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Butler incubo di Nova, UNC ipoteca l’ACC

Kelan Martin (Butler)
Autore: Manuel Follis
Data: 23 Feb, 2017

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Prova di forza di North Carolina che si libera tutto sommato senza troppi patemi (74-63) di una Louisville che come al solito sfrutta poco i suoi grandi sforzi difensivi e mette un’ipoteca sulla ACC, anche grazie alla sconfitta di Duke contro Syracuse. In Big East invece sweep di Butler ai danni di Villanova che viene sconfitta per la seconda volta dai Bulldogs 74-66 e perde la sua imbattibilità al Pavilion che durava dal 2013.

Ecco cosa è successo nelle due gare.

 

Le statistiche a volte mentono

North Carolina ha tirato con il 37,1% dal campo mentre Louisville con il 44,3%. Eppure dal quinto minuto della ripresa i Cardinals hanno perso il controllo sulla gara, certo senza mai farsi distaccare, ma senza mai nemmeno dare l’impressione di poter riprendere il match. La differenza? Le percentuali dall’arco e soprattutto ai liberi. Grazie a un paio di triple nel finale la squadra di Rick Pitino ha aggiustato le stats e ha chiuso con 5/20 da 3pt, contro un ben più solido 7/18 di UNC. La differenza ai liberi però è stata imbarazzante: 4/13 per Louisville contro 21/29 di North Carolina.

Justin Jackson Nba ready

Mvp della gara ancora una volta l’ala Justin Jackson con 21 punti, 5 rimbalzi, 2 assist e 2 recuperate. Più che altro Jackson, soprattutto nelle ultime gare (e il calendario di UNC nel finale di stagione è davvero tosto) sta mostrando una tranquillità e un controllo dei suoi mezzi da veterano. Forza poco e quando lo fa è perché i suoi compagni sono spariti dal campo, per il resto è capace di prendere triple da distanza Steph Curry ma anche di penetrazioni con finalizzazioni in totale ambidestrismo. Poco spettacolare ma molto concreto, la firma sulle ultime due importanti vittorie (Virginia e Louisville) è la sua.

Deng Adel, croce e delizia

Un paio di volte Pitino ha richiamato in panchina Adel urlandogli contro. E in effetti il giocatore di origini africane è il prototipo di quelli che fanno ammattire gli allenatori. Ha mezzi tecnici e soprattutto atletici chiaramente da giocatore Nba, ma l’impressione è che faccia quasi sempre la scelta sbagliata. Emblematica nel finale la decisione di non andare a canestro con un comodo layup, ma di tentare una schiacciata che ha poi portato all’errore. Certo, va detto che nel primo tempo invece era stato capace di concludere così.

Un match controintuitivo

Sotto i tabelloni ha vinto North Carolina 46-33 sostanzialmente grazie al doppio dei rimbalzi offensivi (16-8) frutto di molteplici tap-in infruttuosi dei Tar Heels. Eh sì, perché se c’è una cosa che ha detto il match è che Louisville è una delle poche squadre della nazione ad avere la stazza per reggere il confronto con UNC e non a caso ha stravinto il confronto dei punti in area 26-12 grazie soprattutto alla coppia Anas Mahmoud e Mangok Mathiang. In compenso il reparto dietro formato da Quentin Snider e Donovan Mitchell che in teoria avrebbe dovuto fare a polpette Joel Berry e Theo Pinson è stato surclassato dalla coppia avversaria. Il contrario delle previsioni

Gli altri

La nota positiva per Louisville è che sono tornati in campo sia VJ King sia Tony Hicks (quest’ultimo davvero a sorpresa perché prima della gara si parlava di altre 2 settimane di stop). Dopodiché il migliore e più continuo dei Cardinals è stato il lungo egiziano Mahmoud (4/5 dal campo e 4 stoppate per lui). Chi invece è mancato in maniera clamorosa è stato il play Snider (solo 9 punti una tripla nel finale, 2 assist e 3 perse) mentre Mitchell alla fine pur con qualche errore di troppo ha portato a casa 21 punti ed è stato l’unico in doppia cifra dei Cardinals. In casa North Carolina nessuno ha steccato la gara, eccetto forse Isaiah Hicks, che ha chiuso con 0 punti ma che ha avuto problemi di falli. Nuova partita molto solida per Pinson mentre il centro Kennedy Meeks pur senza strafare conferma solidità e continuità (14 punti e 10 rimbalzi).

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48 e stop

Sono tante 48 partite di fila, sono 4 anni di imbattibilità casalinga. Kris Jenkins e Josh Hart non avevano mai perso al Pavilion in tutta la loro carriera universitaria. E invece ecco arrivare Butler, appena uscita da un brutto periodo con 3 sconfitte in 4 partite solo in parte dimenticato dopo le ultime due facili vittorie contro De Paul e St John’s, che fanno testo il giusto visto che sono ultima e terzultima nella Big East. Ma i Bulldogs sono la classica squadra a cui nessuno dà mai credito e che invece, quando trovano la serata giusta, sono tanto tignosi quanto difficili da battere. Come ricorda questo record

A cui va aggiunto un altro dato: solo Kansas ha lo stesso numero di vittorie (16) dei Bulldogs contro squadre della top 100 del ranking RPI. Per la serie, più forti siete, meglio giochiamo e più probabilmente vi battiamo. Ne sanno qualcosa proprio i Wildcats alla seconda sconfitta (su 3 totali finora) proprio contro di loro.

In controllo, forse no

Eppure, dopo un primo tempo giocato malino ma comunque ripreso nel finale, Nova sembrava in controllo della partita a 10’ dalla fine sul 49-42, con la squadra di Chris Holtmann che aveva perso soprattutto quella solidità difensiva che aveva portato i Wildcats ha perdere 11 palloni dopo soli 23’, cifra che raggiungono di media sui 40’. La prima tripla di Kris Jenkins sembrava aver fatto entrare in partita anche il protagonista fino a quel momento del tutto assente, ma sarà quello il suo unico tiro realizzato dal campo. Assieme a lui, però, si sono fermati anche tutti gli altri e Butler ha piazzato un parziale di 18-0 che ha ribaltato la partita, dando  agli ospiti il vantaggio che Nova non è più riuscita a recuperare.

Kelan, sempre lui

Kelan Martin è il classico giocatore tanto ignorato quanto assolutamente da tenere d’occhio soprattutto per l’Europa perchè è un due metri (scarsi) in grado di fare tutto su entrambi i lati del campo. Un grande attaccante come Josh Hart ne sa qualcosa e ne sa qualcosa anche una grande difesa come quella di Jay Wright. Metà dei punti del parziale decisivo sono suoi, 22+8 le sue cifre finali come sempre partendo dalla panchina e come sempre dando subito un grande contributo. Questa la tripla che ha chiuso il 18-0 dei Bulldogs

 

E la panchina dov’è?

Si parla spesso delle rotazioni ridotte di Kansas come handicap principale per vincere il torneo, ma quella di Villanova è ancora più corta visto che le speranze di rivedere Phil Booth in campo quest’anno sono davvero pochissime. Alla quarta partita giocata anche senza Darryl Reynolds, il problema è esploso chiaramente visto che il freshman Dylan Painter non può stare in campo in partite del genere e così Jay Wright ha il solo Donte DiVincenzo come cambio dei suoi titolari. Quindi gioca piccolissimo, ma se uno dei suoi tre attaccanti stecca (Jenkins nell’occasione), vincere diventa più complicato. Anche in casa, anche in regular season, figuriamoci al torneo.

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