Home 9 NBA 9 Warriors in Finale, Bucks e Raptors in equilibrio

Warriors in Finale, Bucks e Raptors in equilibrio

Autore: Sergio Vivaldi
Data: 22 Mag, 2019

Gare 4 completate per queste finali di Conference. I Golden State Warriors hanno già raggiunto le Nba Finals e attendono pazientemente la vincente dell’altra serie. Le nostre considerazioni su due serie che viaggiano in direzioni opposte.

Milwaukee Bucks vs Toronto Raptors 2-2

Se una serie non è realmente iniziata finché non c’è una vittoria in trasferta, allora la serie tra Raptors e Bucks non dovrebbe essere ancora partita. Invece, sono già molti gli spunti emersi nelle prime quattro gare di questa affascinante finale. Dopo il dominio di Giannis e compagni in Wisconsin, arriva la risposta di Toronto, con le vittorie in gara tre e in gara quattro. E’ possibile che la stanchezza abbia avuto il suo impatto, con i Bucks più riposati e i Raptors reduci dalla maratona di gara 7. Comunque, Leonard e compagni hanno costretto Milwaukee alle prime sconfitte in trasferta di questa postseason. Il campanello d’allarme in casa Toronto, però, proviene dal proprio leader; infatti, Kawai sta manifestando un problema alla gamba sinistra che ha limitato le sue prestazioni almeno in gara 4..


In gara 3 invece Leonard è stato l’assoluto padrone del match. Non solo per il suo impatto offensivo (36 punti e 9 rimbalzi conditi anche da 5 assist), ma per il suo lavoro difensivo su Antetokounmpo. Il numero 2 dei Raptors è stato messo in marcatura sul greco dall’inizio della gara e Giannis ha chiuso con 12 punti, 5/16 dal campo e 8 palle perse (comunque 23 rimbalzi per lui). A differenza delle gare in Wisconsin, c’è stato un sensibile impatto del supporting cast per Toronto: Siakam ha chuso con 25 punti e 11 rimbalzi, Gasol ha aggiunto ai 16 punti della propria partita 12 rimbalzi, 7 assist e 5 stoppate. Ma la sorpresa maggiore è arrivata da Norman Powell che, in 30 minuti di gioco, ha realizzato 19 punti con 7/13 al tiro. Comunque, a Toronto sono serviti due overtime per avere la meglio dei Bucks, con Leonard che ha siglato otto punti nel secondo supplementare.

Che la panchina avrebbe deciso la serie, almeno per Toronto, lo avevamo detto a più riprese. Se l’impatto continuava ad essere quello visto fino ad oggi in postseason, i Raptors potevano già considerare chiusa la loro stagione. Il concetto è apparso lampante in gara 4, una partita dominata da giocatori diversi da quello con la maglia numero 2. La panchina ha dato un grande contributo, con Ibaka e Powell sugli scudi, ma tutta la squadra ha girato alla perfezione: Lowry top scorer con 25 punti, 17 punti con 3 triple per Gasol, 13 con 5/6 al tiro da fuori. Il tutto per supportare un Leonard normale, come detto infastidito da problemi fisici. Ora la serie torna a Milwaukee per la gara pivot: Toronto sembra avere più vento in poppa ad oggi, ma la salute di Kawhi potrebbe cambiare tutto. Così come le percentuali dall’arco dei Bucks.

Golden State Warriors vs Portland Trail Blazers 4-0

Secco 4 a 0, e davvero non c’è molto da dire su questa serie. Non con un Draymond Green stratosferico, uno Stephen Curry da 36 di media e una dimostrazione di cosa i Golden State Warriors siano ancora capaci di fare senza Kevin Durant. Erano i vecchi Warriors, quelli del 2015, con un attacco costruito su tagli in backdoor

 

blocchi lontano dal pallone, finte

 

e controfinte

 

e Green a mille allora in transizione direttamente da rimbalzo difensivo.

 

Parte di questa furia nasce anche dalle chiacchiere dei media – pensare che i giocatori vivano isolati dalle parole dei giornalisti sarebbe ingenuo – e la strisciante idea che con l’infortunio di Durant questa squadra fosse incapace di vincere. Curry ha letto tutti i commenti, ma non ha risposto su Twitter come avrebbe fatto – e continua a fare – KD. Ha risposto sul campo, insieme a un Draymond che era già il miglior difensore in situazioni di 1 contro 2 della lega, ma che mai aveva toccato livelli così sublimi.

 

I Blazers sono stati travolti, dimostrando di essere ancora lontani dal livello necessario per competere per le Finals. Non è solo l’assenza di Jusuf Nurkic, ma anche la mancanza a roster di un giocatore affidabile sulle ali. Maurice Harkless e Al-Farouq Aminu sono pedine utili, ma non spostano il risultato di una serie. Non per questo però la stagione dovrebbe essere considerata un fallimento. Raggiungere le Conference Finals è un ottimo risultato. La domanda, vista anche la situazione societaria dopo la morte del proprietario Paul Allen lo scorso autunno, è come migliorare per non sprecare i migliori anni di carriera di Damian Lillard e C.J. McCollum. E come rinnovare un attacco che si inceppa quando Dame viene limitato dalla difesa. Portland si è dimostrata inferiore già ai Denver Nuggets, ma ha saputo strappare gara 7 in trasferta e la conseguente qualificazione alle Conference Finals. Chiedere di più sarebbe ingiusto.

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