Raffaele Fante: North Carolina già l’anno scorso mi è piaciuta poco e l’aggiunta di Nassir Little non compensa il buco che si è aperto in regia con l’addio di Joel Berry.
Riccardo De Angelis: Nevada. Lanciatissimi, positionless all’ennesima potenza, talento offensivo a palate però è tutto da vedere quanto miglioreranno una difesa che l’anno scorso aveva buchi enormi. Fa tutta la differenza del mondo per andare lontano.
Paolo Mutarelli: West Virginia non ha qualcuno di credibile nel backcourt per poter guidare l’attacco, a meno che Jonah Bolden si trasformi in un razzo missile. Esa Ahmad non ha mai dato segni di maturità e il solo Sagaba Konate non può salvare la baracca.
Giulio Scopacasa: Tennessee
Giovanni Bocciero: Nevada, perché quest’anno parte con grandi ambizioni e potrebbe non reggere le aspettative.
Fabio Cro: Gonzaga, e il prematuro infortunio di Tillie, non è di buon auspicio.
Manuel Follis: la sensazione è che qualcosa a Michigan State si sia inceppato, che non ci sia più l’intensità di un tempo. Questa è la stagione in cui la squadra e coach Tom Izzo devono dimostrare qualcosa.
Stefano Russillo: Arizona visto l’addio di Ayton, Trier, Alkins, Ristic e Jackson-Cartwright e visto che, complice lo scandalo FBI, non è arrivato nessun freshman cinque stelle per la prima volta dopo tanti anni. Brandon Williams e il transfer da Duke Chase Jeter non bastano per confermare i Wildcats tra i programmi d’élite.