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RJ Hampton, la PG più atletica

RJ Hampton
Autore: Stefano Fontana
Data: 12 Feb, 2020

RJ Hampton, Roderick Jr. all’anagrafe, porta con sé l’hype del predestinato da sempre. Lo aveva all’esordio con la squadra della high school di Little Elm (Texas), sua città natale, nel novembre 2016, quando piazzò 33 punti ai malcapitati di Naaman Forest. Lo aveva quando produsse 50 punti, 12 rimbalzi, 7 assist e 6 palle rubate due anni dopo in una gara contro Coppell High School.

Lo aveva anche quando si trattò di stilare il suo scouting report. Manco a dirlo, Hampton fu considerato un prospetto “5 stelle” dopo la sua stagione da junior, chiusa con 32 punti, 9.7 rimbalzi e 6.4 assist di media. Per tutti, ma proprio tutti, RJ era un top-5 della recruiting class 2019.

A questo punto della sua storia, però, arriva la svolta che pochi si aspettano: il giovane talento, figlio di Rod (giocatore di SMU tra il 1987 e il 1991) preferisce alla strada segnata della NCAA il sentiero, meno battuto, che porta alla NBL australiana.Con stupore di molti, il ragazzo corteggiato dai principali college della nazione (tra cui Kansas, Memphis e Texas Tech) sceglie di giocare con i New Zealand Breakers.

Meno studio e più basket

Il 18enne Hampton si è ritrovato così in un campionato professionistico, seppur non di livello eccelso. Per sua stessa ammissione, la principale componente della sua scelta è stata la voglia di competere ad alto livello con giocatori già navigati, soprattutto senza la preoccupazione di doversi dedicare allo studio. In aggiunta, così facendo il talento texano ha potuto guadagnare giocando a pallacanestro, andando a sottolineare il più controverso limite della NCAAche impedisce agli studenti-atleti di guadagnare soldi e/o di avere un agente a tutela dei propri interessi.

Nel campionato australiano RJ ha abbassato le sue medie (8.8 punti e 3.8 rimbalzi in poco più di 20 minuti), ma ha comunque messo in mostra doti importanti, che gli sono valse la considerazione di tutti gli scout NBA. In proposito, la lega professionistica americana guidata da Adam Silver è intervenuta limitando alle sole partite ufficiali la possibilità di osservare Hampton. Questo per prevenire la possibile invasione degli allenamenti di New Zealand, soprattutto durante la tournée negli Stati Uniti di fine 2019, tanto più che all’epoca Hampton non si era ancora ufficialmente dichiarato eligibile.

Talento da draft

Anche limitando le occasioni di scouting, il suo talento non è passato inosservato, e non a caso tutti i mock draft tratteggiano il profilo di un giocatore da lottery. Il talento texano, dal canto suo, ha deciso di lasciare l’Australia a inizio febbraio, a seguito di un riacutizzarsi del problema all’anca che lo aveva tenuto fuori tutto dicembre. L’obiettivo è curarsi al meglio e iniziare la lunga preparazione in vista del Draft NBA.

Cosa si troverà tra le mani chi dovesse sceglierlo la prossima estate? Intanto una cosa sicura: atletismo. Già la statura, considerando che il ragazzo è principalmente una PG, è sopra la media (196 cm), ma la prima cosa che balza all’occhio vedendo giocare R.J. Hampton sono gambe e braccia, straordinariamente lunghi (oltre due metri di wingspan) e il fisico longilineo. Grazie a queste caratteristiche, il texano sembra sempre in controllo del corpo a livello di spazi e tempi di gioco, anche nelle situazioni più caotiche. Dotato di buone caratteristiche di playmaking, Hampton sfrutta le sue doti atletiche, unite ad un ottimo skillset, per fare male sia dal palleggio sia in penetrazione.

 

Hampton ha questo controllo del corpo.

Il suo primo passo è fulmineo, le esitazioni e le finte spesso disorientano il diretto difensore, e una volta saltato l’uomo è efficace nell’evitare gli aiuti e trovare l’angolo giusto per chiudere vicino al ferro. Diretta conseguenza di questo stile di gioco è il fatto che Hampton trova spesso occasioni per andare in lunetta, anche se la percentuale non è di quelle da cecchino (ma comunque attorno al 70%).  Allo stesso modo, le braccia oversize e il fisico reattivo gli permettono di essere molto efficace in difesa, rubando molti palloni sia dal palleggio avversario sia in anticipo sulle linee di passaggio.

Poca costanza e pochi kg

Anche le note dolenti provengono dal fisico, visto che mancano i kg per difendere sui lunghi avversari dopo i cambi difensivi. Anche a livello di concentrazione, seguendolo per tutta una partita si possono osservare diversi cali, soprattutto nelle fasi centrali, in cui si assenta e perde intensità e lucidità.

Anche il suo range di tiro ha suscitato qualche perplessità, così come la sua selezione: sicuramente lo staff di un team NBA potrà dargli una mano, ma la sensazione è che ci sia da costruire un jumper più solido dalla lunga distanza (non solo le triple, ma anche i long-two sembrano piuttosto macchinosi, anche se spesso efficaci) e migliorare le scelte palla in mano. Il difetto più evidente (ma tipico di chi sente di avere talento)? Hampton spesso si accontenta di tiri difficili e/o contestati, ignorando compagni più liberi.

In questo breve video si vedono pregi e difetti di Hampton: la capacità incredibile di creare punti dal palleggio in un lampo (nelle prime due azioni) e la shot selection piuttosto rivedibile. Nella terza azione, infatti, rinuncia ad una tripla con spazio dall’angolo per prendersi un semigancio contestato in post.

Insomma, in una classe accusata di mancanza di talento, R.J. Hampton spicca per atletismo e potenzialità, ma resta che ci sia tanto lavoro da fare. Per qualcuno, l’impatto con la lega cestistica più fisica del pianeta potrebbe bruciarlo, ma le doti fisiche e l’esperienza maturata in Australia potrebbero invece avvantaggiarlo rispetto ai diretti concorrenti.

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