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Mason+Jackson, Kansas batte ancora Baylor

Autore: Manuel Follis
Data: 2 Feb, 2017

Considerando che la Big 12 da un paio d’anni è la migliore conference insieme alla ACC come valore medio delle squadre, quando si incontrano la numero 1 e la numero 2 vuol dire che il college basketball esprime il suo meglio. Kansas-Baylor è stata combattuta fino alla fine e ha avuto vari protagonisti. Alla fine hanno vinto i Jayhawks, padroni di casa, per 73-68, evidenziando quella solidità e quella tenuta mentale già messe in mostra nel big match contro Kentucky. Ecco cosa ha detto il match.

Una stella che brilla

Ci sono volute un po’ di partite, qualche match di adattamento, ma adesso il confronto tra Josh Jackson e Andrew Wiggins è quello che viene fatto più spesso negli Usa (e non solo tra gli appassionati di college). Questo è successo da quando Jackson ha iniziato a tirare di più da fuori, mostrando sicurezza e continuità nonostante un gesto tecnico non perfetto. La morale è che se nelle prime 18 partite Jackson al massimo aveva segnato una tripla a gara (e aveva un complessivo 9/38 dall’arco), nelle ultime 4, che comprendono match contro West Virginia, Kentucky e appunto Baylor, è passato a uno scintillante 10/18, registrando contro i Bears la seconda doppia-doppia consecutiva a 23+10, con un assist, due stoppate e una recuperata. La sua crescita peraltro non solo è esponenziale, ma comprende anche il lato difensivo, visto che con la sospensione di Carlton Bragg le responsabilità di Jackson sotto canestro sono aumentate. Ad oggi questo freshman talentuoso è il leader offensivo di Kansas, e ovviamente non sa solo tirare.

Capitano coraggioso

In realtà il vero leader è un altro e, nonostante le cifre non siano scintillanti come quelle di Jackson, sono a loro modo impressionanti per quello che fa in campo. Parliamo di Frank Mason, il motorino costante di tutta Kansas, sempre fondamentale quando la palla pesa sia in attacco sia in difesa. Contro Baylor ha tirato male (3/12 complessivo) ma ha fatto segnare un percorso netto dalla lunetta (12/12) distribuendo 6 assist e sprizzando leadership ad ogni palleggio. Alla fine tutti i suoi 3 canestri sono risultati importanti e cruciali. Parliamo di un giocatore che in Big 12 sta in campo 37 minuti a gara. Come faccia a fornire tutta quell’energia lo sa solo lui.

Un eroe a metà

Il più atteso in casa Baylor era Johnathan Motley e il lungo dei Bears ha risposto a metà. Statisticamente ha fatto una signora prestazione, visto che ha chiuso con 16 punti, 6/10 dal campo, 10 rimbalzi e 3 assist. Di fatto però la sua partita si è divisa chiaramente in due: 14 punti nel primo tempo, due soli punti nel secondo con il suo primo tiro arrivato dopo 10′ grazie alla difesa più aggressiva e chiusa dei Jayhawks aggiustata da Bill Self: il coach di Kansas aveva infatti deciso di marcarlo con un lungo (Landen Lucas), lasciando Jackson sul centro avversario (Jo Lual-Acuil) ma la mossa non ha funzionato. Nel secondo tempo lo ha affidato a Jackson e soprattutto lo ha raddoppiato ogni volta che ha ricevuto in post basso. Le letture di Motley sono state buone e ha sempre fatto uscire bene la palla per i compagni (se si eccettua l’ultimo possesso in cui il pressing di Kansas ha mandato in tilt lui e il play Manu Lecomte), ma la sua pericolosità offensiva è stata di fatto imbrigliata.

Guerra tattica

Alla fine il tabellino dice 38 rimbalzi pari, ma durante la gara (soprattutto nel primo tempo) si è avuta l’impressione che Baylor fosse estremamente più dominante sotto i tabelloni. La partita, da questo punto di vista, è stata interessantissima per le scelte dei due allenatori. Baylor ha provato tratti di uomo, passando però a zona 1-3-1 con adeguamenti in tutti i momenti chiave della gara. Kansas ha invece giocato quasi 30 minuti di uomo, passando principalmente a zona 2-3 nei 10 minuti finali. Le due armi che ha opposto Kansas alla zona sono state l’utilizzo di Jackson in lunetta e soprattutto il pick&roll giocato tra lo stesso Jackson e Sviatoslav Mykhailiuk. Baylor dal canto suo ha provato ha sfruttare il doppio lungo in campo ma Jo Lual-Acuil, pur segnando 10 punti, non ha imbroccato la sua migliore prestazione.

Gli altri

Un po’ di assenti in casa Bears, a partire dall’anima della squadra Ishmail Wainright, fino al junior Al Freeman, ossia quelli che di solito godono degli spazi creati dai compagni e che invece con un 2/10 complessivo dall’arco non sono riusciti a liberare l’area, permettendo a Kansas di stare chiusa su Motley. Positivo invece il play Lecomte (ma nel finale in carenza d’ossigeno, al contrario di Mason), mentre la sorpresa è stata il lungo Terry Maston, il più incisivo e costante dalla panchina per Baylor (14 punti con 6/11). In casa Jayhawks Devonte’ Graham e Mykhailiuk sono stati provvidenziali da fuori (6/11 complessivo dall’arco), ma nel finale due tra i canestri più pesanti si devono al lungo Landen Lucas, che tra l’altro pur gravato da falli è riuscito nel secondo tempo a essere una presenza difensiva catturando 11 rimbalzi. Ma Kansas rimane molto corta e non sempre riuscirà a vincere con soli 2 punti provenienti dai giocatori in panchina. E non sempre tirerà 21 liberi in più dei suoi avversari.

Onore agli sconfitti

All’Allen Fieldhouse non si passa: sono 51 le vittorie di fila di Kansas sul campo di casa, dove Baylor non è mai riuscita a vincere nella sua storia. 0-15 il record dei Bears, 0-10 quello di Scott Drew ma questa volta ci sono andati davvero vicini, ulteriore conferma della grande stagione di una squadra che nessuno aveva preso in considerazione all’inizio dell’anno. Hanno centimetri, panchina lunga, ottima difesa e hanno giocato male solo l’ultimo minuto con la tripla precipitosa di Wainright e la palla persa di Lecomte, sprecando così la possibilità di portare la partita all’overtime. Ma Baylor fa sul serio e non può essere ignorata quando si parla di candidate per le Final Four.

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