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Saint Peter’s nella leggenda, North Carolina torna grande

Saint Peter's leggenda
Autore: Redazione BasketballNcaa
Data: 26 Mar, 2022

Nel South Regional alle Elite Eight si giocherà la sfida che nessuno si aspettava tra due sorprese del Torneo, la cinderella delle cinderelle Saint Peter’s e la nobile tornata grande North Carolina. Solo una delle due però andrà al ballo finale.

#15 Saint Peter’s – #3 Purdue 67-64
#8 North Carolina – #4 UCLA 73-66

La giornata del Pavone

Negli Stati Uniti il 25 marzo festeggiano il giorno del pavone, il Peacock’s day. E Saint Peter’s si è ritrovata a giocare nelle Sweet 16 proprio in questo giorno speciale. Insomma, era quasi destino che dovesse accadere qualcosa di impensabile. La squadra allenata da Shaheen Holloway ha battuto Purdue 67-64 ed è così entrata nella storia del college basket. Mai una formazione con seed #15 aveva raggiunto le Elite Eight.

Saint Peter’s ha come al solito giocato una partita intelligente, credendoci fin dal primo possesso, togliendo punti di riferimento ai Boilermakers grazie alla sua difesa match up e a un pressing costante sui portatori di palla (15 palle perse per Purdue) ma anche eseguendo con disciplina in attacco. Per una volta l’eroe della partita non è stato Doug Edert ma Daryl Banks che ha segnato i canestri più importanti nel finale di partita.

 

Ma come spesso accade con i Peacocks la vittoria è stata molto corale, con tutti i giocatori a portare il loro mattoncino. Clarence Rupert (11 punti, 3 rimbalzi e 3 recuperate) ha dato fiducia sotto canestro nel primo tempo, Matthew Lee è stato una spina nel fianco in difesa e preciso in lunetta nel finale di gara. Ma anche le due triple dei fratelli Drame (una a testa) hanno avuto un peso specifico notevole sulla gara.

In casa Purdue le cose hanno funzionato poco e malino. La squadra ha continuato a dare la palla in post basso a Zach Edey (che conferma di subire la troppa fisicità) e soprattutto Trevion Williams ma senza poi generare da questi possessi attacchi fluidi o tiri da tre aperti. Anzi, il tiro dalla lunga distanza soprattutto nel secondo tempo è stato un pianto (5/21 finale, ma 1/12 nel secondo tempo).

Capitolo a parte per Jaden Ivey che ha giocato una delle più brutte partite dell’anno se non LA più brutta. Se uno scout avesse visto solo la gara contro Saint Peter’s gli consiglierebbe di stare un altro anno al college, altro che NBA. La star di Purdue non ha inciso in difesa (anche se ha preso 8 rimbalzi) ed è stato a tratti dannoso in attacco: 9 punti con 4/12 al tiro e 6 sanguinose palle perse. Ora la festa e i riflettori (dell’intera nazione) sono tutti per Saint Peter’s che avanza meritatamente. La prossima avventura dei Pavoni si chiama North Carolina. E ci sarà da divertirsi.

Love is in the air

In questa March Madness, a turno, i giocatori di UNC sembrano vedere una piscina al posto del canestro: dopo il trentello di R.J. Davis per schiantare Baylor al secondo round, stavolta è stato Caleb Love a trascinare i Tar Heels alla vittoria contro UCLA che vale l’accesso alle Elite Eight.

Il sophomore da St. Louis (30 punti con 6/13 da tre e 11/24 dal campo) ha ispirato North Carolina, che ha tirato tanto – come prevedibile – da tre (10/31 collettivo), allargando il campo e cercando di evitare di affrontare in area la difesa fisica dei Bruins. Sempre in controllo della gara dal punto di vista tecnico e mentale, Love ha orchestrato alla perfezione l’attacco, tenendo i suoi in partita con giocate via via sempre più decisive ogni volta che gli avversari provavano ad allungare. Triple dal logo, penetrazioni acrobatiche e la freddezza di realizzare i due liberi per mettere in ghiaccio la vittoria a pochi secondi dal termine: alla sua serata non è mancato davvero nulla.

 

I ragazzi di coach Hubert Davis hanno anche dominato la sfida a rimbalzo (43-34), un aspetto fondamentale visto che la gara si è giocata punto a punto. Il dato più importante sono i 15 rimbalzi offensivi dei Tar Heels: 8 del solito Armando Bacot (14 punti e 15 rimbalzi per lui), tra cui quello – con la punta dei polpastrelli – che ha messo la firma sul +5 a quindici secondi dalla fine e ha fatto esplodere il Wells Fargo Center. Una giocata (nel video sopra) che potrebbe valere una stagione. Se aggiungete il classico pizzico di follia di Brady Manek, capace di scegliere con chirurgia i momenti della partita in cui infilare le sue tre triple, ecco la ricetta per la vittoria.

Nonostante l’inizio promettente, UCLA ha patito la serata opaca delle sue star: Johnny Juzang e Jaime Jaquez Jr. (quest’ultimo in dubbio fino a qualche minuto prima della gara) coppia che ha chiuso con 24 punti ed un 10/31 dal campo. In generale i Bruins sono sembrati semplicemente stanchi, arrivando spesso in ritardo sulle palle vaganti e non riuscendo a mettere un freno agli avversari quando questi hanno iniziato a trovare ritmo dall’arco sulle ali dell’entusiasmo.

Una squadra che ha fatto dell’intensità e della capacità di gestire i momenti caldi delle partite la sua arma letale, si è vista invece scivolare tra le dita una gara che è rimasta in equilibrio fino agli ultimi secondi. Ma proprio nel finale sono venute meno lucidità e precisione. E Caleb Love ha rubato la scena a tutti.

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