Quinerly, ma nelle ultime due uscite è tornato ad avere pochissimo spazio. Tuttavia, è salito di colpi Collin Gillespie, notevole arma dall’arco.

North Carolina (15-4, 5-1)

Finalmente sono arrivati Nassir Little e Coby White. I due freshman hanno messo insieme uno show non da poco contro Virginia Tech a coronamento di una vittoria impressionante, frutto anche del record stagionale di 16 triple. Soprattutto Little sta finalmente facendo vedere il talento mostrato all’high school. Tutti lo attendevamo come uno dei migliori recruit della squadra, ma l’avvio stentato aveva lasciato più di un dubbio sulla sua reale forza. Lui invece non ha mai smesso di lavorare e crederci e finalmente è diventato un fattore per i Tar Heels: 62,5% dal campo nelle ultime tre uscite per un totale di 46 punti in 51 minuti. Roy Williams può tornare a sorridere dopo la sconfitta contro Louisville.

 

Kentucky (15-3, 5-1)

I Wildcats sono entrati in forma, finalmente. La sconfitta in apertura della Sec contro Alabama ha fatto storcere qualche naso, ma dopo sono arrivate cinque vittorie in fila segnate principalmente da tre fattori: un bel gioco, PJ Washington e Tyler Herro. I due sono integrati alla perfezione nella squadra e se per il primo non c’è una grande sorpresa per l’apporto che sta dando su entrambi i lati del campo, per il secondo è tutto diverso. In pochi si aspettavano una maturazione così rapida da parte del nativo di Greenfield, capace di essere già determinante per le sorti della squadra allenata da coach Calipari, come dimostrato anche nel big match della Southeastern contro Auburn.

Gonzaga (18-2, 5-0)

I ritorni di Geno Crandall e Killian Tillie hanno portato aria fresca tra gli Zags. I due giocatori non sono ancora pronti per tornare in quintetto, ma stanno già mettendo insieme minuti e prestazioni importanti. Entrambi hanno chiuso in doppia cifra contro Portland e, da quando sono tornati arruolabili, sono arrivate solo vittorie. Coach Few sembra aver trovato la soluzione con una rotazione di otto uomini e a farne le spese sembra essere Filip Petrusev, che ha visto diminuire notevolmente lo spazio a sua disposizione. La squadra gira a meraviglia soprattutto in attacco, mentre la difesa ogni tanto si concede dei passaggi a vuoto, come nel secondo tempo contro i Pilots o contro San Francisco.

Chi scende

Indiana (12-7, 3-5)

Dalla sconfitta contro Michigan qualcosa si è rotto nei meccanismi degli Hoosiers. Da allora solo sconfitte e idee molto confuse. Romeo Langford non sembra essere in grado di trascinare la squadra in un percorso vittorioso e i lunghi passaggi in panchina sono il segno di una complicata gestione delle energie da parte di Miller. L’esclusione di Devonte Green per motivi disciplinari (“Non rispetta gli standard che ci si aspetta da un giocatore del programma”) è un grosso handicap a cui Indiana non è riuscita a sopperire contro Northwestern. L’unica nota positiva, al momento, è Juwan Morgan. Il senior non sembra risentire del momento negativo della squadra e fornisce sempre una solida prestazione al tiro e a rimbalzo.

UCLA (10-8, 3-2)

La sconfitta nel derby contro USC brucia parecchio ai Bruins e non fa bene a Murry Bartow, coach ad interim. Il cambio di mentalità e di allenamenti che aveva portato il nuovo allenatore ad ottenere tre vittorie in fila sembra essersi spento contro la zona dei Trojans. La squadra deve ancora trovare la sua strada, ma ormai siamo a tre settimane dall’esonero – più che giusto, seppur in tempistiche discutibili – di Steve Alford e la sensazione è che, se la stagione dovesse mantenere questo andamento, sarà dura ottenere un posto al torneo e anche un buon recruiting per il prossimo anno.

Kansas (16-3, 5-2)

La sconfitta con West Virginia pesa parecchio sulla valutazione dei Jayhawks. Parliamoci chiaro, Kansas resta una squadra forte e da tenere d’occhio in ottica vittoria finale, tuttavia guardando la serie di partite giocate sin qui balza all’occhio un dato quantomeno singolare: hanno vinto solo sette partite con più di dieci punti di vantaggio e solo tre da novembre ad oggi. Questo ci suggerisce che Dedric Lawson e compagni hanno difficoltà a chiudere i match e alla lunga questa caratteristica esaurisce le energie nervose di una squadra. Anche contro Iowa State, KU si è trovata a rincorrere per buona parte dell’incontro e a vincere solo nel finale con la tripla qui sotto. Self dovrà pensare prima di tutto a questo, poi alle prestazioni in ribasso di Quentin Grimes.

Stabili

Duke (16-2, 5-1)

L’infortunio di Tre Jones ha scompigliato un po’ i piani di coach K e dei Blue Devils togliendo alla squadra il perno difensivo e il creatore di gioco ma, dopo la sconfitta con Syracuse, RJ Barrett e Zion Williamson hanno preso per mano la squadra contro Virginia. La vittoria contro i Cavaliers è la quinta – su sei – contro una squadra presente nel ranking e ha mostrato al mondo quanto siano devastanti quei due se liberi di giocare secondo il loro spirito. L’impressione di onnipotenza della coppia in blu è la sensazione positiva, tuttavia fa sorgere una domanda: basteranno sempre loro per vincere?

Michigan (18-1, 7-1)

Wisconsin ha inflitto la prima sconfitta stagionale ai Wolverines mettendo a nudo i punti deboli di questa squadra che sembrava non averne. Ignas Brazdeikis ha chiuso la partita a zero punti per la prima volta quest’anno e contro Minnesota ha iniziato allo stesso modo, tuttavia Beilein ha continuato ad avere fiducia in lui continuando a fargli arrivare la palla tra le mani. Il lituano è il punto di riferimento offensivo della squadra, soprattutto ora che Charles Matthews e Jordan Poole hanno difficoltà a fare punti.

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