Tante partite punto a punto e tante giocate decisive. Vediamo chi sono sono stati i migliori in campo nelle prime 4 partite delle Sweet 16.
L’anima dei Mountaineers
Sì, lo sappiamo che ha perso e sappiamo anche che ha sbagliato le due triple del pareggio, ma se c’è stato un giocatore simbolo di Gonzaga-West Virginia questo è Jevon Carter. Non sono solo i 21 punti (unico di West Virginia in doppia cifra) o i 7 rimbalzi, è la capacità di essere onnipresente e di trascinarsi dietro la squadra in attacco e in difesa. Grazie a dio è uno junior, c’è ancora un anno per ammirarlo in campo.
Clutch Mathews
Jordan Mathews ci ha provato all’inizio del secondo tempo con due triple di fila, ma West Virginia è riuscita a ricucire il -7. Dopo 5′ passati in panchina, è tornato in campo giusto per mettere la tripla decisiva, al termine dell’ennesima azione iper combattuta sotto il canestro di Gonzaga. Il senior transfer è arrivato da Cal per fare questo: tirare, soprattutto quando conta, e segnare.
Tyler Dorsey, il chirurgo
Gran torneo il suo, ancora una volta top-scorer per Oregon con 20 punti e uno straordinario 5/7 dall’arco. In più “mister Madness” o “mister March” realizza 5 degli ultimi 9 punti dei Ducks: prima segna la tripla del controsorpasso e poi il canestro che, nonostante arrivi a oltre un minuto dalla sirena, sarà quello decisivo. Chirurgico e spettacolare.
Il gladiatore Bell
Un gladiatore nei pressi del canestro, che lotta, sgomita e soprattutto vince ogni battaglia. Preciso (16 punti con 7/10 dal campo) e potente (13 rimbalzi di cui 4 in attacco) tanto da realizzare su carambola offensiva il canestro del -1 a 1’45” dalla fine. E poi conquistare quello ancor più importante a 21” dal termine, riciclando il possesso per Oregon.
Graham-Mason, il motore di Kansas
Fino a quando Devonte’ Graham e Frank Mason giocheranno così, Bill Self può davvero coltivare sogni di gloria. Dominante la prestazione delle sue due guardie che hanno segnato più della meta dei punti di Kansas, 52 equamente divisi sui 98 finali dei Jayhawks. Inoltre, Graham è il primo giocatore dopo anni ad aver segnato quattro triple di media nelle prime tre partite del torneo. L’ultimo a riuscirci è stato tale Steph Curry.
Bluiett e Bernard, primi inter pares
Credeteci che tutti i Musketeers sarebbero da promuovere, scegliamo però tra i tanti la guardia Trevon Bluiett che ha segnato davvero in ogni modo possibile e immaginabile contro la difesa di Arizona (vedere per credere): alla fine per lui 25 punti e le triple decisive nel recupero finale. Accanto a lui Malcom Bernard che ha segnato “solo” 15 punti, ma tutti nella ripresa con percorso netto 2/2 da 2 e 3/3 dall’arco. Schierato da 4 (anche se arriva a fatica ai 2 metri), la sua mobilità in attacco e in difesa ha cambiato la partita.