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NBA Playoff: il punto dopo gara 2

Autore: Sergio Vivaldi
Data: 18 Apr, 2019

Si sono giocate le gare 2 di tutte le serie di playoff, e definire il quadro generale caotico è un eufemismo. In realtà la situazione si è in parte stabilizzata nella Eastern Conference, dopo le sorprese di gara 1 commentate un paio di giorni fa. Upset previsti che al momento non si sono ancora realizzati, squadre partite male che hanno risposto in gara 2, e altre che procedono come previsto – almeno da noi. Serie per serie, proviamo a fare il punto di quanto sta succedendo finora.

 

Eastern Conference

 

Milwaukee Bucks vs Detroit Pistons 2-0

La serie meno equilibrata di questi playoff anche se, rispetto ai 35 punti di distacco di gara 1, il secondo episodio della serie è stata un minimo combattuto. I Pistons hanno finito il primo tempo in vantaggio, dopo aver chiuso il secondo quarto con un parziale di 32-20. Lo score, però, è figlio dei soli 14 minuti giocati da Antetokounmpo nella prima frazione causa falli. Con il greco in campo le cose sono andate così.

 

Avevamo detto che le poche speranze di allungare la serie per i Pistons passavano per le mani di Blake Griffin. Con la sua assenza, la sfida ha davvero poco da dire in termini di passaggio del turno. Lo sweep, viste le prime due partite, appare molto probabile. In gara 2 sono arrivati segnali positivi per Detroit da Reggie Jackson e Luke Kennard, quest’ultimo uno dei pochi a salvarsi anche nel massacro di gara 1. Ma rimane troppo poco per impensierire la squadra con il miglior record della lega.

 

Milwaukee, dal suo canto, guarda più all’infermeria che agli aspetti tecnici della sfida. Mirotic ha giocato 12 minuti in gara 2, dopo i 15 di gara 1. Le prossime partite, con il passaggio del turno già deciso, serviranno per mettere minuti nelle gambe in vista della probabile sfida a Boston. Brogdon e Gasol sono ancora fuori; il primo dovrebbe farcela almeno per una parte della sfida con i Celtics. La serie ora si sposta a Detroit, con l’esordio del nuovo stadio dei Pistons in postseason.

Toronto Raptors vs Orlando Magic 1-1

I Magic hanno sorpreso i Raptors in gara 1 giocando con un’intensità superiore e una difesa che ha buone risposte alle principali armi offensive dei canadesi – Leonard e Siakam – almeno quando i due offrono una prestazione normale. Il flop di Kyle Lowry ha fatto il resto. Gara 2 è stata un’altra storia: gran difesa dei Raptors fin dall’inizio

 

un ottimo Lowry e un Kawhi Leonard dominante. L’ordine è ristabilito, e non c’è molto che i Magic possano fare per cambiate le sorti di una serie che si prevedeva combattuta ma scontata. In gara 1 i Magic hanno giocato al di sopra delle loro potenzialità e i Raptors al di sotto. Entrambe le cose dovrebbero verificarsi perché Orlando strappi una seconda vittoria, anche davanti al pubblico di casa. Toronto è parsa concentrata sull’avversario, giocando una difesa eccellente contro un attacco limitato dalla difesa di Marc Gasol su Nikola Vucevic.

 

Philadelphia 76ers vs Brooklyn Nets 1-1

La sconfitta in gara 1 ha sorpreso, ma non del tutto. La tendinite al ginocchio di Joel Embiid rimarrà per tutti i playoff e anche in gara 2, una vittoria convincente per Philadelphia, il congolese non è sembrato al meglio.

 

È però migliorata la qualità dei tiri tentati da lui e da tutta la squadra, in parte per la scelta di coach Brett Brown di togliere dalle rotazioni T. J. McConnell, complice il ritorno di James Ennis – seppur limitato a 12 minuti. La scelta di quintetti extra large, con Ennis e Jimmy Butler (nel ruolo di point-guard quando Simmons riposa) i due giocatori più piccoli in campo, ha pagato a rimbalzo offensivo, ovviando così al problema del tiro da 3. Anche la scelta di portare blocchi (Butler in questo caso) ai difensori che aspettano Ben Simmons nel pitturato – come fa Steven Adams per Russell Westbrook – ha dato i suoi frutti.

 

L’assenza di Jared Dudley ha inoltre impedito ai Brooklyn Nets di aprire il campo con le seconde linee, permettendo alla difesa dei 76ers di occupare spazio in area senza preoccuparsi del tiro da fuori e limitando così le penetrazioni di Caris LeVert e D’Angelo Russell.

 

Ma l’incapacità di Philadelphia nel contenere le guardie in grado di creare dal palleggio non è sparita. Sembra illogico che Russell sia l’unico tra i titolari a saperlo fare – e ci sono dei meriti nel concentrare gli sforzi offensivi contro la panchina di Philadelphia – ma inserire uno tra LeVert e Dinwiddie tra i titolari potrebbe dare una possibilità ai Nets.

Boston Celtics vs Indiana Pacers 2-0

Con Oladipo la serie sarebbe stata molto interessante. Questo perchè, nonostante il risultati delle due sfide, Indiana è riuscita a mettere in difficoltà Boston sfruttando a pieno le sue caratteristiche difensive: palle perse per gli avversari e protezione del ferro. Tuttavia, le scarse soluzioni offensive della squadra in assenza del suo leader la portano ad avere ben poche possibilità di passare il turno. Se in gara 1 la partita si è decisa nel terzo quarto con un parziale Celtics di 22 a 3 ad aprire la seconda frazione, ieri è stato il quarto quarto quello decisivo. Decisivo in entrambi i casi Kirye Irving (per lui 37 punti in gara 2).

 

Indiana sta giocando una serie in linea con la sua storia recente: grande impegno, coraggio e difesa, elementi che portano la squadra a dare di più di quello che ci si aspetterebbe da lei. Buone prove per Bogdanovic e Evans, dopo le scialbe prestazioni del primo episodio della serie. Gara 2 è stata decisa negli ultimi due minuti: protagonisti Bogdanovic, Irving e nel finale Jason Tatum. Tre quattro sorpassi e controsorpassi ci hanno regalato un finale emozionante. La giocata decisiva porta la firma della coppia Horford Tatum: il centro blocca un tentativo di layup di Bogdanovic sul 91-89 Indiana, la palla va nella metà campo offensiva con Brown che attacca il ferro e scarica per la tripla di Tatum: è il sorpasso decisivo, quello che chiude la partita.

 

Riuscirà Boston a vincere una delle due gare a Indianapolis? Servirà giocare ad alta intensità per 48 minuti, cosa che questa squadra non è riuscita a fare finora. Ma per quanto si è visto, i Pacers potrebbero anche strappare una vittoria in gara 3 e allungare la serie. Soprattutto se Horford non sarà al meglio come stanotte.

Western Conference

 

Golden State Warriors vs Los Angeles Clippers 1-1

Eravamo già tutti pronti a dichiarare chiusa la serie quando i Golden State Warriors hanno toccato il +31, e a ragione. Invece i Clippers hanno completato la più grande rimonta nella storia dei playoff, e gettato una serie di dubbi sui campioni in carica. I Clippers hanno eseguito schemi offensivi e difensivi a livelli degni degli stessi Warriors e meritato la rimonta, trascinati emotivamente da Patrick Beverley

 

e in attacco da Lou Williams

 

e Montrezl Harrell, eccellente non solo nel concludere al ferro ma anche nel vedere il campo come rollante.

 

Warriors che hanno tirato i remi in barca certi del risultato e sono stati puniti. Curry è stato attaccato per tutta la gara, soprattutto nei pick&roll tra Williams e Shai-Gilgeous Alexander, una combinazione che si è rivelata molto efficace e che alla fine ha creato il tiro della vittoria di Landry Shamet.

 

Quali saranno le conseguenze di questa sconfitta? Cosa possono cambiare i Warriors per evitare un upset? Basta che giochino come sanno per qualche minuto in più, e provino a sopportarsi a vicenda ancora per un mese. Pensare a modifiche particolari, al netto di dover sostituire DeMarcus Cousins dopo l’infortunio che lo terrà fuori per il resto della stagione, è fuori luogo. L’upset è inimmaginabile. Tranne nello spogliatoio dei Clippers.

Denver Nuggets vs San Antonio Spurs 1-1

La seria approda all’ombra dell’Alamo in parità e con la sensazione che le due vittorie siano arrivate più per una strana congiunzione di eventi che per un preciso game plan. Gara 1 e il primo tempo di Gara 2 sono state per Denver una tortura cinese ogni qualvolta che tiravano con metri di spazio. In queste due partite, hanno tirato con il 20% le triple open e il 35% quelle wide open.

Il riscatto è arrivato con la rimonta dal -19 in Gara 2 con una pazzesca, forse irripetibile, ultima frazione di Jamal Murray, 21 punti e 8/9 solo nel quarto quarto. Gli Spurs hanno strappato il fattore campo e possono contare sulla cabala: Denver non vince da 13 partite in Texas, l’ultima nel 2013, e in casa in questa stagione sono 32-9, terzi in Nba. Tolta la scaramanzia, San Antonio deve continuare a giocarsi bene le sue carte. Jokic è stato ancora poco esposto in difesa perché Pop sembra essere ancora restio ad a togliere Poeltl e giocare con LMA da 5 per non perdere equilibrio nella metà campo difensiva.

Derrick White e Bryn Forbes, invece, devono continuare a mantenere il livello di aggressività tenuta in queste prime due gare. Disastroso avvio di serie di Will Barton, che ha tirato 1/10 nella seconda gara e su 100 possessi l’attacco segna 45.8 punti in meno con lui in campo. Potrebbe essere ben sostituito da un convincente Malik Beasley, che, dal canto suo, aumenta il fatturato dell’attacco di ben 31.8 punti in più per 100 possessi. Barton è un difensore nettamente migliore di Beasley, anche statisticamente parlando, ma il problema in casa Nuggets, visto soprattutto in Gara 1, è l’assenza di un piano C quando le squadre riescono a chiudere le linee di passaggio di Jokic e il pick&roll centrale di Murray e il serbo. L’inerzia mentale della serie ora è in mano a Denver che ha rischiato di perdere due volte il fattore campo, ma uscire con una serie ancora in equilibrio dall’AT&T Center è una grande prova da superare per un giovane gruppo. 

Portland Trail Blazers vs Oklahoma City Thunder 2-0

La combinazione di un Paul George non al meglio e questo Russell Westbrook non lascia presagire niente di buono per Oklahoma City.

Se si aggiungono due delle venti peggiori prestazioni al tiro della storia dei playoff,  5/33 in G-1 e 5/38 nella seconda, possiamo capire facilmente perché Portland si trovi sul 2-0, nonostante gli sfavori del pronostico. Ah, Damian Lillard è in quella fase in cui sembra essere l’Alpha Dog per eccellenza dei playoff.

 

Con un’USG% minore rispetto a quello di C.J McCollum, Lillard sta viaggiando a 29.5 punti di media con il 48% dal campo e il 21% di AST%. Oklahoma City non sta facendo nulla per mettere a nudo i difetti strutturali di una squadra a cui manca Jusuf Nurkic ed è costretta ad affidarsi a Enes Kanter, che ha dalla sua il fisico ma poca mobilità per difendere nelllo spazio. Ma senza tiratori affidabili, Portland è ben felice di concedere spazio sul perimetro e intasare l’area. Nonostante lo svantaggio, la difesa di Oklahoma City ha giocato alla grande di squadra, specialmente in Gara 1, ma non riesce a trovare contromisure adatte per marcare la coppia McCollum-Lillard. Proprio il prodotto di Lehigh ha scavato il distacco in Gara 2, giocando una partita sontuosa.

 

L’assioma per cui una serie non inizia finché una squadra non vince in trasferta rimane vero e aspettatevi un Russell Westbrook versione Diavolo della Tasmania, ma se il supporting cast dei Thunder continua a fare cilecca e i problemi alla spalla di George non si risolvono, la serie potrebbe volgere al termine presto.

Houston Rockets vs Utah Jazz 2-0

Due sconfitte molto simili per gli Utah Jazz. Da un punto di vista difensivo non è cambiato molto, la strategia di mandare James Harden a destra è di fatto l’unica possibile per limitarlo. Ma i Jazz concedono spesso la penetrazione nel pitturato, con risultati disastrosi anche quando va a destra. Questa clip da gara 1 ha suscitato reazioni sarcastiche

 

ma i Jazz provavano a copiare quanto fatto dai Bucks in regular season

 

una strategia molto efficace con l’atletismo e le braccia infinite di Bledsoe, Giannis e compagni, molto meno quando si ha Jae Crowder e Joe Ingles. Nella clip sotto i Jazz concedono ancora il centro dell’area a Harden, Rudy Gobert sale per obbligarlo al floater, Crowder scala dall’angolo sul lato debole per evitare l’alley oop a Capela e Donovan Mitchell è costretto a coprire da solo due tiratori sul lato debole.

 

Molto più facile se al posto di Mitchell la difesa ha a disposizione una delle ali dei Bucks. L’unica occasione in cui il giochino riesce ai Jazz è quando Harden è intrappolato in angolo.

 

Per quanto brillante sia James, quello è il tiro che la difesa vuole concedere, visto il suo 4 su 17 in questi playoff. Difficile che cambi qualcosa con il ritorno a Salt Lake City. I Jazz tireranno meglio del 15 su 65 da 3 nelle due gare in Texas, ma per quanto coach Snyder possa alterare la sua strategia e affinarla, mancano gli interpreti adatti a fermare questi Rockets.

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