Tre partite del Regional che finora ha regalato le maggiori sorprese al Torneo. Saint Peter’s supera l’esame di maturità e infligge la prima sconfitta dopo 21 partite a Murray State arrivando alle Sweet 16, terza squadra nella storia a riuscirci partendo dal seed #15 dopo Oral Roberts l’anno scorso e Florida Gulf Coast nel 2013. Arriva alla seconda settimana anche North Carolina che prima travolge Baylor, poi si fa rimontare ma alla fine strappa un biglietto per Philadephia dove incontrerà UCLA. I Bruins hanno infatti sconfitto Saint Mary’s con una prova d’autorità ma trattengono il fiato per l’infortunio alla caviglia del loro leader Jaime Jaquez.
#8 UNC Tar Heels – #1 Baylor Bears 93-86 (OT)
#15 Saint Peter’s – #7 Murray State 70-60
#4 UCLA – #5 Saint Mary’s 72-56
Questa Saint Peter’s sa giocare
Ogni volta che Murray State si è rifatta sotto, e nel secondo tempo è successo più volte, Saint Peter’s ha trovato la giocata giusta dell’uomo giusto, talvolta con un piccolo aiuto della fortuna. Ma è chiaro che se una #15 arriva al terzo turno del Torneo, deve filare tutto liscio, e deve esserci anche la benevolenza degli dei del basket.
A leggere i tabellini potreste scegliere diversi eroi di giornata, ma uno batte tutti ed è lo stesso di gara 1 contro Kentucky: Doug Edert che, a 4 minuti dalla fine con i Racers in chiara rimonta e tornati in fiducia, ha messo a segno 7 punti consecutivi (dei 13 totali) tra cui questi due canestri (vedere video) con cui di fatto ha chiuso la porta in faccia a Murray State. Di nuovo, il junior con i baffetti che viene dalla panchina ha fatto giocate clutch portando i Peacocks nella storia.
Murray State deve battersi il petto, in primis per lo scempio dalla lunetta (16/25 con caterve di errori nel finale) mentre al contrario nei minuti decisivi Saint Peter’s non ha fatto prigionieri a cronometro fermo. Poi troppe palle perse nei momenti chiave e il solo Justice Hill (19 con 5/9 da 3, che è sembrato in partita). Si consolano pensando che il quintetto base schierato ieri e 7 giocatori su 8 della rotazione torneranno l’anno prossimo.
Saint Peter’s ora aspetta la vincente tra Texas e Purdue, con un KC Ndefo che, dopo una prima gara complessa contro Kentucky, ha messo a segno 17 punti con 10 rimbalzi e ben 6 stoppate. In generale continua a stupire l’aggressività fisica dei Peacocks che, dopo aver messo in crisi una corazzata come quella dei Wildcats, hanno vinto a rimbalzo 38-31 anche contro Murray State.
Secondo upset, anzi no, anzi sì
Succede di tutto tra UNC e Baylor: il seed numero #1 dell’East Regional viene maltrattato per mezz’ora buona dai Tar Heels, salvo risalire la china nell’ultima parte della gara e trascinarla all’overtime. Sulle ali di uno straordinario R.J. Davis (30 punti con 5/10 dall’arco per lui), però, North Carolina non trema e completa l’upset.
Che non fosse la serata dei Bears lo si è capito subito. Difesa meno attenta e cattiva del solito, e di conseguenza attacco spento: 2/10 dall’arco, due soli assist ed 8 palle perse la dicono lunga su che primo tempo è stato. I Tar Heels invece sono stati fin da subito più concreti, attaccando meglio in transizione e mettendo in campo una grinta diversa sia a rimbalzo sia sulle palle vaganti. La festa è durata fino a 10 minuti dal termine, con Davis a fare il bello ed il cattivo tempo e Armando Bacot (15 punti, 16 rimbalzi e 3 stoppate alla sirena) ad aggiungere il suo un po’ di tutto che tanto fa comodo a coach Hubert Davis. UNC a +25 e massimo vantaggio. Finita? Manco per sogno
Quando però North Carolina ha perso il fenomeno Brady Manek (in serata di grazia con 26 punti con 8/13 dal campo) per un flagrant 2, ha sostanzialmente smesso di giocare. Palle perse ed errori banali hanno lasciato strada alla rimonta di Baylor, che ha trovato finalmente i canestri di Adam Flagler e James Akinjo (rispettivamente 27 e 20 punti a fine partita) riuscendo ad acchiappare l’overtime in un finale rocambolesco. Nei film di Hollywood di solito finisce che vincono le squadre in rimonta. Questa March Madness però ha deciso diversamente, Davis ha ripreso in mano le sorti di UNC e con uno spettacolare 2+1 ha eliminato i campioni in carica di Baylor.
March Madness significa UCLA
La sicurezza che hanno mostrato i Bruins nei momenti chiave della partita la dice lunga su quanto siano una squadra da Torneo. Il livello di difficoltà però ora potrebbe alzarsi oltre il gestibile se UCLA dovesse affrontare North Carolina senza il suo leader Jaime Jaquez, che ha dovuto fare i conti per tutta la stagione con una caviglia dolorante e che ieri l’ha di nuovo girata male nel finale di partita. Ad oggi il vero punto interrogativo in vista delle Sweet 16 è questo: come starà Jaquez?
La partita contro Saint Mary’s, più equilibrata di quanto dica il punteggio, è durata fino a quando ai Gaels è entrato il tiro da 3, dopodiché si è fatta complessa, con UCLA a lavorare ai fianchi gli avversari, disegnando le solite tracce in attacco, per i jumper di Johnny Juzang, le triple di Jules Bernard (chirurgico) o i p&r di Tyger Cambpell per Cody Riley (fondamentale nel finale)
Il risultato è una squadra che ha dominato senza usare il tiro da 3 (4/9 alla fine per UCLA). Una rarità di questi tempi, frutto di una fase offensiva con tanti attaccanti pronti a prendersi il jumper dalla media se questa è la migliore soluzione. I Bruins a tratti è sembrato giocassero a memoria. Tutto troppo facile contro Saint Mary’s che ha sostanzialmente schierato gli stessi 5 giocatori per tutta la partita, peccando di lucidità nel finale nonostante lo sforzo di Logan Johnson, Matthias Tass e Tommy Kuhse (1/7 da 3 per lui).