- UCLA contro Kentucky era un po’ una prova del nove per entrambe le squadre e per come è andata è abbastanza evidente che i Bruins abbiano prevalso più o meno in tutti gli aspetti del gioco, vincendo alla fine più che meritatamente 97-92 (e non 97-0 come riporta il sito di Espn), riuscendo a espugnare la Rupp Arena dopo una serie di 42 vittorie consecutive di UK. Si è giocato a un ritmo forsennato, soprattutto nel primo tempo, con tiri presi nei primi secondi dell’azione talvolta anche a difesa schierata.
I Wildcats sono stati spudoratamente sfidati al tiro, con UCLA che ha intasato l’area per non soffrire a rimbalzo, visto che il controllo dei tabelloni era una delle chiavi della partita (è finita 41-38 per la squadra di Los Angeles). Non solo, ma il cambio sistematico previsto dalla difesa di UK è stato punito in maniera chirurgica dai giocatori di coach Steve Alford.
Alla fine “it’s all about making shots” e nel banale fare canestro UCLA ha riportato sulla terra i marziani di Kentucky, in grado di essere fisicamente dominanti, ma mediamente meno precisi. “Questa per noi è stata una lezione”, ha detto coach John Calipari finita la gara. “Avevano più energia di noi, ho dovuto chiamare time out dopo appena un minuto che era iniziata la gara”. E in effetti, se il confronto era tra uno dei migliori attacchi (UCLA) e una delle migliori difese (UK) della nazione, ha chiaramente prevalso la forza dell’attacco.
La sfida nella sfida
La gara era anche l’occasione per vedere una contro l’altra due tra le migliori point guard del lotto ovvero Lonzo Ball contro De’Aaron Fox. Anche qui il confronto ha premiato Ball, anche se Fox nel complesso non ha sfigurato. Se qualcuno guardasse solo il tabellino a fine gara direbbe che Fox ha fatto meglio, e in effetti nel primo tempo (prima che tra i giocatori di Kentucky si diffondesse l’angoscia della rimonta) la PG di coach Cal aveva ben impressionato, mostrando la solita velocità fuori dal comune e un jumper dalla media finalmente continuo.
Giocatore | MP | 2P | 2PA | 2P% | 3P | 3PA | 3P% | TRB | AST | STL | BLK | TOV | PTS |
Ball | 38 | 3 | 4 | 75 | 2 | 8 | 25 | 6 | 7 | 1 | 1 | 6 | 14 |
Fox | 34 | 7 | 16 | 43,8 | 1 | 4 | 25 | 2 | 9 | 1 | 0 | 2 | 20 |
Ball però continua a mostrare un controllo della partita e dei compagni davvero superiore. Sembra sempre sapere con un secondo di anticipo cosa succederà in campo e sembra avere un radar nel trovare il migliore compagno libero. E poi sembra sempre non gli interessi per forza segnare, anche se alla fine il suo contributo sul tabellino finale non manca mai. E la tripla in step back ormai è un marchio di fabbrica. Il tiro infatti resta orribile da vedere, ma di un’efficacia mortale.
Mister utilità
Se dobbiamo scegliere un giocatore letale questo è TJ Leaf che nella capacità di trasformare in oro tutto quello che tocca è anche più incredibile di Ball. In campo dà la sensazione che qualsiasi cosa faccia implichi un guadagno per la sua squadra, ha una faccia che non gli daresti una lira ma è sempre al posto giusto al momento giusto. Ha chiuso con 17 punti, 6/10 2pt, 1/2 3pt, 13 rimbalzi e 5 assist. Marcato da Derek Willis lo ha letteralmente scherzato, faticando un filo di più solo contro Weynen Gabriel, che comunque ha fatto a fette. Esiziale.
The body
Bam Adebayo nel complesso è risultato il migliore di Kentucky. I commentatori della Cbs più volte l’hanno paragonato a Dwight Howard e in effetti il fisico scultoreo ricorda molto quello del centro di Atlanta. Non a caso è stabilmente considerato il primo “lungo” del prossimo draft. A differenza di Howard, Adebayo sembra già molto più padrone del gioco, senza contare che ai liberi è leggermente meglio (10/13 alla fine). L’alley-oop di tocco con mano sinistra subendo fallo realizzato nel secondo tempo la dice lunga sulle sue potenzialità, visto che anche in difesa sa farsi rispettare. Ha chiuso con 18+13 più 4 stoppate.
Gli altri fenomeni
In una partita come quella tra UCLA e Kentucky (che alla fine è stata comunque una bella gara) si potrebbe fare un approfondimento quasi infinito su ognuno dei giocatori in campo. Tra quelli che si sono messi in evidenza in maglia Bruins segnaliamo Bryce Alford che, dispensato dal compito di gestire/creare il gioco e schierato come pura guardia tiratrice, sta mostrando il meglio di sè e anche contro UK ha segnato triple pesantissime. È chiaro però che, soprattutto nel primo tempo, quando i Wildcats erano avanti nel punteggio è stata la prestazione balistica di Isaac Hamilton a tenere a galla e a dare la spinta a UCLA. Hamilton non ha grandi missioni tattiche nel roster di coach Alford, deve banalmente segnare e quando tira come contro UK (19 punti, 4/8 2pt, 3/5 3pt) assolve il suo compito alla perfezione. Con la maglia dei Wildcats c’è un altro giocatore che merita la promozione e cioè Malik Monk, l’unico affidabile nel tiro da fuori, che ha chiuso con 24 punti (6/11 2pt, 4/8 3pt), che purtroppo ha gestito e condotto male il contropiede cruciale che nel secondo tempo poteva cambiare la gara (invece palla persa ferale e schiacciata di Ball in solitaria). Bocciati in maniera impietosa Isaiah Briscoe, irriconoscibile e dannoso in ogni parte del campo e la coppia Willis-Gabriel, non solo massacrata da Leaf in difesa ma anche sostanzialmente nulla in attacco (Gabriel ha tentato solo 2 tiri).