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Ulaneo, addio Seattle, non sono un centro

Autore: Manuel Follis
Data: 30 Apr, 2018

Aveva già dei dubbi quando l’ex coach di Seattle University, Cameron Dollar, era andato via, ma poi il nuovo allenatore, Jim Hayford, aveva convinto l’italiano Scott Ulaneo (ala di 208 cm proveniente dalla Stella Azzurra di Roma che gioca a Seattle insieme all’altro italiano Mattia Da Campo) che sarebbe andato tutto bene e che avrebbe avuto più minuti e più spazio. Alla fine però non è andata come sperava e così qualche settimana fa è arrivata la news riguardante il possibile trasferimento del giocatore. “È vero”, conferma Ulaneo a BN, “ho deciso di lasciare Seattle”.

È ufficiale?
Adesso sì, ho avuto il documento di rilascio qualche giorno fa.

E ora?
Il rilascio permette di poter parlare con qualsiasi scuola o persona che mi voglia contattare.

Molti hanno commentato che probabilmente tornerai in Italia, è vero?
No, al contrario. Il mio piano è rimanere qui negli Stati Uniti. Ora come ora le probabilità che rimanga negli Usa sono molto alte. Ho già fatto due anni di scuola (giocando come freshman e sophomore a Seattle) e me ne mancano due per avere la laurea. Poi, anche dal punto di vista cestistico, la preparazione che ti offrono qui, l’intensità degli allenamenti, l’opportunità di allenarsi con giocatori di altissimo livello tutti i giorni, sono fattori non facili da trovare altrove. Il mio piano è sfruttare questa opportunità per tutti e 4 gli anni e poi tornare in Italia, o dovunque sia, per giocare da professionista.

Come mai hai scelto di lasciare Seattle?
Il motivo principale è che non mi trovavo a livello di ruolo. Nonostante alla fine fossi uno dei pochi della squadra che giocava, avevo bisogno di un posto in cui potrer migliorare individualmente come giocatore. Ma per farlo devo stare più sul perimetro, il ruolo in cui mi vedo giocare da professionista.

A Seattle hai giocato praticamente solo da centro
Esatto, purtroppo avevamo un giocatore di 220 cm (Aaron Menzies) e poi io ero il più alto della squadra. Questo mi ha portato a fare il lungo tante volte, sostanzialmente cambio del lungo titolare, una cosa che non ho mai fatto né quando ero alla Stella Azzurra né l’anno scorso. E soprattutto una cosa che non penso possa aiutarmi a lungo termine.

 

Hai già iniziato a parlare con qualcuno?
Ho avuto il rilascio pochi giorni fa e senza non potevo ancora parlare con nessuno. È tutto un po’ alla cieca e comporta dei rischi. Però ho scuole che mi hanno già contattato. Adesso si tratta di valutare le offerte.

Chi ti ha contattato?
Purtroppo fino a che non ci sono offerte ufficiali, non posso fare nomi di squadre di Division I che hanno mostrato interesse. Mi hanno già contattato 5/6 squadre di Division II, ma non sono interessato.

Ti piacerebbe giocare con Lever a Grand Canyon?
Ovviamente sarebbe una figata giocare con Alessandro. Ma è sostanzialmente impossibile per il regolamento del college. Se ti trasferisci in una squadra della tua stessa conference (la WAC) devi stare fermo due anni come redshirt. Questo in pratica esclude GCU dalla lista delle squadre, anche se sarebbe stato bellissimo, perché io e Alessandro (Lever) siamo molto amici e poi tecnicamente possiamo stare bene in campo.

Sei stato allenato da Dollar e Hayford, che differenze tra i due coach?
Hayford ha sempre giocato con 3 guardie, un mezzo lungo tiratore con il 45% da 3 e un centro. Questo mi ha creato difficoltà di adattamento, perché non essendo né play, né guardia, né un tiratore da 45% l’unica possibilità era giocare da lungo.

E Dollar?
Giocava un sistema più libero in cui mi trovavo ad attaccare di più dal perimetro, nel suo gioco ero più a mio agio

In pratica ti senti un’ala piccola?
Esatto.

Avevi già pensato di cambiare scuola alla fine del tuo anno da freshman?
Sì, quando Dollar è stato licenziato mi ero chiesto subito se volevo rimanere a Seattle. Appena arrivato Hayford ha fatto tagli alla squadra portando 4/5 giocatori nuovi (ne aveva parlato anche Mattia Da Campo a inizio anno). Parlandogli però lui mi disse che ero un giocatore che voleva far partire in quintetto nei prossimi anni, che voleva sfruttare il mio enorme potenziale al massimo e svilupparmi come giocatore. Ovviamente sentirsi dire queste cose a inizio stagione da un nuovo allenatore mi ha fatto sentire bene e mi ha fatto sperare e pensare che restare fosse una buona opportunità. Ma il coach mi aveva detto che avrei ricoperto un ruolo diverso, invece ho giocato sempre da centro.

Jim Hayford – coach Seattle

Rimpianti?
Forse qualcuno, ma sono anche grato di essere stato uno dei pochi giocatori a entrare dalla panchina e avere minutaggio quasi assicurato. Eravamo una squadra che ruotava 7 giocatori, raramente 8. Il minutaggio mi è stato concesso.

Come giudichi l’esperienza negli Usa finora?
Positiva, l’intera esperienza era completamente nuova, non è stato facile lasciare l’Italia e andare a vivere dall’altra parte del mondo. Sono grato di questa esperienza a Seattle, mi ha aiutato a maturare. Sono certo che se avessi dovuto giocare da qualche altra parte sarebbe stato più difficile, sono stati tutti molto accoglienti e mi hanno fatto sentire a casa.

Qual è la cosa che ti è piaciuta di più della squadra?
Una è che trattandosi di una mid major che vuole crescere e che sta cercando da anni di entrare nella WCC, conference più prestigiosa, ha dovuto strutturare un calendario con partite di non-conference competitive. Così il primo anno mi sono trovato a giocare contro squadre fortissime, come Colorado, dove gioca tra l’altro un mio grande amico, Lazar Nikolic, o contro Notre Dame. Per me è stata una grandissima opportunità.

Qual è stata la partita che ti è piaciuta di più?
Quella di quest’anno contro Saint Mary’s, una squadra da Top 25, ho chiuso con 10 punti e 5 rimbalzi e 2/2 da 3 punti.

Scott Ulaneo

Qual è il più forte giocatore che hai affrontato?
Zach Lofton di New Mexico State.

Qual è stato il momento più bello finora?
Cominciare la stagione con 1.000 spettatori e man mano che vincevamo partite vedere i palchi sempre piu pieni. In una delle ultime gare (contro CSU Bakersfield) sono venute più di 6.500 persone, e abbiamo vinto di 2 con un mio 2/2 ai liberi allo scadere. Tutti gli studenti sono scesi in campo ad abbracciarci. Decisamente uno dei ricordi piu belli.

Quale è stato il momento più difficile?
Poco tempo fa, quando ho dovuto dire ai miei compagni che volevo il rilascio per valutare altre opzioni per il futuro.

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