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Il talento (unico) di Ayton in attacco

DeAndre Ayton (Arizona)

Sono bastate soltanto tre partite di college basket per capire perché DeAndre Ayton fosse il numero uno della classe 2017 della Espn100: un giocatore con quella combinazione di fisico e skill-set in attacco non si vedeva da anni in Ncaa. Tre partite, tre doppie-doppie e un dominio tecnico-fisico totale sugli avversari. Difficile, infatti, non notare i 113 kg distribuiti su 216cm che si porta addosso.

DeAndre Ayton (Arizona)

Ciò che sorprende, però, è la naturalezza con la quale porta a spasso e controlla il fisico da divinità greca che si ritrova, correndo lungo il campo con una velocità e un’accelerazione innaturale per un corpo del genere.

 

Dopo tre partite è presto (e inutile) entrare nel merito della discussione se valga o meno la prima chiamata assoluta al prossimo Draft. Quello che possiamo fare, però, è dare un’occhiata a ciò che rende il lungo bahamense una vera e propria arma di distruzione di difese avversarie.

La presenza fisica e l’atletismo di Ayton lo convertono in un dominatore dell’area, sembra un gigante in mezzo ai bambini, un fattore a rimbalzo offensivo dal quale nascono seconde opportunità per i suoi Wildcats.

Una più spettacolare

 

Dell’altra

 

Fisico e una meccanica di tiro (con annesso rilascio) degna di una guardia gli permettono di essere una doppia minaccia sia spalle che fronte a canestro. Coach Sean Miller in queste tre prime partite ha cercato spesso di dargli la palla in post vista la capacità di Ayton di trovare facilmente il canestro sfruttando o i suoi muscoli

 

O la tecnica e l’eleganza dei movimenti che ricordano sinistramente (per gli avversari) quelle di Hakeem Olajuwon

 

Altra soluzione nel gameplan dei Wildcats è quella di servirlo all’altezza della lunetta, da dove il settepiedi è capace di colpire così.

 

L’aggressività con la quale attacca il ferro, un footwork, un’agilità e una coordinazione anormale per un centro gli permettono di essere anche una minaccia una volta che mette palla a terra, partendo dall’altezza della lunetta e puntando direttamente il ferro, portando a casa due punti o due tiri liberi.

 

Ecco starete pensando che un lungo con quel fisico possa avere proprio nelle percentuali dalla linea della carità il suo tallone d’achille. Sbagliato! Ayton sta tirando i liberi con il 76.5% grazie a una meccanica pressocché impeccabile. Vedere per credere.

 

Raddoppiarlo, una volta ricevuta palla, è stata la scelta delle difese avversarie. Risultato? La difesa collassa su Ayton e si aprono spazi e opportunità per gli altri Wildcats. Il lungo ha dimostrato, infatti, di saper creare anche per i propri compagni aprendo spazi per il loro inserimento come in questo caso con Ira Lee

 

O approfittando della superiorità numerica che si crea sul perimetro che porta a una tripla facile. Esegue Jackson-Cartwright.

 

Letture di gioco, quando raddoppiato, e capacità di trovare i compagni liberi sul perimetro possono, però, ancora migliorare (e tanto) con Ayton che spesso preferisce la soluzione personale all’assist, come dimostrato in questo caso nel quale l’intera squadra avversaria è attratta dal suo talento-fisico gravitazionale.

 

E nonostante tre compagni liberi, pronti a colpire dall’arco, lui preferisce la soluzione personale (finendo pur sempre con un fallo e unviaggio in lunetta).

 

Nell’ultima partita contro Cal State Bakersfield ha sfoggiato l’altra arma che teneva nascosta: il tiro da tre. Qualcosa alla quale aveva abituato gli scout durante la sua tappa all’high school dove tendeva, anzi, a sostare troppo sul perimetro alla ricerca della tripla.

 

L’arsenale ora è completo, vedremo come gli avversari (sopratutto quelli di un certo calibro) cercheranno di arginarlo. Nel frattempo non ci resta che ammirare il talento di Ayton e augurare buona fortuna a chi se lo troverà di fronte.

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