Raffaele Fante: Virginia per tanti motivi: si rialzeranno dalla botta dell’anno scorso? Lasceranno ancora gli avversari a 54 punti? De’Andre Hunter diventerà una star? Francesco Badocchi riuscirà a giocare?
Riccardo De Angelis: Loyola-Chicago. A parte i particolari allineamenti d’astri che li han portati alle Final Four, sono impaziente di vedere se continueranno a giocare la stessa bella pallacanestro. Potrebbero persino migliorare.
Paolo Mutarelli: Vado controcorrente e dico Memphis. L’hype che ammanta i Tigers dall’arrivo di Penny Hardaway è allucinante. La curiosità sta nel vedere l’Hardaway coach, come gestirà le rotazioni, i momenti bui, il suo modo di giocare. Sul resto ha già dato ampie garanzie.
Giulio Scopacasa: Come non rispondere Duke e Kentucky!?
Giovanni Bocciero: LSU, perché può far divertire in campo aperto e allo stesso tempo essere concreta a difesa schierata soprattutto sotto canestro.
Fabio Cro: Villanova, ha perso giocatori forti e fondamentali.
Manuel Follis: Le prime uscite di preseason sono state tremende, ma sono curioso di vedere il lavoro che farà coach Mack a Louisville. Poi, in ordine, Indiana e Kentucky.
Stefano Russillo: Nevada, non hanno giocato ancora un singolo minuto ma si può già dire che siamo davanti ai migliori Wolf Pack di sempre: il talento dei gemelli Martin, l’esperienza di Caroline, il prospetto Nba Brown, un roster profondo e coach Musselman uno dei più sottovalutati della Ncaa. C’è da aggiungere altro?
Michele Robatto: Nevada. Squadra che non ha perso tasselli importanti e che l’anno scorso ci ha deliziato con un grande attacco (anche se una terribile difesa…). Speriamo in un bis!