Chi siamo

Era da 20 anni che aspettavo questo momento. Anche se forse, in realtà, 20 anni fa non sapevo con precisione che quello che mi avrebbe reso così orgoglioso sarebbe stata la homepage di un sito di pallacanestro. Eppure è così. Come succede ed è successo ad altri siti, la nuova veste grafica vuole segnare una svolta, un punto di partenza per una nuova avventura. Vi sto dicendo (e questa volta non sono più da solo a farlo) che siamo pronti a fare di più, a metterci più entusiasmo ed energia.

Di solito, quando si parla di “siti di informazione” sono le news che contano. La scuola di giornalismo alla quale sono cresciuto mi ha insegnato che “portare una notizia” (il famigerato scoop) è fare giornalismo, il resto è contorno. Eppure se penso al college basketball penso ad un mondo nel quale le notizie di sicuro hanno il loro peso, ma non sono tutto. Anzi, spesso quello che sta intorno alle università, dagli aneddoti che si raccolgono nei corridoi alle storie che nascono e muoiono nell’arco di due anni, sono gli aspetti che fanno innamorare di questo mondo.

Era da 20 anni che aspettavo questo momento. Lo so bene perché l’amore, quello con la A maiuscola, è nato nella stagione 1995-1996. Tornavo dal liceo e su Telepiù (la rete bisnonna dell’attuale Sky) il pomeriggio trasmettevano partite di college una dopo l’altra. Non erano le prime partite di Ncaa che guardavo, ma quell’anno scoprii la storia di Felipe Lopez, guardia di St John’s. Dominicano, Lopez era il re del Bronx (lo chiamavano el senior) e, quando passava lui, le gang smettevano di sparare per fargli spazio. “Triple Felipeee” urlava Federico Buffa quando segnava da 3 punti.

Primo amore. Folgorato. Mai più ripreso. Fu quella la mia porta d’ingresso nel mondo della Ncaa: fu Felipe Lopez, ovvero il primo liceale della storia ad ottenere una copertina di Sport Illustrated. Anni dopo proprio Buffa mi raccontò di essere riuscito a partecipare al matrimonio del fratello di Felipe (se la memoria non mi inganna). Ecco, quelle storie lì non erano “notizie”, eppure non mi hanno mai stancato.

Felipe Lopez

Felipe Lopez

Per mia fortuna il ’96 fu un anno di quelli da ricordare. A fine stagione il ranking diceva Massachusetts (Marcus Camby), Kentucky (banda di talento pazzesca dove brillavano Ron Mercer e Antoine Walker), Connecticut (Ray Allen), Georgetown (Allen Iverson) e Kansas (Paul Pierce). Una pallacanestro che si lasciava guardare. Alla fine della stagione regolare Camby aveva vinto quasi tutti i premi possibili tranne due: l’UPI Player of the Year (che dopo quell’anno non fu mai più assegnato) che andò a Ray Allen e il NABC Defensive Player of the Year che venne vinto da Tim Duncan. Ah già… c’era anche il giovane Duncan. Manco a dirlo, il Torneo fu entusiasmante ma la finisco qui, se volete proprio tutti tutti i miei ricordi scrivetemi in privato.

Quell’anno fu fondamentale anche perché imparai una lezione cardine del basket di college e cioè che Ncaa e Nba sono spesso mondi completamente diversi. Il buon Felipe venne scelto da Vancouver ed ebbe una carriera che… sostanzialmente non fu una carriera ma un flop. Ron Mercer a Boston fece poco meglio, senza mai lasciare il segno. E così capii che certe storie sono fantastiche ma vanno vissute (e raccontate) negli anni del college perché poi… a volte tutto si risolve in un sogno ad occhi aperti.

Questa passione. Questa voglia. Questi mondi poco noti ma ricchi di poesia e suggestioni. Ecco tutto questo è quello che vogliamo raccontarvi e farvi gustare. E non solo per poter accompagnare la storia e la crescita di giocatori che poi potrebbero diventare superstar (come è stato per Duncan o Iverson, che proprio quest’anno sono stati celebrati per motivi diversi) ma anche per raccontare le storie di quei giocatori che vere star non saranno mai, ma che meritano di essere tramandate.

Questo nuovo sito è il fratello grande di www.ncaabasket.net, il primo luogo in cui la pallacanestro dei college ha trovato una casa, e nasce nel grembo di questi due grandi genitori: da una parte l’amore per la pallacanestro dall’altra la passione per le storie americane. Non solo, ma www.basketballncaa.com nasce con un impegno: fare un piccolo passo ogni giorno. Come le squadre che lavorano in palestra per prepararsi alla partita. Bobby Knight, il mitico coach di Indiana, diceva “The key is not the will to win… everybody has that. It is the will to prepare to win that is important”. Col sorriso, senza prenderci troppo sul serio, senza voler correre troppo, ma quella voglia lì è proprio la nostra. Era da 20 anni che aspettavo questo momento.

Manuel Follis