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Troppo hype per una Florida giovane

white e nembhard - florida
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 21 Nov, 2019

Le aspettative su Florida, appena prima l’inizio della stagione, c’erano ed erano anche alte: il sesto posto nel preseason ranking era il migliore dal 2006/07, quando i Gators erano alla #1 e finirono con il titolo in bacheca, e l’arrivo di Kerry Blackshear sembrava avergli dato quel pizzico di esperienza che si pensava mancasse. Invece, l’inizio di stagione, 2-2, ha catapultato fuori dal ranking Florida che dovrà ricostruire una stagione che sembrava poter essere vincente. Gli elementi ci sono tutti, ma forse eravamo partiti con troppo hype.

 L’attacco è la fonte dei problemi 

Secondo Kenpom, in queste prime quattro partite, Florida ha il 55esimo attacco della nazione (105.1) e la 24esima difesa (88.1), giocando con un ritmo tra i più bassi, 345esima. In realtà, la difesa è migliore della sua attuale posizione, ma l’attacco è decisamente peggiore: i Gators non hanno semplicemente idea di come fare canestro. La squadra fa una fatica incredibile a battere gli avversari dal palleggio e questo si traduce in pochissimi tiri al ferro (il 31% della loro distribuzione) e tanti tiri dal mid range (il 34% trasformati con il 32%) e dall’arco (il 34% trasformati con il 24%). Il simbolo è Noah Locke,  che doveva essere il cecchino designato per sfruttare i raddoppi su Blackshear. Lo scorso anno tirava da tre con il 37% che ora è diventato 22%, e solo il 2% delle sue conclusioni arrivano da sotto. 

 

Questa è una situazione che si è accentuata contro difese atletiche come quelle di Florida State e UConn, ma anche contro la modesta Towson. Anche un leader come Andrew Nembhard sta faticando. Riesce ad arrivare al ferro, solo giocando spalle a canestro, costringendo il resto della squadra a stazionare fuori dal perimetro, o dal pick&roll con Omar Payne, il centro di riserva. Il tiro da fuori è peggiorato, dal 34% al 28%.

 

Un attacco che sbaglia scelte e si accende solo quando arriva palla a Blackshear, ma anche il transfer da Virginia Tech non riesce a essere continuo. I lunghi di Florida State lo hanno messo costantemente in difficoltà con la loro fisicità, negandogli una ricezione pulita. Rimane comunque lui il perno dell’attacco sia grazie alle sue capacità in post, sia con la sua versatilità da bloccante, mentre le soluzioni in post alto sono state ancora poco utilizzate da coach White. 

Mille di queste situazioni si sono viste contro i Seminoles

Le possibili soluzioni

Florida si sta salvando con una difesa davvero elitè che è stata punita spesso da giornate di grazia degli avversari, come è accaduto soprattutto nel secondo tempo contro UConn, con Gilbert e Polley l’hanno bucata fin troppo. Quindi, la rinascita dei Gators deve partire sicuramente dal lato difensivo e da un possibile innalzamento del ritmo. A discolpa del coaching staff, il sistema difensivo non è basato sul causare palle perse (6.5 a partita, 310°), bensì sullo sfinire gli attacchi, difendendo alla morte ogni spazio, con tanti aiuti. Anche l’apporto dei freshman deve salire. Scottie Lewis, offensivamente, non si è visto, pagando  un fisico magro che non gli permettere di sfruttare un tocco assai morbido nei pressi del canestro, mentre in difesa è capace di cose come questa.

 

Il ruolo di Tre Mann è ancora da scoprire. Alternato tra il quintetto e la panchina, non ha dato ancora sfoggio delle sue qualità da realizzatore, ma c’è da dire che ha saltato praticamente l’intero finale contro UConn per un piccolo infortunio. La squadra porta nove nuovi elementi e quindi è possibile che debbano ancora conoscersi e sicuramente la maggior chimica aiuterà con lo sviluppo della stagione.

Ma la situazione a Florida non sembra delle più rosee. Locke dovrà tornare ad essere un fattore da fuori, così come il tiro di Nembhard potrebbe sbloccare uno spazio maggiore in attacco. Lewis e Mann stanno soffrendo l’impatto del primo e Blackshear non riesce a nascondere i difetti tutti. Di tempo non ce n’è molto, sta arrivando il Charleston Classic, con squadre temibili come Miami e Xavier che la possono mettere davvero in difficoltà e nessuno ha intenzione di fare sconti ai giovani Gators.

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