Siamo in piena era small ball ma il college basket riesce ancora ad essere una vetrina per i lunghi con la figura del centro che gode ancora di gran protagonismo tra giovani freshmen pronti a prendere d’assalto l’Nba via Draft e senior dai fondamentali old school. Dopo avervi presentato le migliori cinque PG di questa stagione (qui l’articolo) è il turno dei centri.
DeAndre Ayton
Arizona – Freshman – 20.1pts, 11.6reb, 1.6ast, 1.9blk, 61.2%FG
“Unmatched”, “unstoppable”, “dominant” e chi più ne ha più ne metta. Gli aggettivi per descrivere il dominio stagionale di Ayton su pariruolo e difese avversarie concordano su un dato di fatto: un lungo del genere nel college basket non lo si vedeva da anni. Per capirci, siamo dalle parti di un centro così ne nasce uno ogni Hakeem Olajuwon. Un corpo forgiato dagli dei del basket (216cm x 113kg) per uno skill-set offensivo completo che lo rende una minaccia da qualsiasi zona del campo: incontenibile in post e nei pressi del ferro, una sicurezza dalla media grazie ad una mano e un rilascio degno di un guardia e con in canna anche il tiro da tre (12 triple su 35 tentativi).
Facile immaginare il suo dominio a rimbalzo, meno facile immaginare la naturalezza con la quale corre e si muove lungo il parquet. Passatore sottovalutato e difensore in divenire (grazie anche ad una velocità laterale degna di un esterno), ha polverizzato il record di doppie-doppie stagionali per una matricola nella storia dei Wildcats. Votato all’unanimità nell’All-American Team vi invitiamo a vedere le sue prove in semifinale e finale del torneo della Pac12 per capire di che giocatore stiamo parlando.
Mo Bamba
Texas – Freshman – 12.9pts, 10.5reb, 0.5ast, 3.7blk, 54.1%FG
Difesa, difesa e ancora difesa…ma non solo. La stagione di Bamba ha confermato una cosa: siamo davanti al miglior difensore del college basket. Certo, un fisico che ha poco di umano con un’apertura alare di 240cm aiuta, ma ciò che fa la differenza sono un IQ e un senso della posizione poco comuni in una matricola. Le 3.7 stoppate a partita lo rendono il secondo miglior stoppatore di tutta l’Ncaa (il primo tra le power conference) ma lungo la stagione ha mostrato un potenziale da unicorno in attacco che lo ha reso, a tratti, un giocatore devastante.
Un esempio? Le tre gare con le quali ha chiuso gennaio (vs Iowa State, Ole Miss e Texas Tech) nelle quali ha viaggiato a 20.3 punti, 12.3 rimbalzi e 4.6 stoppate di media tirando da oltre l’arco con un complessivo 4/4. Se cercate, però, la partita manifesto di tutto il talento a disposizione del ragazzo, non si può non citare la tripla doppia sfiorata contro Kansas con il tabellino finale che recitava: 22 punti, 15 rimbalzi e 8 stoppate. Il commento a fine gara di coach Bill Self? “The guy can block the sun”.
Jock Landale
Saint Mary’s – Senior – 21.1pts, 10.2reb, 2ast, 1blk, 64%FG
Cosa rende unico questo centro australiano? La sua straordinaria normalità. Poco fisico, scarsa esplosività e atletismo pari a zero ma due mani, un piede perno, doti da rollante e un IQ cestistico da manuale del centro perfetto. Landale è uno di quei giocatori che magari non avranno mai una chance Nba (non vediamo l’ora di vederlo qui in Europa), ma che potrebbero perfettamente portare metà lunghi del piano di sopra a lezione di gioco in post.
I numeri e le statistiche avanzate (top25 in Ncaa per Effective Field Goal Percentage, True Shooting Percentage e % Defensive Rebound) non bastano a descrivere la stagione di Jock che è stato l’anima dei Gaels trascinandoli in ogni partita (19 doppie-doppie stagionali e 6 partite da minimo 30 punti e 12 rimbalzi) e guidando addirittura i suoi alla vittoria a Spokane contro gli arcirivali di Gonzaga con una prova da 26+12 e le giocate clutch nel finale. Peccato non averlo visto protagonista al Torneo Ncaa (qui vi spiegamo il perché), l’inclusione nell’All-American Consensus Team è stata la sua magra consolazione di fine stagione.
Angel Delgado
Seton Hall – Senior – 13.6pts, 11.8reb, 2.8ast, 0.7blk, 50.5%FG
Chi invece al Torneo ci è andato e lo ha giocato da protagonista è stato il centro dei Pirates che, contro Kansas, ha messo su una prova leggendaria da 24 punti, 23 rimbalzi e 5 assist. Perché leggendaria? Beh prima di lui soltanto altri quattro giocatori avevano fatto registrare una prova al torno da almeno 20+20. I loro nomi? Joe Smith, Tim Duncan e Hakeem Olajuwon (ah ci sarebbe anche Tyler Zeller). Non è stata la prima volta in stagione che Delgado si è divertito a scomodare la storia del college basket: a fine gennaio, è diventato anche il leader all-time in Big East per rimbalzi, superando il record di Derrick Coleman di Syracuse che resisteva dal 1990.
E pensare che a fine stagione non è stato nemmeno incluso nell’All-Big East Team ricevendo, però, un All-American Honorable Mention e, soprattutto, il prestigioso Kareem Abdul Jabbar Award che premia il miglior centro stagionale. Lungo vecchia scuola tutto gioco in area e rimbalzi (5º rimbalzista in Ncaa) è uno dei migliori passatori tra i pari ruolo e, se l’Nba sarà un miraggio a causa della mancanza di atletismo e di gioco fronte a canestro, c’è l’Europa pronta ad accoglierlo a braccia aperte.
Brandon McCoy
UNLV – Freshman – 16.9pts, 10.3reb, 0.5ast, 1.8blk, 54.5%FG
Chi ha detto che tra le nuove leve non esistono più i vecchi centri old school? Nell’era degli unicorni, McCoy è un’eccezione, dato che un lungo tradizionale che sa fare poche cose ma essenziali. Prendere rimbalzi, difendere il ferro e gioco in post sono i fondamentali; capacità di andare a canestro con entrambe le mani, doti da tagliante e un eccellente gioco in situazioni da post-up i marchi di fabbrica. Viaggiare in doppia-doppia di media in soli 28 minuti di utilizzo dà un’idea dell’impatto che la matricola ha avuto sul gioco dei Runnin’ Rebels che sono passati dalle 11 vittorie della passata stagione alle 20 di quella appena conclusa. Eletto Freshman of the Year nella Mountain West, ha polverizzato i record di conference per punti fatti e rimbalzi presi da una matricola, alzando così le già importanti quotazioni in sede di draft (dato stabilmente da inizio stagione tra metà e fine primo giro) al quale si è dichiarato con un agente (come Bamba e Ayton) mettendo fine alla sua carriera collegiale.