Villanova reagisce alle sconfitte in casa vincendo l’AdvoCare e ritrovando un posto in Top 25 (come #23). Butler ha un backcourt di livello e può scalare posizioni nelle gerarchie della conference. Creighton e Seton Hall festeggiano, ma almeno per ora devono tenere la testa bassa. La settimana nella Big East in 4 punti.
Nova Nation è (quasi) tornata
Villanova si è riscattata dopo la doppietta da incubo Michigan-Furman, mettendo in fila tre vittorie all’AdvoCare Invitational. Dopo aver regolato Canisius in gran scioltezza (83-56) e seppellito Oklahoma State (77-58) sotto una pioggia di triple (16/40 prendendo solo 15 tiri da due), i Wildcats hanno superato Florida State per 66-60 in una finale dai ritmi offensivi singhiozzanti, dominata dalle difese.
In evidenza Collin Gillespie che all’inizio della ripresa aveva un bel 7/7 al tiro (sbaglierà poi le quattro conclusioni dal campo successive, terminando l’incontro a quota 17 punti e 2 assist). Più solido anche in difesa, ha macchiato in piccola parte la sua gara con un passaggio avventatissimo nei secondi finali che poteva costare caro. Bravo, bravissimo, a volte sembra quasi un veterano, visto quanto sono giovani i suoi compagni: però deve maturare ancora tanto.
C’è da segnalare anche un Dhamir Cosby-Roundtree in netta ascesa e premiato come miglior giocatore del torneo: super efficiente in area (13/14 da due nelle tre gare dell’AdvoCare), un fattore a rimbalzo, tenace e furbo in difesa come non lo si è mai visto prima. Singoli a parte, la miglior notizia per Jay Wright è che questa squadra sta imparando a strappare vittorie giocando di volta in volta in modo diverso in base a ciò che la partita ha da offrire.
Baldwin brilla ma non è da solo
Butler può essere soddisfatta del suo inizio di stagione: record 5-1 con vittorie su Ole Miss (in casa) e Florida (al Battle 4 Atlantis). Salutato Kelan Martin, c’è un Kamar Baldwin che sta interpretando al meglio il ruolo di star assoluta (19.7 punti, 6.0 rimbalzi, 5.5 assist), mostrando livelli di efficienza cui non ci aveva abituati nei suoi primi due anni. Il tiro da tre va un po’ a singhiozzo (25%) ma, se aggiusterà le percentuali e continuerà a limitare le perse come nelle ultime due uscite, sarà difficilissimo contrastarlo nella corsa al POY della Big East.
Se i Bulldogs vanno così bene, però, è anche grazie a un supporting cast che si sta rivelando molto affidabile: Paul Jorgensen non è mai stato così protagonista (18.5 punti) e Sean McDermott ha impressionato contro Dayton e MTSU. Butler è viva e vegeta, come al solito.
Triple a pioggia e Ty-Shon Alexander: Creighton va
Viaggio alle Cayman più che positivo per Creighton che batte in fila Boise State, Georgia State e soprattutto Clemson, di fatto buttando fuori questi ultimi dalla Top 25 insieme ai rivali di Nebraska. In attacco, la squadra va che un piacere (di solito) e ama martellare gli avversari dalla linea dei tre punti. I Bluejays hanno infatti il 45.5% dall’arco dopo sei partite: settimo miglior dato in D-I, primi fra le Power 6 e l’80% delle triple prese sono assistite. Contro Clemson, la macchina offensiva non ha brillato particolarmente ma Ty-Shon Alexander ha messo tutto a posto con una prestazione eccelsa: 36 punti con un 7/12 da tre e senza sbagliare nessuno dei suoi 11 liberi. Ora viene il difficile: dare continuità ai risultati. In settimana, Creighton ospiterà Montana (pericolosissima) e Gonzaga (sfida che sa di missione impossibile).
C’è vita oltre a Powell?
Seton Hall torna dal Wooden Legacy col bottino pieno dopo aver battuto GCU, Hawaii e Miami. Myles Powell ha fatto pentole e coperchi contro i Lopes, cavando d’impaccio una squadra in difficoltà grazie a una prova mostruosa da 40 punti (12/16 al tiro, 11/14 ai liberi), 7 rimbalzi e 4 assist. Dal punto di vista del collettivo, le cose sono andate meglio nelle due gare successive, visto anche e soprattutto l’impatto (un po’ inaspettato) del lungo Michael Nzei (16 punti con Hawaii, 21 con Miami), senior con un ruolo da titolare per la prima volta in carriera. Insomma, han di cui essere contenti nel New Jersey ma bisogna volare basso: le avversarie superate erano di livello buono ma non top ed è tutto da vedere se ciò che ruota intorno a Powell sarà all’altezza della situazione nel corso dell’annata.