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La nuova Kansas vuole diventare leggenda

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 1 Mag, 2017

Archiviata la scorsa stagione fatta di luci (l’ennesima regular season della Big 12 vinta, pareggiando il record di vittorie consecutive della UCLA di John Wooden) e ombre come una prematura sconfitta al Torneo Ncaa, Bill Self e i suoi Jayhawks sono una delle squadre che desta più curiosità in vista della stagione 2017-18 che, tra insoliti ritorni, freshmen fenomenali e alcune certezze, li avrà di nuovo tra i protagonisti.

Punti fermi…

Andati via tre pezzi importanti del quintetto come Frank Mason, Josh Jackson e Landen Lucas, Kansas si avvia alla prossima stagione con una certezza: Devonte’ Graham. Nel corso del Torneo si sono viste le prove generali della squadra sotto la guida di Graham nella magnifica partita contro Purdue, ma purtroppo anche la gara disastrosa pochi giorni dopo contro Oregon. E’ il play/guardia che dovrà fare il salto più grande, passando da terzo violino della squadra (terzo nello usage rate del team a 18%) a go-to guy, cercando di mantenere la grandiosa efficienza al tiro che ha avuto, 58% in TS% e 55% in eFG%.

 

Graham ha dimostrato però di riuscire a dare il suo meglio quando ha accanto un altro portatore di palla (come era Mason) o come potrebbe essere Sviatoslav Mykhailiuk (nonostante il suo ruolo da ala). Ma se l’ucraino confermasse la sua presenza al draft (cosa al momento poco probabile), accanto a Graham giocherà solamente l’acclamato transfer da Mississippi State Malik Newman che dopo un anno fermo per il trasferimento dovrà giustificare l’hype generata nell’estate 2015, quando il padre Horatio Webster aveva addirittura creato una linea di abbigliamento e un brand per supportare il figlio. Il ruolo di guardia, nel sistema di coach Self, dovrebbe esser perfetto per lui.

Resta anche Lagerald Vick, il cui ruolo è legato indiscutibilmente alla scelta di Mykhailiuk. Se l’ucraino dovesse restare, Vick sarebbe a tutti gli effetti l’energy guy dalla panchina e primo ricambio degli esterni, portando tiro da tre, atletismo e difesa andando a occupare la posizione che sembra farlo rendere al meglio, mentre sarebbe tutto da testare l’impatto che potrebbe avere partendo nello starting five.

Sfortunatamente per i tifosi di Kansas, il leit motiv della “squadra corta” continuerà anche nella prossima stagione, soprattutto se Mykhailiuk resterà nel draft e Marcus Garrett, playmaker stile “Lonzo Ball” al primo anno, non garantirà la necessaria sicurezza nel backcourt. Oltre alla clamorosa prova del duo Brooks-Dorsey, la sconfitta fatale contro Oregon è maturata soprattutto perché nessuno è riuscito a sopperire all’assenza di Josh Jackson che ha avuto problemi di falli sin dai primi minuti. Un jolly come Sam Cunliffe potrà quindi tornare molto utile quest’anno, perché è un’ala capace di giocare efficacemente in tre posizioni, ma che sarà disponibile solo a partire da gennaio.

Anche il reparto lunghi è pieno di incertezze: Lucas e Carlton Bragg (trasferimento) non ci saranno più e bisognerà vedere in che condizioni ritornerà il polso di Udoka Azubuike (che comunque testerà le acque del draft), che resta un prospetto molto grezzo ma lo scorso anno ha portato un notevole impatto difensivo, migliorando di 6 punti il defensive rating rispetto al già ottimo rim protector Lucas. Il reparto lunghi sarà composto inoltre da Dwight Coleby che sembra una versione meno energica di Jamari Traylor, da Mitch Lightfoot, ala mobile con una mano morbida, e dall’unico recruit degno di nota (per ora) Billy Preston.

…e domande in sospeso

La stagione 2016-17 di Kansas sarà ricordata per il drastico cambio di filosofia di gioco, dovuto soprattutto dalle caratteristiche del roster, da parte di coach Self: niente più due lunghi tradizionali, con situazioni di alto-basso spesso cercate, ma campo più aperto, con tre tiratori sul parquet e più spazio per sfruttare le penetrazioni del National Player of the year Frank Mason e l’atletismo di Josh Jackson.

Con l’addio di Jackson, la domanda sorge spontanea: la scorsa stagione è stato il punto di partenza di una rivoluzione nel gioco di Kansas o il coach vorrà restaurare l’ancient regime fatto di giochi alto-basso e ritmo controllato? La risposta si avrà con le prestazioni del titolare nel ruolo di ala grande, ovvero Billy Preston, che si sposerebbe molto bene con la spread offense. Il freshman da Oak Hill Academy è un quattro che sa mettere palla a terra, crearsi il tiro dal palleggio ma anche condurre il pick&roll dal palleggio. Usare lui come 4 in maniera continuativa potrebbe rivelarsi un accoppiamento scomodo per la maggior parte delle squadre della Division I. Allo stesso tempo però Preston è un giocatore a cui piace tenere la palla ferma e che difensivamente rischia di essere un fattore negativo, carenze che potrebbero essere limitate grazie alle capacità di “allenare” la difesa da parte dello staff dei Jayhawks.

 

Di norma Self, tolti casi eccezionali o necessità, è però molto parco nel minutaggio dei freshmen, facendoli partire spesso dalla panchina. A supportare però l’ipotesi che Preston sarà nello starting five c’è il fatto che le alternative Lightfoot e Coleby (che nella scorsa stagione hanno dato un contributo sporadico e spesso inefficace) non sembrano essere all’altezza del ruolo da titolare.

Da non sottovalutare sarà la soluzione tattica con l’uso di Cunliffe da 4. Il redshirt freshman da Arizona State è un tremendo tiratore da tre, con caratteristiche simili a quelle di Preston inserite in un corpo meno atletico, e potrebbe essere una notevole arma tattica nelle mani di coach Bill Self.

Ulteriore incognita per Kansas sarà l’impatto di Marcus Garrett, point guard al primo anno, che ha scelto di giocare a Lawrence soprattutto per affiancare Graham, il suo giocatore collegiale preferito. Ha viaggiato nella sua stagione da senior all’high school quasi con una tripla doppia di media e dall’alto dei suoi quasi due metri, potrebbe essere una sorpresa della prossima stagione. Il best case scenario per i Jayhawks vede un Garrett già pronto, abile nell’armare il trio Graham-Newman-Vick e nel giocare pick&roll con Preston e Azubuike.

Transfer sorprendenti e possibili arrivi

A sorpresa, Kansas ha annunciato il reclutamento da Memphis dei fratelli K.J e Dedrick Lawson, i quali con molta probabilità saranno le star della squadra nella stagione 2018-19. Andranno a coprire i due slot in ala e saranno accompagnati da Charlie Moore, freshamn rivelazione della Pac 12, che si trasferirà anche lui a Lawrence da Cal. Saranno il cuore della squadra, insieme a Cunliffe e Vick e alle aggiunte provenienti dal recruiting (un nome su tutti in orbita Jayhawks è il freak Zion Williamson) e Kansas sembra aver già creato un discreto roster per il futuro.

Lasciando perdere gli anni a venire e tornando alla prossima stagione, tra gli undeclared prospect di questa classe, ce n’è uno che ha ancora Kansas tra le sue candidate principali. Stiamo parlando di Trevon Duval, point guard da IMG Academy, che nella sua lista, oltre i Jayhawks, ha però anche Duke e Arizona nelle primissime posizioni mentre Seton Hall e Baylor defilate.

Il suo arrivo sconvolgerebbe le possibili rotazioni di Kansas perché, a parte quintetti tattici, uno tra Newman e Graham dovrebbe partire dalla panchina e il transfer da Mississippi State è arrivato a Lawrence con la promessa dei galloni da titolare. Però Duval porterebbe anche indiscutibilmente un upgrade non indifferente in termini di atletismo, braccia lunghe e IQ, anche se non sembra essere il prototipo di guardia ideale per Kansas.

Insomma, pur tra mille incognite, i Jayhawks sembrano avere le carte in regola per l’ennesima stagione con presenza fissa nel ranking e consueto ruolo di protagonisti in Big 12, dove quasi tutte le rivali si sono indebolite. Il grave problema di Kansas è che non sempre la favolosa regular season si tramuta in uno sfavillante Torneo, dove ogni volta coach Self incappa in una squadra in missione o in un giocatore che disputa la partita della vita. E così da 9 anni il titolo finisce altrove.

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