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AAU e Ncaa, un rapporto sotto accusa

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 31 Ago, 2018

Secondo Condoleezza Rice, smantellare l‘AAU è la soluzione per tutti i mali della Ncaa. L’ex segretario di stato di George W. Bush sta cercando in tutti i modi di abbattere il circolo vizioso che si è creato all’interno di un circuito dove, secondo molti, nasce quell’intreccio di corruzione e soldi sottobanco alla base di tanti scandali nel college basket. Ma fino a che questo processo di smantellamento non sarà finito, il sistema AAU rimane vivo e vegeto ed è spiegato molto bene nel documentario di Netflix “At All Costs” in cui il protagonista, Parker Jackson Cartwright, è stato ripreso per tutto il suo periodo estivo nei circuiti dell’Amateur Athletic Union.

Seguendo l’estate dell’ex PG di Arizona, si capisce come funziona il sistema composto dalla triade marchi sportivi-squadre AAU-università, grazie soprattutto ai metodi di lavoro di Etop Udo-Ema, deus ex machina dei Compton Magic, una delle squadre AAU più famose e prolifiche di talenti.

Ema (al centro) con quattro dei suoi Magic

Ma cosa vuol dire AAU? L’Amateur Athletic Union è un’associazione amatoriale che organizza tornei sponsorizzati dai grandi marchi sportivi, i quali si dividono i migliori prospetti liceali della nazione. I giocatori sono sottoposti a un tour de force poichè la stagione con le high school va da ottobre a marzo, mentre da aprile ad agosto si dividono tra i tornei AAU e i camp che i vari brand organizzano con le star Nba.

Se, inizialmente, la tendenza era quella di far entrare nei coaching staff dei college i vari padri o padrini (vedi Ben Simmons a LSU perchè il padrino allenava lì, o i fratelli Porter spostati in fretta e furia a Missouri dopo il cambio di panchina del padre) per reclutare i migliori talenti, ora le università si affidano a personalità che facevano parte del mondo AAU e che dirottano tutte le loro conoscenze e relazioni verso l’ateneo che li assume.

Ecco qui tre casi, anche intrecciati tra loro, di come il mondo AAU sia entrato in Ncaa.

Caso 1: Penny e Mike, padroni di Memphis

Non puoi togliere Memphis dal cuore di un Bluff City Guy. E infatti il nome della sua città natale è scritto a caratteri cubitali nel cuore di Penny Hardaway. Dopo aver chiuso la sua carriera da giocatore, Hardaway è tornato a svolgere un ruolo fondamentale per la sua città, andando ad aiutare nel 2011 Desmond Merriwheater, amico d’infanzia che, malato di cancro, non poteva più allenare come si deve una squadra delle middle school. Penny, gradualmente, assume il ruolo di coach, guida e padre per i ragazzi tanto che, al momento della scelta della high school, si spostano tutti insieme. I giocatori non vanno da nessuna parte senza il loro mentore. E quindi eccoli tutti nella East High (high school) e nel Team Penny (AAU). Le squadre sono simili nel roster e nei risultati: mentre con l’East High Hardaway accumula i campionati statali, nel Nike EYBL (circuito AAU sponsorizzato dalla Nike) i suoi ragazzi ricevono le attenzioni dei migliori college della nazione.

East High durante i festeggiamenti del titolo statale

Nell’ultima offseason, è arrivata per lui l’offerta della sua alma mater, Memphis (sponsorizzata ovviamente Nike), prontamente accettata. Forte del legame profondissimo instaurato con i suoi ragazzi, il piano di Hardaway per riportare in alto Memphis è molto semplice: trapiantare i migliori talenti della East High nei Tigers, con l’aggiunta di qualche ragazzo reclutato in altri stati, proprio come faceva nel Team Penny. Nella prossima stagione giocheranno per lui Alex Lomax e Ryan Boyle, cioè il backcourt titolare di East High, con l’aggiunta di suo figlio Jayden e di un’altra point guard, sempre di Memphis, del calibro di Tyler Harris (4 stelle per ESPN e Rivals). Quest’ultimo non faceva parte nella sfera di influenza di Hardaway, visto che ha giocato in questi anni per il Team Thad (sponsorizzato da Thaddeus Young, giocatore Nba con un passato nelle high school di Memphis) nel circuito Under Armour.

Non contento, sta lavorando per la classe 2019, e ha già portato a casa Malcolm Dandridge, provenienza East High, ma soprattutto si è inserito nella lotta per James Wiseman, suo protetto in questi anni, che sembrava promesso sposo di Kentucky. La notorietà di una star Nba unita alle connessioni create durante anni di lavoro in quell’ambiente sta pagando grandi dividendi per Hardaway, causando problemi anche a un guru del recruiting come John Calipari, che sembrava avere in pugno non solo Wiseman, ma anche D.J Jeffries, altro talento della classe 2019 che si è rimangiato il commitment con Kentucky dopo l’arrivo del suo mentore ai Tigers. Ma su Jeffries torneremo in seguito.

 

Non pago, Hardaway ha assunto nel proprio coaching staff Mike Miller, ex dei Miami Heat che aveva un suo team AAU, il M33M, che giocava nel circuito Adidas. L’apporto di Miller alla causa Tigers è Trendon Watford, ala piccola dell’Alabama che giocava proprio per M33M, ora allenata dal cugino di Miller. L’arrivo di Watford, fratello d’arte, non è ancora certo al 100%, ma la Crystall Ball di 247Sports dice che nel 2019 sarà quasi sicuramente un giocatore di Memphis.

Penny Hardaway e Mike Miller in viaggio per reclutare

In un colpo solo, Hardaway ha importato il suo stile e i suoi giocatori a Memphis e, grazie alle sue conoscenze, si è infiltrato in tutti i maggiori circuiti AAU e sta sfidando le powerhouse per i talenti migliori, sfruttando l’aurea di ex star Nba. Sul piano teorico sembra un capolavoro, bisognerà vedere i frutti tra un paio di anni. La fitta rete creata da Penny riuscirà a reggere l’urto di una possibile soppressione della AAU o si dissolverà con essa?

Caso 2: Lawson’s Family e la loro lealtà

Non è un allenatore, non è un giocatore, non è un dirigente e non è Condoleezza Rice, ma tiene in mano il futuro prossimo della Ncaa. Keelon Lawson, per una serie di inaspettati eventi, si ritrova nella posizione di poter incidere, e anche parecchio, nell’andamento delle prossime stagioni. Ma procediamo per gradi. Stiamo parlando di un Penny Hardaway ante litteram, cioè di un uomo che ha fatto in anticipo tutto quello che il neo coach di Memphis (i due si conoscono da oltre venti anni) sta facendo, per di più nella stessa città.

Keelon in panchina con il figlio Dedric

Lawson è una figura molto influente nella vita cestistica di Memphis: ha allenato Hamilton high school dal 2003 al 2014, vincendo il titolo statale nel 2006 con un record di 39-0, è un dirigente dei Bluff City Legends, il nuovo nome del team AAU che fino allo scorso anno si chiamava Team Penny, e nel 2015 è stato assunto da Josh Pastner, coach dell’università di Memphis, come assistente. Durante i tre anni di lavoro con i Tigers, ha contribuito a reclutare sei giocatori della zona del Tennessee, tra cui le sue due prime star: Dedric e K.J Lawson. I suoi figli.

Dedric e K.J in maglia Tigers

Sembra l’inizio di una storia a lieto fine: niente di più sbagliato. Con il passaggio dalla Conference USA alla più difficile AAC, Pastner perde il tocco magico, inabissandosi in stagioni deludenti. Decide così nel 2016 di cambiare aria e firma con Georgia Tech. Chiede a Keelon di seguirlo, portando i suoi figli, ma Lawson resta fedele alla sua città, rimanendo agli ordini di Tubby Smith. Il rapporto tra i due non decolla e questo lo porta a considerare l’idea di trasferirsi verso altri lidi. Keelon sceglie come meta designata Kansas, dove non farà parte in prima persona nello sviluppo dei figli, ma li affiderà alle sapienti mani di coach Bill Self.

Coach BIll Self

L’idea di Keelon è portare almeno uno dei suoi figli, se non due, in Nba e per questo cerca il posto migliore dove far migliorare la sua numerosa prole. Infatti, Dedric e K.J sono solo i primi due, perchè alla East High c’erano allora agli ordini di coach Hardaway, Chandler e Johnatan, rispettivamente classe 2019 e 2021. Self pensa così di essersi aggiudicato non solo i primi due, ma anche i futuri Lawson. E non solo. I Lawson sono cugini degli Jeffries, grazie alla sorellanza delle mamme, e si dà il caso che anche i Jeffries abbiano un ragazzino che sa giocare bene a basket, tale D.J.  Chè è poi il ragazzo di cui abbiamo parlato prima, prima destinato a Kentucky e ora conteso appunto tra Memphis e Kansas. In più, Chandler ha stretto una forte amicizia con un suo compagno di squadra, James Wiseman, centro dal grande potenziale, diventato poi numero uno della classe 2019.

Da destra verso sinistra, il nuovo playmaker di Memphis Alex Lomax, il centro James Wiseman e Chandler Lawson

Self era sereno e tranquillo, convinto di essersi aggiudicato tutta la famiglia, ma non ha fatto i conti con il ritorno di fiamma di Memphis, che ha ingaggiato proprio Hardaway, il quale ha un grande rapporto e ha allenato tutti i giocatori di cui sopra. Keelon aveva già abbandonato l’idea di restare nella sua città natale, ma l’arrivo di Hardaway, così legato alla famiglia Lawson, ha sconvolto tutti i piani, tanto da aver pensato prima dell’estate addirittura a un ritorno dei due figli maggiori a Memphis nel caso di un coinvolgimento di Kansas nelle indagini dell’FBI. Self attende ora le decisioni di Keelon, che deve fare una scelta cruciale per il futuro della sua prole: rimanere fedele all’impegno preso con Kansas, portando anche i più piccoli a Lawrence, con annessi cugini e top prospect, o ritornare nella città natale, dando continuità ai figli e facendoli allenare da un coach che già li conosce e che li ha cresciuti?

Caso 3: Straight Outta Compton (Magic)

Se finora la direttrice del racconto si è svolta lungo i 774 chilometri che dividono Memphis da Lawrence, ora ci spostiamo ad ovest, a Los Angeles. USC e Andy Enfield sono usciti con le ossa rotta dalla stagione appena conclusa. Partiti nella top 25 prestagionale e con velleità di Final Four, prima si sono ritrovati invischiati negli scandali FBI, a causa del coinvolgimento del recruiter Tony Bland (prontamente allontanato), poi per precauzione hanno dovuto allontanare De Anthony Melton dalla squadra e, infine, si sono appiattiti nella grigia mediocrità della Pac 12. Come risollevare il morale a un roster talentuoso, ma privo di certezze, e a una fan base sconsolata? La risposta trovata da Enfield è stata creativa: assumendo un assistente allenatore.

Eric Mobley e figli

Per rimpiazzare Bland, coach Enfield ha assunto Eric Mobley, ex membro dei Compton Magic, famosa squadra AAU del circuito Adidas di cui abbiamo già parlato. La mossa ha avuto un duplice effetto: accaparrarsi i due giovani figli di Mobley, entrambi giocatori dei Magic, Isaiah (classe 2019) e Evan (prospetto numero uno della classe 2020), e strappare una recruiting pipeline (in sostanza una zona dove si reclutano giocatori) a UCLA. La classe 2019 di USC ha poi aggiunto anche Onyeka Okongwu, centro di Chino High School (quella dei Ball) e dei Compton Magic, nella top 20 di ESPN. In tutto ciò, Jason Hart, ex giocatore Nba e ora assistente e recruiter capo di USC, ha strappato il commitment della guardia Drake London e dell’ala Max Agbonkopolo, sfruttando l’onda lunga dell’arrivo di due five star.

Così adesso, Enfield si ritrova con un roster giovanissimo con due soli senior, la classe ’19 che al momento è la migliore della nazione e una classe 2020 tutta da sviluppare. Tutto ciò, togliendo una certezza fondamentale in sede di recruiting a UCLA. Infatti i Bruins negli ultimi anni avevano attinto a piene mani dai Compton Magic, firmando T.J Leaf, Ike Anigbogu, Jaylen Hands, Jalen Hill e Jules Bernard. Enfield ha già adocchiato, oltre a Evan Mobley, un altro Magic della classe 2020, tale Johnny Juzang. Riuscirà Eric Mobley a portarlo a casa o la vecchia connessione Bruins-Magic trionferà?

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