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Tornei di conference, chi vince e chi rischia

Autore: Manuel Follis
Data: 7 Mar, 2017

 

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Con questa settimana sono finite tutte le partite di stagione regolare e si entra nel pieno dei tornei di conference, tra chi li ha ultimati e chi li sta per iniziare. Sono rimaste immutate le prime 4 posizioni del ranking con Kansas sempre numero 1 e pochi altri cambiamenti anche nelle posizioni più basse. Vi abbiamo già parlato della rivincita tra Duke e North Carolina (che vi abbiamo raccontato nel dettaglio), vediamo ora cosa succederà e chi ha già staccato un biglietto per il Torneo.

 

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I tornei da giocare

 

ACC, la conference più incerta

Duke doveva essere la dominatrice della stagione regolare, del torneo di conference e della Big Dance. Sbagliato. Ha perso ben 7 partite nell’ACC, chiudendo solo al quinto posto e così è finita dalla parte sbagliata del tabellone, in compagnia della n.4 Louisville e della n.1 North Carolina, che è la favorita di un torneo dove in realtà può succedere di tutto. Delle 15 squadre che si affronteranno al Barclays Center (finale 11 marzo), ce ne sono almeno la metà che andranno comunque al Torneo principale e che possono dire la loro anche per il titolo della conference. Senza dimenticare squadre in the bubble come Syracuse, Virginia Tech o Wake Forest che hanno già ottenuto vittorie importanti in stagione e che faranno di tutto per convincere il Selection Committee.

Justin Jackson (UNC) nominato ACC player of the year

Big 12, il regno di Kansas

Se da 13 anni la regular season della conference è senza sorprese, con Kansas sempre al primo posto, non è mai stato altrettanto scontato il torneo che si giocherà a Kansas City (finale 11 marzo). Iowa State, per esempio, ha vinto due edizioni di fila nel 2014 e 2015, e non sarà avversario facile da superare per i Jayhawks in quella che potrebbe essere la semifinale della parte alta del tabellone. Baylor e West Virginia sono la n.2 e la n.3 del torneo ma i Bears sono un po’ in calo e hanno vinto solo la metà delle ultime 10 partite della regular season mentre i Mountaineers sono la squadra che ha dato più fastidio a Kansas ma hanno anche perso contro chiunque, da Oklahoma a Kansas State. Attenzione a Oklahoma State, tutt’altra squadra rispetto all’inizio disastroso della conference (0-6), perchè i Cowboys potrebbero essere la sorpresa del torneo.

Big East, tutti a caccia di Villanova

Nel 2016, la sorpresa più grande nei tornei di conference arrivò proprio dalla Big East, con Seton Hall che sconfisse in finale i futuri campioni Ncaa di Villanova. Difficile che la storia si ripeta sul parquet del Madison Square Garden di New York (finale 11 marzo), dato che gli infortuni hanno indebolito e non di poco due squadre temibili come Creighton e Xavier e solo Butler sembra poter dare fastidio alla squadra di Jay Wright. Per arrivare in finale i Bulldogs dovranno però battere Providence, squadra in crescita che ha chiuso la regular season con sei vittorie di fila. Federico Mussini può giusto sperare di passare un turno perchè, in caso di vittoria contro Georgetown, la sua St John’s se la vedrà subito con Villanova con zero chance di batterla.

L’abbraccio tra Kamar Baldwin e Chris Holtmann dopo la vittoria di Butler contro Villanova

Big Ten, il ritorno di Purdue?

Altro torneo che si preannuncia davvero combattuto con Purdue n.1 che potrebbe interrompere un digiuno che dura dal 2009 e tante squadre che giocheranno al Verizon Center di Washington (finale 12 marzo) alla ricerca di un biglietto per il tabellone Ncaa. In particolare i due quarti di finale Michigan-Illinois e Indiana-Iowa saranno degli spareggi tra pretendenti alla Big Dance. Non solo: anche teste di serie più alte come Minnesota (n.3) e soprattutto Michigan State (n.5) devono fare un bel torneo se non vogliono passare le prossime settimane di marzo davanti alla televisione. Da verificare lo stato di forma di Wisconsin, che ha perso 5 delle ultime 7 partite, e di Maryland spesso salvata da Melo Trimble in una stagione piena di alti e bassi tipica di una squadra molto giovane.

Pac 12, in tre a caccia del titolo

Qual è la favorita tra UCLA, Arizona e Oregon? A guardare i risultati di febbraio, andrebbero scelti i Bruins che in realtà sono la n.3 del torneo, ma ci arrivano dopo aver battuto 9 squadre in fila, Arizona e Oregon comprese. La verità è che alla T-Mobile Arena di Las Vegas (finale 11 marzo) sarà lotta dura tra queste tre squadre che sono nettamente superiori a tutte le altre della conference con i Ducks che avranno il vantaggio del seed n.1 del tabellone e potranno giocare la semifinale contro la vincente di Cal-Utah. Proprio la squadra di Cuonzo Martin ha bisogno di fare tanta strada per riscattare le 5 sconfitte nelle ultime 6 partite che l’hanno messa in grosso pericolo per il torneo, e lo stesso vale per USC. Non sarà probabilmente a Las Vegas una delle stelle della conference, dato che Markelle Fultz ha problemi al ginocchio e comunque Washington uscirà in fretta, con o senza di lui.

Dillon Brooks segna il canestro decisivo per Oregon in faccia a Lonzo Ball

Sec, i pericoli per Kentucky

Si potrebbe pensare che questa sia una delle conference più scontate, dato che Kentucky ha chiaramente una quantità di talento non paragonabile a tutte le altre squadre. Peccato che Florida sia stata capace di dare 22 punti ai Wildcats non più tardi di un mese fa e quindi è meglio non dare verdetti prima che si inizi a giocare. I freshman di John Calipari, tra l’altro, se la dovranno vedere nei quarti contro la vincente tra Tennessee e Georgia, due squadre che nella regular season li hanno fatto soffrire tantissimo. Non sarà quindi tutto scontato alla Bridgestone Arena di Nashville (finale 12 marzo), anche perchè sono davvero tante le squadre della conference ancora in cerca di un biglietto per il tabellone principale, da South Carolina a Vanderbilt che ha ancora qualche chance dopo aver battuto proprio i Gators nell’ultima partita prima del torneo.

AAC e una finale annunciata

Per come è andata la conference è difficile immaginare una finale diversa da SMU-Cincinnati, le due squadre che hanno di fatto dominato, vincendo l’una contro l’altra nelle rispettive partite casalinghe. Allo stesso modo è difficile immaginare che Connecticut (che gioca in casa, visto che il torneo sarà ospitato dal XL Center di Hartford, finale 12 marzo) potrà difendere il titolo conquistato l’anno scorso, anche se coach Kevin Ollie le proverà tutte come sempre, ma gli Huskies partiranno dal turno preliminare con la testa di serie n. 6. Se volete guardarvi qualcosa, o meglio qualcuno, in attesa della finale vi consigliamo Dedric Lawson, ala grande dal talento cristallino di Memphis (contro UCF) e Rob Gray la guardia di Houston, che probabilmente affronterà Uconn, entrambi attesi ai quarti di finale il 10 marzo.

Ncaa basketball - Dedric Lawson - Memphis

Dedric Lawson – Memphis

Atlantic 10, corsa a quattro

La corsa per la conquista del titolo della Atlantic 10 sarà lunga, visto che il torneo alla Paints Arena di Pittsburgh (finale 12 marzo) prevede due partite preliminari e poi turni a partire dagli ottavi. Campione in carica è Saint Joseph’s che però difficilmente riuscirà nell’impresa del repeat e non solo a causa dell’infortunio dell’italiano Pierfrancesco Oliva. La competizione sarà molto importante per le squadre come Rhode Island (dove milita l’italiano Nicola Akele), che rischiano di essere lasciate fuori dal Torneo Ncaa e che salvo sorprese dovrebbe affrontare Dayton in semifinale, squadra con cui ha perso due volte in stagione regolare, ma sempre lottando fino alla fine (4 punti di scarto complessivi). Dall’altra parte del tabellone, si affronteranno probabilmente la squadra rivelazione della A-10 Richmond e VCU, sempre alla ricerca di una sua identità di gioco dopo l’addio di coach Shaka Smart. Pronostico? Difficile, perché le probabili semifinaliste hanno tutte chances di vittoria finale.

 

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I tornei già conclusi

 

La legge di Wichita State

Poteva essere una delle conference più interessanti, vista la rivalità che da inizio anno c’è stata tra Wichita State e Illinois State, ma nonostante i Redbirds si siano impegnati, la finale della Missouri Valley non ha avuto storia. Anzi, per certi versi sembra proprio che gli Shockers abbiano preso ritmo e grinta proprio il 14 gennaio, quando hanno perso in casa di Illinois State. Da quel momento hanno infilato una striscia di 15 vittorie consecutive e ora si presentano al Torneo Ncaa con la consapevolezza di poter essere una vera mina vagante. La storia del torneo di conference è tutta qui, in una finale finita 71-51 e durata pochi minuti che ha poi visto Illinois State rincorrere per tutta la gara sparacchiando da 3 punti con poco successo (6/28) alla fine. Per Wichita State sugli scudi Conner Frankamp che, ogni volta che i Redbirds si sono rifatti sotto, ha segnato canestri importanti e Markis McDuffie che con il suo 11/11 dalla lunetta ha permesso di mantenere il distacco nel secondo tempo. Alla squadra di coach Dan Muller resta la consolazione di aver condotto la squadra a disputare una grande stagione, che potrebbe comunque valere una chiamata al Torneo.

Wichita State campione MVC

Una debuttante nella Ohio Valley

Il primo Torneo a concludersi ha dato subito una sorpresa: la prima qualificata ufficiale è stata infatti una (quasi) Cinderella visto che Jacksonville State per arrivare al gran ballo di marzo, il primo della sua storia, ha fatto fuori la numero 1 della conference (Belmont) e la numero 2 (UT Martin) grazie alla prestazione delle sue due guardie Malcolm Drumwright e Erik Durham che hanno brillato in semifinale e in finale. Al coach di Tennessee Martin, Anthony Stewart, rimane la consolazione di un buon esordio da capo allenatore in Division I.

Dunk City capitale dell’Atlantic Sun

Dunk City è tornata e ha già superato il numero di schiacciate della storica stagione 2012/13, quando Florida Gulf Coast arrivò alle Sweet 16 guadagnandosi un soprannome tornato decisamente attuale quest’anno. Gli Eagles hanno vinto per il secondo anno di fila il torneo della Atlantic Sun battendo in finale North Florida in una partita più complicata di quanto dica il punteggio finale di 77-61. Gli Ospreys non hanno replicato il 16/24 da 3 che li ha portati in finale eliminando Lipscomb e sono stati traditi soprattutto dal loro leader Dallas Moore, quarto realizzatore della nazione (24 punti a partita) che ha chiuso la sua carriera al college con 0/7 dall’arco. E senza tiro da 3 sono decisamente meno pericolosi, anche se Fgcu è rimasta a lungo sotto con un primo tempo confusionario e Brandon Goodwin senza canestri fino a un minuto dall’intervallo. Nella ripresa il leader degli Eagles si è svegliato, North Florida è stata 6 minuti senza segnare e il titolo è rimasto a Fort Myers.

MAAC, Iona spegne il sogno di Siena

Finisce sul ferro la tripla della vittoria di Nico Clareth e finisce così in finale la favola di Siena, arrivata davvero a un passo dal torneo nonostante il seed n.4. Iona resta campione della MAAC al termine di una combattutissima partita finita 87-86 solo al supplementare. I Saints hanno rimontato 17 punti in semifinale alla n.1 Monmouth battendola grazie a 27 assurdi punti di Clareth tutti nel secondo tempo, ma non hanno saputo sfruttare lo stradominio a rimbalzo (52-34 con 28 offensivi) contro Iona che nel supplementare ha fatto la cosa giusta, cioè dare sempre la palla a Jordan Washington. E Washington (21+10), di fatto l’unico lungo che hanno, ha segnato e creato per i compagni, riportando i Gaels al Torneo per il secondo anno di fila.

Colonial, la conferma di UNC Wilmington

Anche nella CAA non cambia il vincitore rispetto all’anno scorso con UNC Wilmington che rispetta i pronostici della vigilia e torna ancora al torneo. Dopo aver giocato praticamente in 6 uomini una finale punto a punto, i Seahawks hanno accelerato nell’ultima parte dell’incontro battendo Charleston 78-69. Decisiva per i ragazzi di coach Kevin Keatts la maggior precisione al tiro da 3 punti, uno dei marchi di fabbrica della squadra. Per CJ Bryce importante partita da 24+5+5, ottimo anche Devontae Cook che aggiunge 15 punti e 14 rimbalzi.

C.J Bryce (UNC Wilmington)

CJ Bryce (UNC Wilmington)

ETSU vince la Southern in rimonta

East Tennessee torna al gran ballo di Marzo (mancava dal 2010) grazie alla vittoria su UNC Greensboro (79-74), in una finale della Southern decisa agli ultimi secondi. I Buccaneers dopo aver chiuso il primo tempo sul -7, hanno aperto il secondo tempo con un parziale di 18-4 tirando nella seconda metà di gara con il 59% dal campo e toccando il +10 a 2:30 dalla fine. A nulla è valsa la rimonta finale degli Spartans con la tripla del possibile pareggio, a 3 secondi dalla sirena, sbagliata da Francis Alonso, sin allora dominante con 28 punti a referto (career high). ETSU è stata perfetta ai liberi (19/19) guidata dall’MVP del torneo: T.J. Cromer. Il senior ha chiuso con 23 punti, 14 dei quali arrivati nel secondo tempo, e dopo averne rifilati 41 in semifinale contro Samford è pronto a mettersi in mostra al torneo Ncaa.

 

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