Home 9 Interviste 9 Imran Suljanovic: ‘Uno come Rick Pitino non lo trovi da nessuna parte’

Imran Suljanovic: ‘Uno come Rick Pitino non lo trovi da nessuna parte’

Autore: Paolo Mutarelli
Data: 22 Ago, 2025

Imran Suljanovic non dovrà più svegliarsi di notte per vedere le partite dell’Ncaa per il semplice fatto che ora quelle partite le giocherà anche lui. Arrivato tre anni fa con il fratello Omer a Reggio Emilia, il ragazzo classe 2006 austriaco di origini bosniache è stato reclutato da un santone del college basket come Rick Pitino e sarà uno dei volti nuovi di St John’s.

Ala tiratrice che supera i 2 metri, Suljanovic è arrivato a New York all’inizio dell’estate ed è pronto a giocarsi tutte le sue chance per strappare minuti e spazio in una delle favorite per vincere la Big East.

Come è stato il tuo arrivo a Reggio Emilia?

Mi sono trasferito a Reggio Emilia quando avevo 15 anni e, appena sono arrivato con mio fratello, abbiamo preso tutt’e e due il covid, quindi siamo stati chiusi in casa per tipo un mese e poi ho iniziato ad allenarmi. Reggio Emilia è gran parte del mio sviluppo, era la prima volta che andavo via di casa, ma stare con mio fratello ha reso più facile il cambiamento. E poi Reggio Emilia è diventata come una casa nuova, la gente lì è stata tutta incredibile, anche gli allenatori e i compagni.

Quando hai deciso di andare in America?

Ho sempre avuto il pensiero di andare in Ncaa, poi è diventato un po’ più reale quando ho giocato l’anno scorso l’Europeo under 18. Ho fatto un Europeo molto buono, siamo arrivati al secondo posto e ci siamo qualificati per la Division A. Dopo quel torneo, sono arrivate le offerte piano piano, ho parlato con un po’ di scuole durante la stagione e poi ho scelto.

 

Conoscevi già il mondo Ncaa o è stata una scoperta di quest’ultimo anno?

Lo seguo da tanti anni, da quando ero più piccolo. Guardavo la March Madness, conoscevo già un po’ di squadre e sapevo che dovevo fare un buon Europeo per arrivare lì

Che squadre ti piacevano di più, hai qualche ricordo particolare?

Ricordo quel tiro allo scadere di Jaylen Suggs (contro Ucla, nella semifinale del 2021), ci sono tante partite che ho guardato ma quel tiro me lo ricordo bene, visto in diretta in piena notte. Sì, a volte mi svegliavo di notte per vederle.

E adesso tocca a te e vai a St John’s, da uno degli allenatori per cui la definizione icona del college basket non è esagerata. Rick Pitino è venuto a Reggio Emilia per vederti, com’è andata?

Sapevo che sarebbe venuto e ho giocato la partita più brutta di tutta la stagione, non ho segnato mai (ride) ma abbiamo vinto lo stesso contro una squadra forte. Ma a lui è piaciuto il mio overall game, poi siamo andati a cena ed è un ricordo che avrò per sempre

Che tipo è Rick Pitino?

E’ una gran persona, una personalità grande, molto carino, è un grande uomo.

Chi altro ti aveva contattato e perché hai scelto St John’s?

Mi hanno contattato tante squadre, preferisco non dire quali ma erano delle conference più forti, Big Ten, Big 12, qualcuno della Big East, qualcuna della Sec. E’ stata una scelta difficile ma anche facile perché comunque un allenatore come Pitino non lo trovi da nessuna parte. Ho scelto di venire qua per diventare la versione più forte di me e lui potrà aiutarmi a farlo.

Com’è andata la visita al campus?

Sono venuto qua a marzo, la visita è stata molto bella, era la prima volta in America per me e poi New York…Avevo l’hotel a Manhattan, vicino al Madison Square Garden, il campus è molto grande e sono stati tutti molto gentili.

Ti ha convinto ad andare in America anche la parte economica?

Ha un gran ruolo, come me tanti ragazzi prima del Nil non ci pensavano neanche di venire in America a giocare. Nel futuro sarà sempre più importante e porterà sempre più ragazzi qua dall’Europa. So che dovrò fare qualche attività tipo firmare autografi, ma ora siamo concentrati soprattutto sul basket.

Sei già là da inizio luglio, come è andata finora?

Gli allenamenti sono molto duri, più duri di quelli in Italia e abbiamo una squadra fortissima, tutti si aspettano una buona stagione. Ora stiamo provando a trovare la chimica giusta tra i giocatori, gli allenamenti sono molto duri ma ci aiutano tanto e sono sicuro che faremo una buona stagione.

A proposito di allenamenti, tra le nuove esperienze americane ne hai fatto anche uno con tanti giornalisti attorno, come è stato?

Eh, cambia un po’ allenarsi con tutti i giornalisti attorno, coach Pitino aveva anche un microfono perchè il campo è grosso e non si sentiva. Poi una gran parte dell’allenamento è stata uguale al solito e alla fine abbiamo fatto uno scrimmage di 40′.

Fa parte della pressione di New York, la sentite?

È stata una prima esperienza, la gente parla sempre da fuori ma è solo una questione di stare concentrati. Basta stare dentro la squadra, rimanere concentrati e andrà tutto bene

Pitino ha reclutato un sacco di giocatori forti, chi ti ha sorpreso di più?

Uno dei leader sarà Zuby (Ejiofor, centro senior), lui è un veterano ed è il suo terzo anno qua (dopo aver giocato il primo a Kansas) e sarà una parte importante della squadra. Poi Dillon Mitchell (senior transfer da Cincinnati) sta giocando bene e sarà un altro leader.

Hai parlato con Pitino del ruolo che avrai quest’anno?

Sì, mi aspetto una stagione per migliorare tanto, mi aspetto di giocare. Poi il mio obiettivo è di migliorare anche se non gioco, spero di fare comunque un buon anno e dovrei avere già minuti.

Cosa vuoi migliorare del tuo gioco?

Sicuramente ho tanto da migliorare ma l’obiettivo è diventare un giocatore più completo. Ora sono più un tiratore che un giocatore che fa un po’ di tutto ma il mio obiettivo è quello.

La schedule di St John’s è tosta, ti sei segnato qualche partita in particolare?

Sicuramente la prima partita al Madison, quella sarà bellissima e non vedo l’ora di giocarla. Anche quella contro Kentucky fuori casa sarà una bella partita e poi andiamo a Las Vegas a giocare il Players Era Festival.

In cosa dovete migliorare?

Dobbiamo migliorare sulle palle perse, è un punto un po’ debole della squadra, ma come per tutte è solo questione di chimica, a partire dalla difesa di squadra.

La presenza di altri giocatori europei a St John’s ti ha aiutato nella tua scelta? 

No, non ho cercato una squadra con tanti europei, è stato un caso che ci siano. Ho parlato con loro quando sono venuto a fare la visita, ma la mia scelta è stata tutta personale. Noi europei possiamo comunque dare qualcosa di nuovo, in Europa si gioca in un modo un po’ diverso, l’ho notato con i miei compagni americani. Per ora ho legato con i due freshman, Casper (Pohto, svedese) e Kevin (Odih), abitiamo insieme ma qua non è come in Europa che quando sei più giovane ti trattano in modo diverso, qua siamo tutti uguali

Facciamo un salto in avanti: tra un anno sarai felice se…?

Sono felice se abbiamo vinto la Big East e spero anche la March Madness, e sarò felice se avrò fatto un anno buono, con esperienza e miglioramenti

Articoli correlati

Espulsioni e proteste, le follie dell’Ncaa
Gregg Marshall (Wichita State)

Da FGCU che causa falli ha terminato una partita in tre giocatori (video) all'espulsione con rissa di Gregg Marshall (video). Leggi tutto

La top 25 di BasketballNcaa

Ecco la preview sulle migliori squadre della stagione. Dalle certezze come Duke e Kentucky alle sorprese come Virginia Tech, dai Leggi tutto

Tra premi, Big 12 e sospiri di sollievo
Ncaa Basketball: Rick Pitino (Louisville)

Ecco le ultime notizie, dalla decisione della Big 12 di restare a 10 squadre al reparto lunghi di Michigan State Leggi tutto

Preview – Xavier Musketeers – 17
Ncaa basketball - xavier musketeers

Xavier torna con un roster rinnovato e con un gruppo con un potenziale maggiore rispetto alla stagione passata. La certezza Leggi tutto

Preview – Creighton Bluejays – 16
Ncaa basketball - Maurice Watson (Creighton)

Creighton, ora o mai più. Arriva l'anno della possibile svolta storica e con Marcus Foster i Bluejays puntano a tornare Leggi tutto