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Purdue la nuova regina, Kentucky si iscrive al ballo

Purdue - Loyer e Smith
Autore: Paolo Mutarelli
Data: 17 Dic, 2023

Nella settimana in cui tutte le università americane sono concentrate sugli esami finali del primo semestre, anche il college basketball ha visto alcune sfide cruciali con le protagoniste della sua stagione. Purdue si riprende la corona sfilandola proprio ad Arizona, Kentucky batte un colpo da vera contender contro North Carolina, così come venerdì UConn ribadisce la sua forza a Gonzaga. Ecco i protagonisti di queste partite.

Gli Happy Days di Purdue

A guardarli bene, Fletcher Loyer e Braden Smith assomigliano più a due comparse di Happy Days che a due giocatori che hanno appena messo a soqquadro la difesa della No.1 della nazione. Per la prima volta in un anno e mezzo, i due riescono a scollinare nella stessa partita i 20 punti (27 per Loyer con 5 triple e 26 per Smith con 4 triple) e lo fanno insieme al solito Zach Edey (22+9 rimbalzi e 5 assist per il NPOY) che ha chiuso la contesa negli ultimi dieci minuti dopo che la difesa a zona di Arizona aveva riaperto la partita dal -17 a- 4.

In una partita in cui le difese potevano fare ben poco per limitare i migliori attacchi della nazione, sono bastati alcuni minuti di puro fuoco dei Boilermakers, sospinti da un pubblico di Indianapolis chiassoso, uniti ad una serie di palle perse superficiali in attacco di Arizona per creare la distanza necessaria. “Lasciamoci battere dalle guardie” è l’idea di base quando si affronta Purdue: una scommessa sull’efficienza al tiro e sul sangue freddo di Loyer e Smith. Riccioli, tagli, uscite dai blocchi, triple dal palleggio è stata la loro risposta.

E quando non ha funzionato, quando i Wildcats hanno rispolverato una zona matchup in grado di fermare la marea, ci ha pensato il NPOY Edey a chiudere la partita concentrando la metà dei suoi punti nel finale. In uno scontro tra le migliori squadre della nazione, vince quella con il giocatore più forte e non c’è nessuno più forte del canadese in questo momento. Il livello mostrato da Arizona, così come la reazione avuta e le armi a disposizioni, non sono da meno ma è bastato incepparsi per qualche minuto, perdere qualche pallone di troppo e allentare la pressione a canestro per perdere la targa dei Boilermakers. Per Purdue, è la prima vittoria dal 2000 contro una No.1 e anche quella volta fu Arizona.

Kentucky al completo

Kentucky è una contender. Se la sconfitta contro UNC Wilmington ci aveva instillato qualche dubbio, la vittoria contro North Carolina, più convincente di quello che dica il punteggio finale, li ha spazzati via. I ritorni di Aaron Bradshaw e Ugonna Onyenso non hanno limitato la versatilità dei quintetti e la velocità a cui giocano, anzi, hanno aggiunto centimetri e opportunità. Nel primo tempo, sono stati i rimbalzi offensivi a dare ai Wildcats extra-possessi con cui capitalizzare (18 alla fine per Kentucky) ma soprattutto una difesa decisiva su Armando Bacot, limitato a quattro tiri sul campo.

A farla pagare cara alla squadra di Hubert Davis sono state anche le palle perse. Insolito per una versione di North Carolina tra le migliori nella nazione nella cura del pallone (38° per KenPom). Contro Kentucky è stato praticamente un suicidio vista la velocità a cui vanno i vari DJ Wagner (ottima partita con 14 punti, 6 rimbalzi e 5 assist) e Rob Dillingham. L’attacco dei Tar Heels vola, è efficiente, trova spesso contributi dai comprimari, ma è la difesa ad inchiodarla ancora una volta: 115 punti su 100 possessi contro Villanova, Tennessee, UConn e Kentucky. Record 1-3 e UNC rimandata ancora all’esame da contender.

Soluzioni e margini di crescita

Questo è quello che avrà pensato sul viaggio di ritorno verso Storrs coach Dan Hurley. E se sei la squadra campione in carica, con una sola sconfitta quest’anno e dieci vittorie, di cui almeno quattro di valore assoluto, è un pensiero che potrebbe spaventare la Division I. UConn rifila la seconda sculacciata in pochi mesi a Gonzaga e lo fa con un Donovan Clingan ritrovato su entrambi i lati del campo: 8/11 per 21 punti e 8 rimbalzi e un Graham Ike praticamente bullizzato.

Se Alex Karaban e Cam Spencer sembrano nati per questo sistema tutto blocchi e uscite per i tiratori, Stephon Castle e Solomon Ball ci si stanno inserendo con calma. Il primo, appena rientrato dall’infortunio, ha anche licenza di sparigliare, isolarsi e cercare di mettersi in proprio (al momento non gli riesce molto), ma la sensazione è che UConn potrebbe avere ancora più punti nelle mani (3° migliore attacco per KenPom) qualora i due si sbloccassero. Allora il repeat non sarebbe più una blasfemia.

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