Home 9 NBA 9 Doncic fa volare Dallas. Cinque mosse per crescere ancora

Doncic fa volare Dallas. Cinque mosse per crescere ancora

Autore: Andrea Brambilla
Data: 8 Set, 2020

Se per i Sixers è stato un autentico fallimento, per Dallas il 2019–2020 è stato un successo. I Mavs sono tornati ai playoff dopo tre anni di assenza, arrivando a gara 6 contro i Clippers (tra i favoriti al titolo 2020) con una squadra menomata da rinunce ed infortuni ma soprattutto, mettendo in mostra la stella di Luka Doncic. Lo sloveno sta facendo capire di avere tutte le caratteristiche per poter entrare tra i più grandi della NBA, grazie a performance eccezionali che lo hanno visto battere diversi record e arrivare alle super – prestazioni di LeBron, Kareem e Magic. Tra queste, c’è  pure il buzzer beater per decidere gara 4, conclusa con una tripla doppia…

Doncic da solo però non basta. Nonostante tutto, può (e deve) essere fatto ancora qualcosa per far crescere questa giovane Dallas. Ecco, 5 punti che coach Carlisle e Mark Cuban affronteranno dalla prossima offseason per rendere i Mavs ancora più competitivi.

RECUPERARE INFORTUNATI E RINUNCIATARI

Willie Cauley–Stein non è nemmeno venuto ad Orlando, complice la nascita del figlio. Con Dwight Powell fuori per la rottura del tendine di Achille rimediata a febbraio e l’infortunio di Kristaps Porzingis proprio durante i playoff, la rotazione nel frontcourt di Dallas era ridotta all’osso. Il reparto guardie era invece senza Courtney Lee, operato al menisco, e senza Jalen Brunson. Ovviamente,  l’infortunio del lettone durante i playoff è stato il colpo più doloroso per i Mavericks: 20 punti e quasi 10 rimbalzi in meno di media e un terminale in meno per Doncic e i suoi assist.

CONFERMARE BURKE E MARJANOVIC

Trey Burke era un figliol prodigo per Dallas, arrivato nell’ambito dell’affare Porzingis durante il 2019 e tornato in occasione del rientro nella bolla dopo il taglio da parte dei Sixers. Per lui una buona presenza con i texani, specie la performance di gara 4 con cui ha aiutato Doncic a spuntarla con 25 punti, 5 rimbalzi e due palle rubate.

Altro bell’innesto (ironia della sorte, un altro ex Sixers) è stato Boban Marjanovic. Poco usato da Dallas e a torto: in Gara 6 il serbo è stato uno dei fautori della tentata rimonta di Dallas, arrivata a – 4 a 6 minuti dall’ultima sirena, fornendo presenza sotto canestro con la sua altezza e i buoni fondamentali. I suoi playoff texani si sono conclusi con quasi 7 punti e 6 rimbalzi in 13 minuti in campo. Boban è sotto contratto con i Mavericks pure per il 2021, con la speranza di vederlo in campo per più minuti.

LE PAGELLE DEL 2019/2020

Il team come detto merita la piena sufficienza. Quasi ogni elemento ha fatto il suo: Dorian Finney – Smith è apparso un buon comprimario (specie in postseason, più volte abbondantemente in doppia cifra), così come Tim Hardaway Jr, diventato il terzo violino ideale per questa Dallas, ottimo sopratutto in attacco. Per i suoi terzi playoff in carriera (li mancava dal 2017, quando ancora era in canotta Atlanta) si parla di quasi 18 punti su 16 tentativi a partita a 34 minuti di media. Bene pure Seth Curry nelle prime quattro partite della serie, oscurato poi dalla difesa dei Clippers nelle ultime due. Ma se Dallas è stata sul 2 – 2, è anche merito dei suoi 15 punti al 66% dal campo.

Simpatico tweet per raccontare l’impresa di Burke, Curry e Hardaway in Gara 4

Rimandato invece Maxi Kleber: in doppia cifra solo in Gara 5, unica partita sopra il 50% per tiri realizzati. Il tedesco ha sofferto la fisicità dei Clippers, ma la sua permanenza in Texas può essere incoraggiata dalla bella sintonia con Doncic e Marjanovic. Inoltre, il tiro da fuori non è per niente da buttare.

Il simpatico siparietto del trio Doncic – Kleber – Marjanovic

MICHAEL KIDD–GILCHRIST AL CAPOLINEA

Ex scelta numero 2 al Draft 2012 (davanti a Bradley Beal …) è arrivato via buyout da Charlotte per portare difesa e respiro alle ali titolari. Ma l’ex compagno di Anthony Davis a Kentucky ha avuto un basso rendimento, da 9 minuti e 3 punti di media. Poca presenza a rimbalzo e poco impatto difensivo. Decisamente, la sua esperienza a Dallas è finita.

COSA SERVE PER IL 2021?

I Mavericks non scelgono al prossimo Draft e la loro pick va a New York per l’affare Porzingis. Courtney Lee, Kidd – Gilchrist e Barea (forse al canto del cigno) sono senza contratto, liberando così oltre 15 milioni sul cap. Ma pure Burke è free agent e dopo la bella postseason vorrà battere cassa: Dallas potrebbe firmarlo nuovamente, ovviamente con un salario ragionevole. Soprattutto perché come priorità c’è Hardaway, con una player option da 18 milioni dalla quale probabilmente uscirà. Visti i mesi di inattività, invece, Cauley – Stein potrebbe esercitare la sua player option da 2 milioni. Dallas potrebbe avere un vantaggio dalla cosa, con un centro di alto potenziale a basso costo. Sul contratto di Brunson, invece, c’è una team option da quasi due milioni: starà a Cuban vedere se vale la pena esercitarla (visto che prima dell’infortunio stava avendo un buon rendimento). Il mercato di Dallas dipenderà soprattutto da questo: il resto dei ruoli è attualmente in infermeria e non vale la pena firmare contratti superflui. Anche perché, chi resta occupa quasi 107 milioni di cap. Per Cuban può essere ideale, tuttavia, tutelarsi contro le gracili ginocchia di Porzingis cercando un’ala grande di riserva sul mercato (magari via trade) e un play di riserva (se Burke decidesse di andare altrove).

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