Ricordate quando Donald Trump si vantò di aver evitato dieci anni di prigione per tre giocatori di UCLA, oltre a lamentarsi dell’ingratitudine di questi ultimi nei suoi confronti? Stando a una recente ricostruzione di ESPN, il presidente degli Stati Uniti non sarebbe stato del tutto sincero riguardo la sua mediazione col governo cinese in merito all’arresto dei tre giocatori di UCLA accusati di taccheggio in un centro commerciale di Hangzhou. LiAngelo Ball, Jalen Hill e Cody Riley sarebbero stati infatti liberati su cauzione già dodici ore dopo l’arresto e la situazione risolta due giorni più tardi grazie all’operato dei funzionari dell’università losangelina e di quelli della Pac-12, capaci di convincere le autorità cinesi a ritirare le accuse nei confronti dei tre giocatori.
Gli atleti in questione sarebbero rientrati negli USA con tre giorni di ritardo rispetto ai compagni per mere questioni diplomatiche e di immagine: “Per le autorità cinesi era importante che i giocatori rimanessero per un paio di giorni in più rispetto al resto della squadra”, ha riferito un membro dello staff di UCLA. “Accettammo di non dire nulla e di non rilasciare dichiarazioni finché non fossero tornati a casa. Volevano che ci fosse una specie di punizione ed evitare di dare l’impressione che se la fossero cavata facilmente.”
Stando a quanto affermato all’epoca dallo stesso Trump, il presidente degli USA non avrebbe contattato il premier cinese Xi Jinping prima del 12 novembre, ovvero due giorni dopo l’avvenuto ritiro delle accuse. “La situazione era già stata risolta quando sentimmo dell’intervento di Trump”, afferma sempre la fonte interna alla squadra. “I passaporti dei giocatori erano già stati restituiti e i loro voli prenotati per tornare a casa martedì notte [14 novembre] quando il generale Kelly chiamò i giocatori.”